Zhuweiqiu
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Concetti Chiave

  • Dante utilizza ironia e sarcasmo per evidenziare la realtà dei fiorentini attaccati ai beni terreni e incapaci di comprendere la giustizia.
  • Contrappone i fiorentini ai saggi, sottolineando come i primi ambiscano a potere senza responsabilità, mentre i saggi evitano incarichi importanti.
  • Esprime un legame con Firenze, ma prende le distanze criticando la città per l'accumulo ingiusto di ricchezza e le guerre tra fazioni.
  • Richiama la classicità paragonando Firenze ad Atene e Sparta, evidenziando l'instabilità politica e la mutabilità delle leggi fiorentine.
  • Conclude paragonando Firenze a una malattia difficile da guarire, suggerendo che il cambiamento richiede una trasformazione profonda dei cittadini.

Indice

  1. L'ironia di Dante verso Firenze
  2. Contrapposizione tra fiorentini e saggi
  3. Dante e la sua distanza da Firenze
  4. La ricchezza ingiusta di Firenze
  5. Instabilità politica e morale
  6. Firenze come una persona malata

L'ironia di Dante verso Firenze

Nel 127 si capisce come, nonostante le difficoltà e il disagio, Dante si senta appartenente alla cittadina ; l’invettiva è ironica, vengono fatte delle frecciatine a Firenze e proprio grazie a questa ironia viene fatta trapelare quella che è la realtà.

All’ironia si aggiunge il sarcasmo, e la cittadinanza troppo legata ai beni terreni (effimeri).

Contrapposizione tra fiorentini e saggi

Dal 130 in poi i fiorentini vengono contrapposti a molte persone che conoscono il significato di giustizia, perché questi si macchiano di un attaccamento estremo alla materialità, sono i primi a parlare ma gli ultimi che dovrebbero.

Tra i versi 133 e 134 viene spiegato che i saggi non vogliono la responsabilità che deriva dagli incarichi importanti, per questo non li ricoprono, mentre i fiorentini vogliono sistemarsi a livello sociale e diversamente dai saggi ambiscono a raggiungere i piani alti ma senza prendersi le proprie responsabilità.

Dante e la sua distanza da Firenze

Nonostante riconosca dei peccati in lei, c’è familiarità tra Dante e Firenze grazie all’apostrofe con il “ti” e il “tu” (poliptoto); l’autore non si fa il problema essere accettato come i suoi compaesani, ma ne prende le distanze e dice cosa pensa, dunque è fermo e crede nelle sue idee e pur di esprimerle è disposto a rimetterci.

La ricchezza ingiusta di Firenze

La ricchezza di Firenze è stata accumulata in maniera ingiusta in quanto i capi della città erano sprovveduti perché non pensavano al suo bene ma alla propria ricchezza, in più erano presenti le guerre tra fazioni. Dante ragiona per deduzione in quanto passa dal generale (Italia) al particolare con Firenze.

Nel v.139, attraverso il paragone Atene e Sparta, è presente un richiamo alla classicità perché mentre le leggi di queste venivano applicate ( i legislatori Solone e Licurgo le fecero e imposero di rispettarle), a Firenze avevano avuto breve durata perché la situazione politica era cambiata continuamente quindi i codici a volte venivano rispettati e a volte no.

Instabilità politica e morale

Le lotte politiche interne alla città, divise in tante fazioni, provocarono un mutamento delle leggi, della moneta e degli incarichi pubblici: per via del cambiamento continuo il cittadino non ha più un punto fermo. Viene determinata un’instabilità a livello morale e Dante se ne distacca in quanto non vi si riconosce, come Sallustio di fronte alla perdita del mos maiorum: è questo dunque un topos letterarop perché lo stesso tema viene filtrato attraverso il contesto storico-letterario.

Firenze come una persona malata

In conclusione, il poeta paragona Firenze a una persona malata, con la metafora della malattia come sinonimo di qualcosa che difficilmente guarisce. Il malessere è molto profondo perché si agita e tenta di trovare sollievo, ma questo rappresenta un’utopia perché bisognerebbe che cambiasse la mente dei cittadini, che hanno bisogno di un buon imperatore. In più, Firenze guarda ciò che fa l’Italia in generale, il più piccolo si comporta come il più grande quindi questa deve dare il buon esempio.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'atteggiamento di Dante verso Firenze?
  2. Dante esprime un'ironia pungente verso Firenze, utilizzando sarcasmo per evidenziare la realtà della città e il suo attaccamento ai beni terreni.

  3. Come vengono contrapposti i fiorentini ai saggi?
  4. I fiorentini sono descritti come attaccati alla materialità e ambiziosi, mentre i saggi evitano responsabilità importanti e non cercano il potere.

  5. In che modo Dante si distanzia da Firenze?
  6. Dante mantiene una familiarità con Firenze ma si distanzia criticandola apertamente, mostrando fermezza nelle sue idee anche a costo di essere emarginato.

  7. Qual è la critica di Dante sulla ricchezza di Firenze?
  8. Dante critica la ricchezza di Firenze come ingiustamente accumulata, con i leader più interessati al proprio guadagno che al bene comune, e sottolinea l'instabilità politica.

  9. Come viene descritta l'instabilità politica e morale di Firenze?
  10. Firenze è descritta come instabile a causa delle lotte interne e dei cambiamenti continui nelle leggi e nei valori, paragonata a una persona malata che difficilmente può guarire.

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