Concetti Chiave
- L'usucapione pro erede permetteva al possessore in mala fede di acquisire la proprietà di un'eredità non ancora accettata dall'erede effettivo.
- L'ereditas iacens descriveva un'eredità in attesa di accettazione formale da parte dell'erede, che poteva scegliere tra accettare o rifiutare.
- La pratica dell'usucapione pro erede veniva osteggiata attraverso interventi legislativi, come il senato consulto di età adrianea.
- L'usureceptio riguardava il possesso di un bene ceduto in precedenza, con acquisizione della proprietà dopo un certo periodo.
- Il periodo di usucapione variava: un anno per la fiducia e due anni per la praediatura.
Usucapione in mala fede
Nel mondo romano, talvolta avveniva che potesse usucapire il possessore in mala fede, cioè un soggetto consapevole di ledere un diritto altrui. In tal caso, dunque, era come se il possessore in mala fede possedesse l’eredità altrui. Il caso di specie è quello relativo a una ereditas della quale l’erede effettivo non abbia ancora compiuto l’accettazione. In una simile ipotesi, se un terzo, benché in mala fede, avesse posseduto l’ereditas per un anno, ne acquistava la proprietà per usucapione.
Eredità giacente e cretio
Specifiche tipologie di eredi divenivano tali solo dopo aver manifestato la volontà di acquisire un bene ereditato. La ricezione della volontà era un atto formale attraverso il quale l’erede accettava un oggetto che gli era stato destinato. In questo caso si parlava di eredità giacente (ereditas iacens), per cui un erede doveva ancora manifestare la cretio, cioè l’accettazione dell’eredità. talvolta l’erede poteva riceve un’eredità dannosa (come ad esempio un insieme di debiti) e in taluni casi egli era chiamato a scegliere l’accettazione o il rifiuto dell’eredità. A volte, quindi, poteva trascorrere un notevole lasso di tempo dal momento in cui l’erede diventava tale e quello in cui egli accettava la propria eredità tramite la cretio. Spesso accadeva che, durante quest’intervallo di tempo, un terzo possedesse in mala fede l’oggetto dell’eredità: trascorso un anno egli ne diventava proprietario per usucapio pro erede (usucapione al posto dell’erede. Nel corso della storia romana, questa pratica fu osteggiata: un senato consulto di età adrianea concesse all’erede l’ereditas petitio nei confronti di colui il quale avesse compiuto l’usucapio pro erede (usucapione al posto dell’erede);
Usureceptione e possesso
L’usureceptione, invece, consisteva nel possesso di un bene di cui una persona avesse ceduto la proprietà. Anche se il possessore avesse posseduto in mala fede, trascorso un anno nel caso della fiducia e due nel caso della praediatura, ne acquisiva la proprietà per usucapione.
Domande da interrogazione
- Che cos'è l'usucapio pro erede nel contesto romano?
- Qual era il ruolo della cretio nell'accettazione dell'eredità?
- Come veniva contrastata l'usucapio pro erede nella storia romana?
L'usucapio pro erede si riferisce alla possibilità per un possessore in mala fede di acquisire la proprietà di un'eredità non ancora accettata dall'erede effettivo, se posseduta per un anno.
La cretio era un atto formale attraverso il quale l'erede manifestava la volontà di accettare un'eredità, trasformando un'eredità giacente in una proprietà effettiva.
Un senato consulto di età adrianea permetteva all'erede di esercitare l'ereditas petitio contro chi avesse compiuto l'usucapio pro erede, proteggendo così i diritti dell'erede effettivo.