Concetti Chiave
- Il diritto all'oblio si interseca con la tutela dell'identità personale, permettendo di aggiornare o cancellare informazioni non più attuali.
- La Corte di cassazione ha riconosciuto il diritto all'oblio, bilanciando tra la protezione della persona e la libertà di informazione.
- La sentenza del 2012 ha stabilito che anche notizie vere possono essere soggette a contestualizzazione e aggiornamento.
- Il diritto all'oblio è supportato da norme esistenti come quelle del casellario giudiziario.
- Il dibattito sul diritto all'oblio riflette l'evoluzione sociale e le nuove esigenze di tutela dell'individuo.
Bilanciamento fra diritto all’informazione e all’oblio
La disposizione dell’art. 2 Cost. costituisce una clausola aperta e generale di tutela del libero e integrale svolgimento della persona umana», capace di accogliere le nuove istanze provenienti dall’individuo a seguito della concreta evoluzione sociale.
Ci si può chiedere se il diritto all’identità personale comprenda anche l’interesse a ricostruire una propria identità, più coerente con un rinnovato progetto di vita, e se esista un diritto volto a tutelare la persona dalla diffusione di informazioni non più attuali, una sorta di diritto all’oblio .
Secondo alcuni, la pretesa di tutela non potrebbe qui essere configurata come diritto perché contrasterebbe con la libertà di informazione tutelata dall’art. 21 Cost. I tribunali hanno invece riconosciuto tale pretesa, almeno nei casi in cui non si riscontrava più un interesse pubblico alla diffusione di informazioni su circostanze e comportamenti passati. Si opererebbe così un tentativo di bilanciare la tutela dell’identità della persona con il diritto all’informazione. Una sentenza della Corte di cassazione del 2012 ha confermato questo orientamento, affermando che deve riconoscersi al soggetto cui pertengono i dati personali oggetto di trattamento «il diritto all’oblio, e cioè al relativo controllo a tutela della propria immagine sociale, che anche quando trattasi di notizia vera, e a fortiori se di cronaca, può tradursi nella pretesa alla contestualizzazione e aggiornamento dei medesimi, e se del caso, avuto riguardo alla finalità della conservazione nell’archivio e all’interesse che la sottende, financo alla relativa cancellazione» (cass. civ., sez. III, 5 aprile 2012, n. 5525).
Bisogna altresì considerare che il valore tutelato dal diritto all’oblio sembra trovare già un parziale riconoscimento attraverso le norme che regolano il «casellario giudiziario».
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del diritto all'oblio secondo la sentenza della Corte di cassazione del 2012?
- Come si bilancia il diritto all'informazione con il diritto all'oblio?
- In che modo il diritto all'oblio è già parzialmente riconosciuto?
La sentenza della Corte di cassazione del 2012 riconosce il diritto all'oblio come il diritto al controllo dei propri dati personali per tutelare l'immagine sociale, permettendo la contestualizzazione, l'aggiornamento e, se necessario, la cancellazione delle informazioni, anche se vere.
Il bilanciamento avviene riconoscendo il diritto all'oblio nei casi in cui non vi sia più un interesse pubblico alla diffusione di informazioni passate, cercando di tutelare l'identità della persona senza compromettere la libertà di informazione.
Il diritto all'oblio trova un parziale riconoscimento attraverso le norme che regolano il casellario giudiziario, che gestiscono la conservazione e la diffusione delle informazioni giudiziarie.