Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • La classificazione dei delitti nella parte speciale del Codice penale si basa sulla direzione lesiva degli atti illeciti, privilegiando i delitti contro lo Stato, un retaggio dell'epoca fascista.
  • La parte speciale del Codice penale è fondamentale per l'applicazione concreta delle norme penali e richiede un'interpretazione accurata per evitare restrizioni o dilatazioni inappropriate.
  • L'interpretazione storica o soggettiva punta a ricostruire la volontà del legislatore, ma può risultare problematica a causa dell'evoluzione sociale più rapida rispetto alla legislazione.
  • L'interpretazione obiettiva si concentra sul senso oggettivo acquisito dalla legge nel tempo, senza vincolarsi alla volontà originaria del legislatore, adattandosi al contesto sociale.
  • La concezione teleologica mira a individuare il reale scopo di tutela delle norme, garantendo che l'applicazione della legge sia coerente con il suo fine originario.

Indice

  1. Direzione lesiva e delitti contro lo Stato
  2. Interpretazione delle norme penali

Direzione lesiva e delitti contro lo Stato

Il criterio classificatorio scelto dal legislatore per strutturare la parte speciale è quello relativo alla direzione lesiva dei vari fatti illeciti. La maggior parte dei titoli si concentra sui delitti contro lo Stato: una simile impostazione potrebbe apparire incoerente con la struttura della Costituzione italiana, che invece dà ampio spazio alla tutela delle libertà personali, ma essa rappresenta il retaggio dell’epoca fascista; si ricordi che il Codice Rocco fu redatto nel 1930.

Interpretazione delle norme penali

La parte speciale è la sede in cui le norme penali trovano concreta applicazione. Per questo, è fondamentale che tali norme vadano correttamente interpretate; infatti, a seconda dell’orientamento ermeneutico adottato, la sfera di applicazione di una determinata fattispecie incriminatrice può subire restrizioni o dilatazioni.

1) Interpretazione storica o soggettiva → è il criterio prevalentemente utilizzato. In base ad esso, il giudice dovrebbe limitarsi a ricostruire la volontà storica del legislatore, attenendosi il più possibile al tenore testuale della norma. Tale criterio esprime al meglio la concezione illuministica del giudice ridotto a mera bocca della verità.

Ma in concreto la suddetta concezione illuministica è difficile da applicare: infatti, è pressoché impossibile includere in una previsione astratta tutte le possibili varietà dei casi concreti. Inoltre, è inevitabile che la realtà sociale evolva più rapidamente della legislazione, pertanto il giudice si trova spesso dinanzi al dubbio se sia corretto applicare norme preesistenti a fatti nuovi originariamente non contemplati nella norma da applicare. È necessario adeguare la normativa vigente ai mutamenti sociali. Ciò rende preferibile il ricorso al modello della c.d. interpretazione obiettiva.

2) Interpretazione obiettiva → l’interprete non è tenuto a rispettare la volontà del legislatore storico; piuttosto, egli è tenuto a ricostruire il senso che la legge ha oggettivamente acquisito mediante il suo progressivo adeguarsi al contesto sociale.

3) Concezione teleologica → l’interprete deve andare al di là del tenore letterale delle norme e individuarne il reale scopo di tutela, in modo che l’applicazione della legge non vada né oltre né contro il fine per cui essa fu emanata.

Quindi, la classificazione dei delitti nella parte speciale del codice penale assurge a criterio di identificazione delle stesse fattispecie incriminatrici.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il criterio classificatorio scelto dal legislatore per la parte speciale del Codice penale?
  2. Il criterio classificatorio scelto è quello relativo alla direzione lesiva dei vari fatti illeciti, con un focus sui delitti contro lo Stato, retaggio dell'epoca fascista.

  3. Quali sono i tre modelli interpretativi principali delle norme penali?
  4. I tre modelli interpretativi principali sono l'interpretazione storica o soggettiva, l'interpretazione obiettiva e la concezione teleologica.

  5. Perché l'interpretazione obiettiva è considerata preferibile rispetto all'interpretazione storica?
  6. L'interpretazione obiettiva è preferibile perché permette di adeguare la normativa vigente ai mutamenti sociali, superando i limiti della volontà storica del legislatore.

Domande e risposte

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