Concetti Chiave
- Il Conte Ugolino è il protagonista del canto, noto per aver divorato la testa dell'arcivescovo Ruggieri.
- Ugolino racconta la sua prigionia nella torre della Muda con i suoi figli, culminata in una tragica morte per fame.
- Dante critica aspramente la città di Pisa, augurandole una catastrofica fine a causa delle ingiustizie subite da Ugolino.
- Dante e Virgilio entrano nella zona Tolomea, dove i traditori degli ospiti giacciono supini in un lago ghiacciato.
- Frate Alberigo, un dannato, chiede aiuto a Dante, ma viene invece deriso e maledetto, insieme ai genovesi, da Dante stesso.
Il dramma del Conte Ugolino
Il protagonista di questo canto è il Conte Ugolino, il quale divora la testa dell'arcivescovo Ruggieri. Dante, incuriosito dalla vicenda del Conte, gli chiede di raccontarla. Questi racconta di essere stato rinchiuso, con i suoi figli, nella torre della Muda. Un sogno premonitore, in cui tutti loro erano la preda in una battuta di caccia, rivelò la loro fine per opera di Ruggieri. Essi furono certi che la loro morte era vicina quando udirono inchiodare il varco d'accesso della torre. Una lunga agonia durata giorni si concluse poi dapprima con la morte dei figli. Ugolino, dilaniato dalla fame, si cibò delle loro carni.
La critica di Dante a Pisa
Dante, sdegnato, fa una critica alla città di Pisa, augurandosi che la città faccia una fine catastrofica e venga inondata, causando la morte della popolazione.
L'incontro con frate Alberigo
Successivamente Dante e Virgilio entrano nella zona Tolomea, in cui sono reclusi eternamente i traditori degli ospiti, i quali sono costretti a stare supini in un lago ghiacciato. Uno di loro, di nome frate Alberigo, chiede ai due pellegrini di essere liberato, rivelando la sua identità e quella di un altro personaggio, di nome Branca Doria, raccontando la storia di come il loro corpo posseduto da un diavolo di sia costato loro la permanenza all'Inferno. Dante si rifiuta di aiutarlo e lancia un'imprecazione contro i genovesi.