Concetti Chiave
- La conciliazione internazionale prevede il giudizio di un conciliatore o di un collegio, il cui parere non è vincolante ma può aiutare a trovare soluzioni.
- L'inchiesta internazionale mira ad accertare responsabilità reciproche attraverso una relazione tecnica vincolante redatta da esperti.
- L'art. 35 della Carta ONU consente sia agli stati membri che non membri di sottoporre controversie all'Assemblea Generale o al Consiglio di Sicurezza.
- Il Consiglio di Sicurezza può intervenire con misure coercitive se rileva minacce concrete alla pace internazionale.
- Il Segretario Generale dell'ONU, con mandato, può facilitare la risoluzione delle controversie internazionali.
Indice
Risoluzione delle controversie internazionali
Su previo consenso delle parti, una controversia internazionale può essere affidata al giudizio di un conciliatore o di un collegio distretto e di numero dispari di conciliatori (tre o cinque): il conciliatore o il collegio ascolta entrambe le parti; applica il diritto internazionale; redige una relazione (composta da una parte in fatto e da una parte in diritto). Tale relazione non ha però alcun valore vincolante: si configura come elemento di cui le parti possono servirsi per individuare una soluzione.
Inchieste e responsabilità
Al fine di risolvere una controversia è inoltre possibile avviare un’inchiesta volta ad accertare le responsabilità di entrambe le parti. In base all’argomento relativo alla controversia, l’inchiesta viene svolta da un gruppo di esperti sulla materia, a cui è affidato il compito di redigere una relazione tecnica dal valore vincolante. Sulla base di tale documento sarà eventualmente possibile per gli stati in disputa trovare un accordo: venendo a conoscenza di quali siano le responsabilità reciproche, le parti possono facilmente dirimere il contenzioso.
Ruolo dell'ONU nelle controversie
L’art. 35 della Carta ONU attribuisce sia agli stati membri che a quelli non membri la possibilità di sottoporre una controversia all’attenzione dell’Assemblea Generale o del Consiglio di sicurezza. In relazione all’ultima ipotesi, l’art. 38 prevede il deferimento di una controversia al CdS quando le parti siano d’accordo, sebbene non sia necessario che ciò avvenga con atto congiunto. Tale possibilità diviene, ex art. 37, un obbligo qualora l’adozione di tutti gli strumenti indicati all’art. 33 non abbia avuto successo. Oltre agli stati, anche la stessa Assemblea generale (art. 11) e il segretario dell’ONU (art. 99) possono sottoporre al CdS qualsiasi situazione ritenuta suscettibile di compromettere la pace o la sicurezza internazionale.
Qualora il CdS rilevi una concreta minaccia alla pace internazionale, esso potrà adottare strumenti di natura coercitiva.
Infine, previo mandato da parte dell’ Assemblea o del CdS, il segretario generale delle Nazioni Unite può facilitare il raggiungimento della soluzione di una controversia.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo del conciliatore in una controversia internazionale?
- In che modo un'inchiesta può risolvere una controversia internazionale?
- Quali sono le possibilità per sottoporre una controversia al Consiglio di Sicurezza dell'ONU?
Il conciliatore ascolta entrambe le parti, applica il diritto internazionale e redige una relazione che non ha valore vincolante, ma può aiutare le parti a trovare una soluzione.
Un'inchiesta accerta le responsabilità delle parti coinvolte e produce una relazione tecnica vincolante, che può facilitare un accordo tra gli stati in disputa.
Gli stati membri e non membri possono sottoporre una controversia al CdS, e ciò diventa obbligatorio se gli strumenti dell'art. 33 falliscono; anche l'Assemblea Generale e il segretario dell'ONU possono farlo per situazioni che minacciano la pace.