Concetti Chiave
- I movimenti sindacali italiani spingono per riconoscere diritti ai lavoratori digitali, superando la distinzione tra lavoro autonomo e subordinato.
- Progressisti propongono di rinnovare l'approccio normativo verso i lavoratori della gig economy, ritenendo obsolete le categorie tradizionali.
- Il Codice del lavoro francese ora riconosce tutele ai lavoratori delle piattaforme digitali, indipendentemente dalla loro classificazione contrattuale.
- Piattaforme come FoodOra hanno creato una carta dei valori che stabilisce regole minime per i lavoratori digitali, firmata a Bologna nel 2018.
- Molti paesi dell'UE hanno visto i tribunali costituzionali e le Corti di Cassazione impegnarsi per una maggiore tutela dei lavoratori digitali, spesso solo teorica.
Diritti e tutele riconosciuti ai lavoratori digitali
Di recente, nell’ordinamento nazionale italiano sono sorti alcuni orientamenti propensi a riconoscere diritti e tutele ai lavoratori digitali, a prescindere dal tipo contrattuale mediante cui essi sono stati assunti. Si tratta prima di tutto di movimenti sindacali, i quali ritengono che sia inutile continuare a ragionare in termini di lavoro autonomo e subordinato: questa idea si fonda sulla convinzione secondo cui il lavoro del futuro presenterà caratteristiche sempre più integrate (miste), che renderanno sempre più difficile tracciare una netta linea di confine fra autonomia e subordinazione.
Gli orientamenti progressisti propongono quindi di andare oltre gli schemi tipici e tradizionali, ormai desueti e superati.
Il progressismo ha interessato non solo il nostro Paese,; di recente, ad esempio, il Codice del lavoro francese è stato radicalmente innovato. La modifica ha previsto che, a prescindere dalla qualificazione giuridica, quando una piattaforma digitale realizza prestazioni di lavoro fissandone le relative retribuzioni, essa si assume una responsabilità sociale che si concretizza nel riconoscimento di tutele e diritti ai lavoratori impiegati tramite la piattaforma (qualificazione professionale, diritto di malattia, infortunio, maternità, ecc.).
Nella stessa prospettiva si sono mosse in modo autonomo anche le stesse piattaforme digitali (ad esempio FoodOra), che hanno stilato una carta dei valori delle piattaforme digitali (autoregolamentazioni). Essa fissa le regole minime inderogabili relative ai trattamenti economico-normativi riconosciuti ai lavoratori.
La carta dei valori fondamentali delle piattaforme digitali è stata stipulata a Bologna nel 2018. Il documento è stato sottoscritto dai movimenti dei riders, interessati a ottenere alcune tutele universali (equità del compenso, protezione dei dati personali, trattamenti previdenziali, ecc.).
Attraverso la mole di dati che raccolgono su ciascun lavoratore e sul servizio che offre, le piattaforme digitali sono in grado di stilare delle graduatorie di merito fra i propri dipendenti, grazie alle quali è possibile applicare un sistema di bonus-malus (incentivi economici o sanzioni disciplinari).
In molti degli stati membri dell’Unione europea, fra il 2018 e il 2019 i tribunali costituzionali e le Corti di Cassazione si sono espressi al fine di implementare la tutela giuridica offerta ai lavoratori digitali, spesso purtroppo riconosciuta solo sul piano teorico.
Domande da interrogazione
- Quali sono gli orientamenti recenti riguardo ai diritti dei lavoratori digitali in Italia?
- Come si sono evolute le normative in Francia riguardo ai lavoratori delle piattaforme digitali?
- Qual è il ruolo delle piattaforme digitali nella tutela dei lavoratori?
Gli orientamenti recenti in Italia mirano a riconoscere diritti e tutele ai lavoratori digitali, indipendentemente dal tipo di contratto, superando la distinzione tra lavoro autonomo e subordinato.
In Francia, il Codice del lavoro è stato innovato per riconoscere tutele e diritti ai lavoratori delle piattaforme digitali, indipendentemente dalla loro qualificazione giuridica, includendo diritti come malattia e maternità.
Le piattaforme digitali, come FoodOra, hanno creato autoregolamentazioni e una carta dei valori per stabilire regole minime sui trattamenti economico-normativi, e utilizzano dati per applicare sistemi di bonus-malus.