Andrea301AG
Ominide
2 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Le istituzioni socialiste esercitavano un potere maggiore rispetto agli stati liberali, giustificato dalla collettivizzazione dei beni.
  • Il potere era esercitato attraverso un sistema di delegazione a cascata, creando un'apparente democrazia tramite i soviet.
  • Il principio di "doppia dipendenza" regolava il potere legislativo, con dipendenza sia dalla comunità locale che da organi superiori.
  • Il "centralismo democratico" limitava il dibattito su opinioni minoritarie, eliminando il pluralismo come nel socialismo e autoritarismo.
  • La continua riscrittura delle costituzioni nei paesi socialisti, come in Russia, è definita "costituzionalismo dinamico".

Indice

  1. Il potere delle istituzioni socialiste
  2. Il centralismo democratico
  3. Costituzioni socialiste e pluralismo
  4. Riscrittura delle costituzioni socialiste

Il potere delle istituzioni socialiste

Nella forma di stato socialista, le istituzioni esercitavano un potere nettamente maggiore rispetto a quanto accadeva negli stati liberali. Ciò trova le proprie motivazioni nella collettivizzazione dei beni sul piano statale. Paradossalmente, dunque, nella forma di stato in cui il potere era detenuto dal popolo, il suo esercizio era in maniera rilevante demandato a istituzioni pubbliche.

Attraverso un meccanismo di delegazione a cascata realizzato mediante la formazione dei soviet, si riuscì a istituire una forma di stato apparentemente democratica.

Le istituzioni pubbliche a cui era demandato l’esercizio del potere legislativo sottostavano al cosiddetto «principio di doppia dipendenza»: ogni organo legislativo dipendeva orizzontalmente dalla comunità di soggetti da cui i membri dell’organo sono stati scelti; verticalmente dall’organo legislativo superiore.

Il centralismo democratico

Come nella forma di stato autoritaria, anche in quella socialista vigeva il cosiddetto «centralismo democratico», principio secondo cui la maggioranza politica in merito a un determinato argomento esclude in maniera efficace il dibattito su opinioni minoritarie. Socialismo e autoritarismo abbandonarono dunque ogni forma di pluralismo.

Costituzioni socialiste e pluralismo

A differenza del liberalismo, inoltre, le costituzioni socialiste non ponevano particolare attenzione alla libertà dei singoli in quanto tali, bensì ai loro diritti e doveri in funzione del raggiungimento del progetto sociale collettivo. Questa tendenza è stata in parte recepita anche dalla Costituzione della Repubblica italiana. L’articolo 41, ad esempio, parla di «utilità sociale» della proprietà, il cui esercizio è dunque finalizzato alla realizzazione di un progetto economico-sociale di natura collettiva.

Riscrittura delle costituzioni socialiste

Gli stati che aderirono al socialismo furono caratterizzati dalla continua riscrittura dei testi costituzionali. In Russia, ad esempio, si susseguirono diverse carte costituzionali: una nel 1918 (costituzione programma); poi nel 1924 (costituzione bilancio); ancora nel 1936 e infine nel 1976. A tal proposito si parla di «costituzioni sperimentali» e di «costituzionalismo dinamico».

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo delle istituzioni socialiste rispetto a quelle liberali?
  2. Nelle forme di stato socialista, le istituzioni esercitavano un potere maggiore rispetto agli stati liberali, grazie alla collettivizzazione dei beni e al meccanismo di delegazione a cascata attraverso i soviet.

  3. Cosa implica il principio del centralismo democratico nelle costituzioni socialiste?
  4. Il centralismo democratico esclude il dibattito su opinioni minoritarie, abbandonando il pluralismo e concentrando il potere nelle mani della maggioranza politica.

  5. Come si caratterizza la riscrittura delle costituzioni socialiste?
  6. Gli stati socialisti erano noti per la continua riscrittura delle loro costituzioni, come in Russia, dove si sono susseguite diverse carte costituzionali, riflettendo un «costituzionalismo dinamico».

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community