elecuglia
Ominide
5 min
Vota

Concetti Chiave

  • Ugolino narra la sua prigionia e la morte dei figli, sperando di gettare infamia sull'arcivescovo Ruggieri, mentre Dante esprime indignazione verso Pisa per l'ingiustizia subita.
  • Dante lancia un'invettiva contro Pisa, augurando che l'Arno straripi per punire la città, esprimendo sentimenti di giustizia e pietà per Ugolino e i suoi figli innocenti.
  • Nella terza zona, Tolomea, i traditori degli ospiti soffrono in una posizione supina, con le lacrime che si congelano sugli occhi, aumentando il loro dolore e impedendo il pianto.
  • Frate Alberigo spiega a Dante che nella Tolomea l'anima del traditore cade subito, mentre un diavolo occupa il suo corpo sulla terra, illustrando il suo tradimento con un proverbiale inganno.
  • Dante conclude con un'invettiva contro i Genovesi, criticandone la malvagità e augurando il loro annientamento, sottolineando la loro dissolutezza morale.

Indice

  1. Ugolino racconta la morte dei figli e la sua
  2. Invettiva contro Pisa
  3. Passaggio alla terza zona, Tolomea, sede dei traditori degli ospiti
  4. Colloquio con frate Alberigo
  5. Invettiva contro i Genovesi

Ugolino racconta la morte dei figli e la sua

Sollevato il capo dal fiero pasto e forbita la bocca sui capelli della testa che sta rodendo, il dannato dichiara di essere il conte Ugolino. Narra quindi i particolari della prigionia e della morte sua e dei figli, sperando che il racconto, da Dante riferito ai vivi, getti infamia sopra l'arcivescovo Ruggieri, sul cui capo egli riprende ad accanirsi.

Invettiva contro Pisa

Ugolino ha terminata la narrazione della propria morte ed ha ripreso a rodere il capo dell'arcivescovo Ruggieri: Dante prorompe in un'amara e terribile invettiva contro Pisa, augurando che le due isole della Capraia e della Gorgona si muovono e blocchino l'Arno sulla foce, facendolo straripare per annegare tutti i cittadini della crudele città. Se il conte Ugolino si era macchiato di tradimento, lui solo doveva pagare, non i figli innocenti.

Nei versi 79-84 si distende questa terribile invettiva, che inizia tutta una serie di imprecazioni contro la ghibellina Pisa, non nasce da motivi politici o di pace, ma dalla coscienza offesa del poeta, dai suoi sentimenti umani di giustizia e di pietà; e se sfumatura politica vi fosse, essa nascerebbe dallo sdegno contro gli abusi e le illegalità compiute dalle fazioni, che si risolveranno sempre, o quasi sempre, in sfoghi di odi privati. Questa invocata distruzione di tutti i cittadini di Pisa, colpevoli o innocenti, sembra uno di quei terribili castighi biblico, quando l'ira di Dio scendeva tremenda e inesorabile sulle città maledette.

Passaggio alla terza zona, Tolomea, sede dei traditori degli ospiti

I due poeti passano nella terza zona, Tolomea, dove sono puniti i traditori degli ospiti. Questi dannati pure confitti nel ghiaccio come gli altri, stanno però rovesciati col capo supino, cosicché le lacrime uscite dagli occhi ristagnano e, gelate, formano una visiera di cristallo, costringendo le altre a tornare indietro e ad aumentare il dolore. Qui Dante sente alquanto vento e ne chiede la ragione a Virgilio; il maestro gli risponde che tra poco sarà in un luogo dove l'occhio gli darà spiegazione del fatto.

Per questi dannati si aggiunge un nuovo tormento: essendo volti col viso in su, le lacrime riempiono la cavità dell'occhio e ghiacciandosi, impediscono alle altre di uscire, aggiungendo al dolore morale dell'impedimento al pianto quello materiale delle lacrime che premono gli occhi, non potendo sgorgare. Per questo il poeta dice che lì il pianto stesso impedisce il pianto (v.94).

Nell'inferno, dove per la mancanza di sole, non esistono mutazioni atmosferiche, non può esserci vento: da ciò lo stupore di Dante. Ma questi aveva già immaginato che i lussuriosi fossero trascinati da vento di bufera.

Colloquio con frate Alberigo

Uno dei dannati che credi i due poeti peccatori destinati all'ultima zona, li prega di togliergli le lacrime ghiacciate che gli impediscono il pianto. Dante lo promette a patto che costui gli riveli il suo nome. Il dannato dichiara di essere frate Alberigo, e allo stupore di Dante che lo sa ancor vivo, spiega che, i ìn questa zona, l'anima del traditore piomba immediatamente, appena commesso il tradimento, mentre il diavolo entra nel corpo e gli sta dentro finché si compiano gli anni destinati alla vita. A chiarimento di ciò indica lì vicino, l'anima di Branca Doria, che appena compiuta l'uccisione proditoria di Michele Zanche è piombata lì, mentre un demonio continua sulla terra ad occuparne il corpo. Terminato il suo dire il dannato prega Dante di togliergli il velo di lacrime gelate, ma Dante non lo esaudisce, ritenendo cortesia essere con lui villano.

Frate Alberigo, nel corso della sua vita, fu in discordia con alcuni parenti, Manfredo e Alberghetto dei Manfredi. Fingendo di volersi riappacificare con essi, li invitò a pranzo nella villa di Cesate con l'intenzione di trucidarli. Infatti alla fine del pranzo ordinò a voce alta ai servi di portare la frutta. Era il segnale convenuto: quelli vennero furi e assassinarono Manfredo e Alberghetto. Attesta un antico commentatore che da questo avvenimento nacque la frase proverbiale "frutta di frate Alberigo" per indicare proditorie uccisioni.

Invettiva contro i Genovesi

Alla fine dell'episodio Dante esce in un'aspra invettiva contro i Genovesi, a cui augura, per la loro malvagità di costume, l'annientamento.

Domande da interrogazione

  1. Chi è il conte Ugolino e quale storia racconta?
  2. Il conte Ugolino è un dannato che narra la prigionia e la morte sua e dei suoi figli, sperando di gettare infamia sull'arcivescovo Ruggieri.

  3. Qual è l'invettiva di Dante contro Pisa?
  4. Dante esprime un'amara invettiva contro Pisa, augurando che l'Arno straripi per annegare i cittadini, colpevoli o innocenti, per l'ingiustizia subita da Ugolino e i suoi figli.

  5. Cosa accade nella terza zona, Tolomea?
  6. Nella terza zona, Tolomea, sono puniti i traditori degli ospiti, con le lacrime che si congelano sugli occhi, aumentando il loro dolore.

  7. Chi è frate Alberigo e quale è la sua storia?
  8. Frate Alberigo è un dannato che spiega a Dante che la sua anima è caduta all'inferno subito dopo il tradimento, mentre un diavolo occupa il suo corpo sulla terra.

  9. Qual è l'invettiva di Dante contro i Genovesi?
  10. Dante lancia un'invettiva contro i Genovesi, augurando il loro annientamento per la loro malvagità di costume.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community