Concetti Chiave
- Il compromesso del bicameralismo perfetto nacque dalla necessità di bilanciare le diverse correnti politiche durante l'assemblea costituente italiana.
- Entrambe le camere, Camera dei deputati e Senato della Repubblica, furono configurate come espressioni della sovranità popolare per placare i timori dei monocameralisti.
- Il Senato incorpora lievi elementi di rappresentanza regionale e riflessione, sebbene l'intenzione di elezione tramite collegi uninominali sia stata elusa nella legge elettorale.
- La funzione identica delle due camere deriva dalla loro comune rappresentanza della volontà popolare, portando al concetto di bicameralismo paritario.
- La durata originariamente diversa delle camere fu uniformata per evitare complicazioni, con entrambe ora con un mandato di 5 anni, come stabilito dalla modifica dell'art. 60 Cost.
Indice
Difficoltà dell'assemblea costituente
L’assemblea costituente italiana si trovò in grande difficoltà nel dover stabilire le funzioni delle due camere: ogni corrente politica propendeva per una soluzione diversa, cosicché trovare un accordo unanime sembrava impossibile. Il compromesso fu raggiunto dando ragione a coloro che volevano due camere, ma tacitando nel contempo i timori dei monocameralisti con la scelta di rendere sia la Camera dei deputati sia il Senato della Repubblica espressione della sovranità popolare. Nella configurazione del Senato si venne incontro, in modestissima misura, ai fautori della rappresentanza su base regionale (v. art. 57 Cost.), a coloro che ne volevano fare una camera di riflessione (v. artt. 58 e 59 Cost.) e a coloro che volevano eleggerlo col sistema dei collegi uninominali (con l’approvazione di un ordine del giorno Nitti, che però venne di fatto eluso nella legge elettorale per il Senato poi approvata dalla Costituente, v. l. 29/1948).
Identità di funzioni e bicameralismo
Se ne dedusse, quasi come cosa inevitabile, l’identità di funzioni: se tutte e due le Camere avessero dovuto essere espressione della volontà del popolo, come si poteva pensare di conferire ad esse compiti diversi? Ecco come si spiega la natura di bicameralismo paritario e indifferenziato, ovvero, secondo la formula tradizionale, di bicameralismo perfetto (non nel senso di «immune da difetti», ma nel senso che appunto si fonda su due Camere poste sullo stesso piano), appena attenuata dalla diversa durata (6 anni per il Senato, 5 per la Camera).
Durata delle camere e modifiche
Questa diversa durata, peraltro, non trovò applicazione perché ci si rese subito conto che avrebbe ulteriormente complicato le cose (a causa del fatto che le due Camere sarebbero state elette, dopo la prima volta, in tempi sfalsati). Così, prima si provvide a due scioglimenti definiti «tecnici» del Senato, in modo che potesse essere rinnovato insieme alla Camera (nel 1953 e 1958); poi si modificò l’art. 60 Cost. prima delle elezioni del 1963, portando la durata anche del Senato a 5 anni.
Bicameralismo paritario, tuttavia, non vuol dire eguale rappresentatività.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il compromesso raggiunto dall'assemblea costituente italiana riguardo al bicameralismo?
- Quali erano le differenze iniziali nella durata del mandato tra la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica?
- Cosa si intende per "bicameralismo perfetto" nel contesto italiano?
Il compromesso è stato di avere due camere, entrambe espressione della sovranità popolare, per soddisfare sia i fautori del bicameralismo che i monocameralisti.
Inizialmente, il Senato aveva una durata di 6 anni, mentre la Camera dei deputati aveva una durata di 5 anni, ma questa differenza fu eliminata portando entrambe a 5 anni.
Si intende un sistema in cui le due Camere hanno identiche funzioni e sono poste sullo stesso piano, nonostante la diversa durata iniziale dei mandati.