Concetti Chiave
- I beni pubblici non sono sempre inesauribili; alcuni possono ridursi con l'aumento degli utilizzatori.
- Alcuni beni come aria e acqua sono illimitati e non rientrano nella logica di mercato basata sulla scarsità.
- Le ferrovie, pur essendo infrastrutture pubbliche, sono gestite da società private sotto controllo statale.
- L'Unione Europea promuove la fornitura di servizi pubblici essenziali in un regime di concorrenza, non monopolio.
- I beni pubblici possono essere influenzati dalla modalità di fruizione, a volte riducendone la disponibilità.
Beni al di fuori della logica di mercato
Le risorse che costituiscono “beni pubblici” non sono sempre necessariamente beni inesauribili o infiniti, che cioè non si riducono (o non subiscono una riduzione di utilità) al crescere del numero dei loro utilizzatori. È indubbio che di alcuni beni pubblici vi è, in linea di principio, una disponibilità illimitata (ed è proprio questo che li pone fuori dalla logica dello sfruttamento economico del mercato, dal momento che l’economia di mercato, per definizione, ha come presupposto la scarsità delle risorse): basta pensare all’aria ed all’acqua.
In altri casi, come ad esempio per le ferrovie, le infrastrutture di trasporto sono per lo più di proprietà pubblica (demanio ferroviario), ma lo Stato sceglie di erogare un servizio pubblico essenziale, quello appunto di trasporto ferroviario, attraverso società di diritto privato a totale partecipazione e controllo pubblici, quindi in regime di mercato.
Questo perché si preferisce (e in parte si deve, alla luce delle prescrizioni del diritto dell’Unione Europea) fornire quel servizio (cioè l’accesso a quel “bene”) non in regime di monopolio pubblico, ma in regime di concorrenza (anche se limitata) con altre imprese private che gestiscono alcune tratte ferroviarie e che sono proprietarie di propri mezzi di locomozione.
Si tratta, dunque, di beni la cui fruibilità può in taluni casi ridurne la quantità, in altri no.