Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Il criterio gerarchico prevale quando le norme in conflitto provengono da fonti con differente rango, superando il criterio cronologico.
  • Quando una norma inferiore è in contrasto con una norma superiore, non è abrogata ma dichiarata invalida e deve essere annullata.
  • L'invalidità comporta l'eliminazione totale dell'atto, con efficacia retroattiva, annullando gli effetti passati e futuri.
  • Il criterio cronologico non si applica quando le fonti sono ordinate per competenza territoriale o materiale dalla Costituzione.
  • Le antinomie devono essere risolte applicando la norma competente, eliminando quella non competente tramite annullamento.

Indice

  1. Il criterio della gerarchia
  2. Invalidità e annullamento
  3. Criterio cronologico e competenza

Il criterio della gerarchia

Quando l’antinomia concerne invece norme poste da fonti non equiparate, non si può fare ricorso al criterio cronologico, ma deve applicarsi il criterio della gerarchia: il conflitto fra norme aventi una diversa posizione gerarchica va risolto nel senso che prevale la norma posta dalla fonte superiore o sovraordinata. Oltre che per il presupposto (il differente rango delle fonti appunto), il criterio gerarchico si distingue dal criterio cronologico per l’effetto conseguente al giudizio che risolve l’antinomia. Nell’applicare la norma sovraordinata, la norma sottordinata non si considera abrogata, ma è invalida, ossia viziata per non avere rispettato l’ordine gerarchico delle fonti.

Invalidità e annullamento

Come tale, essa deve essere eliminata dall’ordinamento giuridico mediante l’annullamento ad opera dei competenti organi giurisdizionali: in caso di contrasto fra Costituzione e legge (o atto avente forza di legge), la legge invalida, ricorrendone i presupposti, può essere dichiarata costituzionalmente illegittima dalla Corte costituzionale; in caso di contrasto fra legge e regolamento, l’annullamento può essere pronunciato dal giudice amministrativo. L’invalidità, a differenza dell’abrogazione, determinando l’eliminazione dell’atto, determina la caducazione di ogni sua efficacia, non solo quella pro futuro ma anche quella prodotta nel passato: non solo ex nunc ma anche ex tunc (efficacia retroattiva, comunque con esclusione dei rapporti esauriti.

Criterio cronologico e competenza

Il criterio cronologico, allo stesso modo, non può essere utilizzato quando le fonti sono ordinate dalla Costituzione secondo il criterio della competenza, riferita o alla dimensione territoriale nell’ambito della quale l’atto fonte è destinato a operare, o alla materia ovvero al particolare oggetto disciplinato. In questi casi, infatti, le antinomie devono essere risolte dando applicazione alla norma posta dalla fonte competente a disciplinare una determinata fattispecie, con esclusione di altri atti fonte. Il rapporto fra norme contrastanti è un rapporto fra norma valida e norma invalida (diversamente dal criterio cronologico che vuole tutte norme valide), sicché la norma non competente, come la norma gerarchicamente sottordinata, è una norma invalida che deve essere eliminata dall’ordinamento mediante annullamento, secondo quanto già visto.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il criterio da applicare quando l'antinomia riguarda norme poste da fonti non equiparate?
  2. In questo caso, si applica il criterio della gerarchia, dove prevale la norma posta dalla fonte superiore o sovraordinata.

  3. Cosa accade alla norma sottordinata quando si applica il criterio gerarchico?
  4. La norma sottordinata non viene considerata abrogata, ma invalida e deve essere eliminata dall'ordinamento giuridico mediante annullamento da parte degli organi giurisdizionali competenti.

  5. Come si risolvono le antinomie quando le fonti sono ordinate dalla Costituzione secondo il criterio della competenza?
  6. Le antinomie vengono risolte applicando la norma posta dalla fonte competente a disciplinare una determinata fattispecie, escludendo altri atti fonte.

Domande e risposte

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