Concetti Chiave
- I collegi dei probiviri furono introdotti nel 1893 per conciliare le controversie tra industriali e lavoratori, puntando prima alla conciliazione e solo in seguito al giudizio.
- L'ufficio dei probiviri era poco diffuso, soprattutto perché gratuito e gravoso per gli operai, e perché gli industriali erano poco collaborativi.
- Le controversie riguardavano principalmente salari e licenziamenti, con esiti spesso favorevoli agli industriali, ma posero l'attenzione sui contratti collettivi.
- I collegi non potevano gestire controversie collettive economiche, limitandosi a questioni che influivano sui contratti individuali.
- Nonostante le limitazioni, i collegi si diffusero in vari settori prima di essere smantellati dal regime fascista nel 1928.
Indice
La nascita dei collegi dei probiviri
La liberalizzazione degli scioperi accrebbe la conflittualità fra industriali e lavoratori. Per attenuarla, nel 1878, fu presentato un progetto di legge sull’istituzione del collegio dei probiviri, finalizzato proprio a conciliare ed eventualmente decidere le controversie sorte tra datori e operai. La proposta non fu ben accolta in Parlamento, così il governo presentò un nuovo progetto che accentuava la funzione conciliatrice su quella giudicante: a quest’ultima si poteva ricorrere solo dopo aver sperimentato la conciliazione.
Funzionamento e limiti dei collegi
Il progetto divenne legge nel 1893. La costituzione dei collegi dei probiviri era rimessa alla volontà delle parti interessate. La diffusione dei collegi fu molto modesta: essendo gratuito, l’ufficio era particolarmente gravoso per gli operai; inoltre, gli industriali erano restii a collaborare.
Ruolo e diffusione dei collegi
La maggior parte delle controversie sottoposte ai collegi dei probiviri riguardava i salari e i danni derivanti dal licenziamento. I giudizi si concludevano spesso a favore degli industriali. Nonostante questa chiara iniquità, i colleghi ebbero un ruolo essenziale in ambito sindacale: per la prima volta, infatti, posero all’attenzione della giurisprudenza i contratti collettivi, così chiamati perché stipulati tra gruppi di operai e industriali su determinate norme che, a seguito della contrattazione, entravano obbligatoriamente a far parte dei contratti individuali di lavoro, definendo standard minimi soprattutto in materia di orario, retribuzione, straordinari, ecc.
Il valore della controversia non poteva eccedere le 200 lire (10 centesimi) e il collegio non poteva dirimere controversie economiche collettive: queste erano ammesse solo nel caso in cui influivano sul contenuto dei contratti individuali. In sostanza, i conflitti industriali continuarono ad essere affidati all'auto tutela delle parti, cioè alla contrattazione collettiva e alla capacità dei contraenti di sostenere le proprie rivendicazioni.
Declino dei collegi con il fascismo
Ciononostante, i collegi si diffusero in molti settori produttivi, compreso l'impiego privato. Con l'avvento del fascismo, però, l'istituto probivirale fu demolito nel 1928.
Domande da interrogazione
- Qual è stata la motivazione principale per la creazione dei collegi dei probiviri?
- Quali erano i limiti principali dei collegi dei probiviri?
- Come ha influenzato il fascismo i collegi dei probiviri?
La creazione dei collegi dei probiviri è stata motivata dalla necessità di attenuare la conflittualità tra industriali e lavoratori, cercando di conciliare e decidere le controversie sorte tra datori e operai.
I limiti principali includevano la scarsa diffusione a causa della gratuità dell'ufficio, che era gravoso per gli operai, e la riluttanza degli industriali a collaborare. Inoltre, il valore delle controversie non poteva eccedere le 200 lire e i collegi non potevano dirimere controversie economiche collettive.
Con l'avvento del fascismo, l'istituto dei collegi dei probiviri fu demolito nel 1928, segnando il declino di questo sistema di conciliazione e decisione delle controversie tra datori e lavoratori.