
1. Articolo 64 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.
2. il testo della "Conversione in legge del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università". Si tratta del testo in esame alla Camera di conversione di un decreto del governo già attuativo. Durante la conversione vi sono state lievi modifiche approvate con la questione di fiducia.
Oggi esamineremo l'aspetto dei tagli alla spesa relativi alla Scuola Superiore previsti dall'articolo 64, che sono forse l'aspetto più contestato, mentre nei prossimi giorni ci soffermeremo sul testo approvato ieri alla camera.
TAGLI DI SPESA - Verranno tolti al bilancio del Ministero della Pubblica Istruzione cifre stimabili nell'ordine degli 8 miliardi di euro! La legge dice che dai provvedimenti attuati si dovranno generare economie per un importo di 456 milioni di euro per l'anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012.
Si tratta di tagli di spesa veramente ingenti, se pensiamo che corrispondono a circa 15 mila miliardi delle vecchie lire. Già da soli servono quasi a coprire un'intera manovra finanziaria. Le scuole italiane soffrono da anni la mancanza di fondi, temiamo quindi che ulteriori tagli non possano migliorare la situazione. Nello schema di piano programmatico del Ministero dell'Istruzione presentato ai sindacati, infatti, si spiega nel dettaglio dove si risparmieranno questi soldi.
MENO ORE E MENO INDIRIZZI - Il piano individua tre aree di intervento: il primo e più rilevante per gli studenti delle scuole superiori riguarda la revisione degli ordinamenti scolastici.
- I Licei classici, scientifici, linguistici e delle scienze umane devono ridurre il loro orario a massimo 30 ore settimanali. Questo, se lascia invariati gli orari dei corsi tradizionali, colpisce gli indirizzi sperimentali, dallo psicopedagogico alle varie sperimentazioni degli altri licei (bilinguismo, PNI, Brocca, ecc.).
- I Licei artistici dovranno ridurre il loro orario dalle oltre 40 ore a 32 ore.
- Sugli Istituti Tecnici e Professionali cadrà la mannaia. Anche per loro l'orario calerà da 40 a 32 ore, il che comporterà una drastica riduzione delle materie di indirizzo. Si adopererà inoltre una semplificazione degli indirizzi (che sono più di 800), riducendoli ad un numero contenuto (sembra 11). Gli istituti professionali con corrispondente istituto tecnico confluiranno in quest'ultimo a partire dall'anno 2009/20010 (ad esempio, l'Istituto Professionale per il Turismo diventerà Tecnico per il Turismo).
- I corsi per adulti saranno riformati radicalmente, riducendone le materie di insegnamento e subordinandone l'autorizzazione ad un buon esito dei corsi.
Già basta per rimanere perplessi: può avere senso dire "la materia X è inutile, quindi tagliamo 3 ore a settimana", ma ha senso invece "intanto togliamo 3 ore, poi qualche materia da tagliare si trova"?
MENO SCUOLE E SUCCURSALI - L'Italia è un paese di piccoli comuni, e pertanto la Scuola Italiana è frazionata in 28.000 plessi diversi, un terzo dei quali ha meno di 100 alunni! In tempi medio-lunghi, si prevede di chiudere le sedi più piccole, di concerto con Regioni ed Enti locali che devono provvedere con reti di trasporto opportune affinché la gente non si ritrovi impossibilitata ad andare a scuola per motivi logistici.
Nel frattempo, si potranno ridurre a succursale le 700 scuole che non hanno i requisiti dei 300 alunni minimi per poter ottenere l'autonomia. Per ora, si risparmierà su 700 posti di presidi e segretari.
CLASSI PIU' PIENE - Già dal prossimo anno scolastico, le classi dovranno essere più numerose, aumentando il rapporto alunni/classe di 0,4 in tre anni. Per fare un esempio, secondo alcune stime in provincia di Modena si rischierà di avere classi da 35 persone!
MENO PROFESSORI E BIDELLI - Via anche il più possibile bibliotecari, professori del CIC, tutti i cosiddetti "fuori ruolo" (per scelta, per esigenze o per malattia). Da tutto ciò, si prevede che resteranno senza cattedra 12.000 docenti di scuola superiore. Questi saranno "riciclati" grazie ad un allargamento delle classi di concorso, per cui potranno essere utilizzati per rattoppare buchi e supplenze al posto degli insegnanti precari. Che potranno finalmente stare a casa.
Oltre a questo, si prevede un taglio del 17% del personale ATA (bidelli, segretari, tecnici di laboratorio, ecc.), ovvero 15.000 persone in meno ogni anno.
UNA SCUOLA MIGLIORE? - Un'azione così onerosa per la scuola avrebbe meritato una discussione e una ponderazione maggiori. La scuola italiana ha molti difetti strutturali, ha delle lungaggini burocratiche insanabili, ma ha anche dei tratti positivi, che andrebbero valorizzati. Come dice il ministro Gelmini, "la Scuola non deve essere uno stipendificio", riferendosi al fatto che il 97% di quanto lo Stato spende per la scuola se ne va in stipendi. Ora, queste riduzioni tagliano il personale e quindi gli stipendi (un giro di vite pari a 4 fallimenti di Alitalia), ma non restituiscono soldi alla scuola. Una "riforma della scuola" dovrebbe avere degli obiettivi chiari, che vanno al di là del risparmio e della semplificazione. In questo caso, è veramente difficile vederli.