Langello
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Concetti Chiave

  • Il canto si svolge nel cielo di Marte, abitato dagli spiriti dei martiri della fede, e prosegue il dialogo con Cacciaguida.
  • Dante, su invito di Beatrice, interroga Cacciaguida sulle profezie incontrate nei canti precedenti dell'Inferno e del Purgatorio.
  • Cacciaguida affronta il tema della prescienza divina e del libero arbitrio, sostenendo la posizione di San Tommaso d'Aquino.
  • Viene profetizzato l'esilio di Dante da Firenze, con una critica alla Curia papale e un riconoscimento alla famiglia dei Della Scala.
  • Cacciaguida esorta Dante a non temere le ripercussioni del suo poema e a diffondere il suo messaggio senza esitazioni.

Indice

  1. Il Cielo di Marte
  2. Dubbi e Profezie
  3. Prescienza Divina e Libero Arbitrio
  4. Profezia dell'Esilio di Dante
  5. L'Esortazione di Cacciaguida

Il Cielo di Marte

Si svolge nel cielo di Marte, ove risiedono gli spiriti di coloro che combatterono e morirono per la fede.

E si tratta del terzo canto del trittico dedicato a Cacciaguida.

Dubbi e Profezie

Terminato il discorso di Cacciaguida nel canto precedente, a Dante sorgono nuovi dubbi che però non osa esprimere (sentendosi come Fetonte, la cui tragica fine fu causata dal desiderio di sapere di essere figlio di Apollo). Su esortazione di Beatrice però, il poeta chiede spiegazioni sulle numerose e vaghe profezie di cui ha sentito parlare nell’Inferno e nel Purgatorio (Ciacco nel sesto, Farinata degli Uberti nel decimo, Brunetto Latini nel quindicesimo e Vanni Fucci nel ventiquattresimo; Corrado Malaspina nell’ottavo e Oderisi da Gubbio nell’undicesimo).

Prescienza Divina e Libero Arbitrio

Cacciaguida gli risponde iniziando il discorso con una digressione sulla prescienza divina. Tale riflessione è importante perché viene affrontata una questione teologica molto dibattuta che opponeva i tomisti (sostenitori della libertà dell’uomo) agli agostiniani (sostenitori di una forma di predestinazione). Il problema era conciliare la prescienza divina (la conoscenza di Dio di tutti gli eventi anche futuri) e il libero arbitrio umano. Dante aveva già affrontato il problema nel canto sedicesimo del Purgatorio.

“Un uomo che assiste da terra alle manovre di una nave non rende necessario quel movimento, non lo condiziona”. Dante appoggia quindi la dottrina di San Tommaso d’Aquino.

Profezia dell'Esilio di Dante

Inizia poi la profezia sul futuro del poeta che inizia con un’altra similitudine: come Ippolito dovette lasciare Atene, pur essendo innocente, per colpa della matrigna Fedra, così egli sarà esiliato a Firenze per colpa della Curia papale, dove ogni giorno Cristo viene mercanteggiato (critica quindi i fiorentini a Roma e in particolare Bonifacio VIII).

In due terzine molto intense viene descritta l’angoscia di chi deve mangiare il pane altrui, di chi deve salire e scendere le scale di case estranee per chiedere asilo; ma anche la compagnia con cui si troverà Dante all’inizio dell’esilio, quella dei Guelfi Bianchi fuoriusciti, malvagia e divisa, da cui ben presto egli prenderà le distanze senza partecipare al loro tentativo non riuscito di rientrare a Firenze con la celebre battaglia di Lastra. Nella sua sventura avrà però modo di conoscere anche personaggi positivi: viene qui lodata la famiglia dei Della Scala di Verona, in particolare Cangrande della Scala (a cui sarà dedicato il Paradiso).

Cacciaguida fa poi altre profezie, che il poeta però non riporta perché sarebbero ritenute troppo incredibili.

L'Esortazione di Cacciaguida

Dante introduce quindi un altro importante punto, esprimendo nuovi dubbi rivolti al suo trisavolo, manifestando il suo timore di ripercussioni per la testimonianza che renderà col suo poema e anche di perdere la fama presso i posteri se per prudenza tacerà.

Con le parole di Cacciaguida Dante ribadisce la natura provvidenziale e sacrale del suo viaggio; Cacciaguida lo esorta infatti a non tacere ma a levare alto il suo grido, che come il vento percuoterà le cime più alte, cioè i personaggi più in vista: solo chi avrà la coscienza sporca d’altronde potrà sentirsi colpito, mentre per gli altri l’opera, una volta assimilata costituirà un “vital nutrimento”.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del Cielo di Marte?
  2. Il Cielo di Marte è dedicato agli spiriti di coloro che combatterono e morirono per la fede, ed è il terzo canto del trittico dedicato a Cacciaguida.

  3. Quali dubbi esprime Dante nel canto?
  4. Dante esprime dubbi riguardo alle numerose e vaghe profezie sentite nell'Inferno e nel Purgatorio, ma esita a esprimerli finché Beatrice lo esorta a chiedere spiegazioni.

  5. Come viene affrontato il tema della prescienza divina e del libero arbitrio?
  6. Cacciaguida discute la prescienza divina, un tema teologico che opponeva i tomisti agli agostiniani, e Dante appoggia la dottrina di San Tommaso d’Aquino, che concilia la prescienza divina con il libero arbitrio umano.

  7. Cosa prevede la profezia dell'esilio di Dante?
  8. La profezia prevede che Dante sarà esiliato da Firenze per colpa della Curia papale, e descrive l'angoscia dell'esilio e la compagnia dei Guelfi Bianchi, ma anche incontri positivi come quello con la famiglia Della Scala di Verona.

  9. Qual è l'esortazione di Cacciaguida a Dante?
  10. Cacciaguida esorta Dante a non tacere ma a levare alto il suo grido nel poema, poiché solo chi ha la coscienza sporca si sentirà colpito, mentre per gli altri l'opera sarà un "vital nutrimento".

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