Concetti Chiave
- Nel V bolgia dell'Inferno, Dante incontra i barattieri, puniti per aver venduto cariche pubbliche, riflettendo sulla corruzione politica.
- Dante osserva un diavolo che afferra un peccatore, esemplificando la punizione con la pece bollente che simboleggia la corruzione.
- I diavoli deridono il barattiere lucchese, collegando la sua punizione alla corruzione a Lucca, una città sotto il controllo dei Neri come Firenze.
- Il barattiere è probabilmente Martino Bottario, rappresentando la critica di Dante alla borghesia e ai magistrati corrotti di Lucca.
- Il canto enfatizza la crudeltà e l'ironia dei diavoli, mettendo in secondo piano Dante stesso e utilizzando un linguaggio volgare e beffardo.
Indice
La punizione dei barattieri
Nella V bolgia del VIII cerchio dell’Inferno sono puniti i barattieri cioè coloro che in vita hanno venduto le cariche pubbliche. il peccato di baratteria tocca personalmente Dante perché egli fu esiliato da Firenze propri per questa accusa. Tuttavia Dante non accenna alla vicenda personale come se le accuse lanciategli dagli avversari non fossero nemmeno degne di una risposta. Nonostante questo, attraverso un barattiere lucchese, egli ci presenta gli abitanti corrotti di una città come Lucca, governata dai Neri, come Firenze era in mano ai Neri dopo il colpo di stato del 1301-1302.
La pece bollente e i diavoli
Per analogia, i barattieri sono immersi nella pece bollente che li invischia come li invischiò la corruzione di cui si macchiarono nella vita. Nel caso in cui risalgano in superficie, essi vengono immediatamente afferrati dai diavoli in voli che li straziano con i loro artigli.
L'incontro con il diavolo nero
Dante si trova sul ponte che collega la IV con la V bolgia ed osserva quanto sta succedendo in basso:
Mentre io guardavo attentamente in basso
la mia guida mi disse “ Fai attenzione!
e mi trasse verso di lui dal luogo in cui mi trovavo.
Allora mi rigirai come colui che è desideroso
di vedere il pericolo da cui è bene che si allontani
ed è indebolito da una paura improvvisa,
il quale, per volgersi indietro a guardare, non ritarda la fuga:
e vidi dietro di noi un diavolo nero
venire correndo su per lo scoglio roccioso.
Ahimè com’era terribile nell’aspetto!
e come mi sembrava crudele nel suo atteggiamento
con le ali aperte ed agile nell’andamento!
Sulle spalle, angolose e sporgenti,
portava un peccatore che gravava su di lui con le due anche
ed il diavolo lo teneva per il tendine dei piedi.
Il destino del magistrato di Lucca
Dal ponte in cui noi ci trovavamo disse. “ O Malebranche,
ecco uno dei magistrati di Lucca!
Immergetelo sotto la pece! (S. Zita è una santa di Lucca)
che io ritorno di nuovo
In quella terre di è ben fornita:
tutti [in questa città] sono barattieri, eccetto Bonturo;
li, per denaro, il no si cambia in sì.
Lo butto nella pece e risalì lo scoglio
Roccioso; e mai non ci fu un mastino sciolto
così veloce ad inseguire il ladro.
Il corpo del dannato si tuffa nella pece e ritorna a galla tutto ricoperto di pece. A questo punto, i diavoli che se ne stavano nascosti sotto il ponte, in tono di scherno, gli lanciano contro una frase ironica. “In questo luogo non c’è il crocifisso del Volto Santo come a Lucca e qui non si nuota come nel Serchio, il fiume che attraversa Lucca. Dopo averlo infilzato con molti uncini, gli consigliano, sempre a presa di giro, di dibattersi per il dolore sotto la superficie, affinché tu possa dedicarsi tranquillamente ai suoi loschi affari, come aveva fatto nella vita terrena. E a questo punto, Dante ci presenta una similitudine: non diversamente i cuochi ed i loro sguatteri si comportano quando con un uncino, spingono in basso i pezzi di carne affinché essi possano cuocere a puntino.
La figura del barattiere lucchese
Il barattiere lucchese è definito soltanto nella sua carica e dalla città in cui visse. E’ probabile che si tratti di Martino Bottario che dagli atti risulta essere morto poco tempo prima del viaggio immaginario di Dante attraverso l’oltretomba. Ci si può chiedere perché Dante ne abbia nascosto il nome. Lo ha fatto forse per ovvie ragioni poiché i contemporanei sapevano bene di chi si trattasse, oppure perché egli voleva incolpare la borghesia di Lucca e i suoi magistrati, condannati in blocco come barattieri, cioè come politici corrotti, abituati a trarre profitti illeciti dalle loro cariche pubbliche, come risulta anche dalle parole del diavolo che lo getta nella pece bollente.
L'ironia dei diavoli
Il canto è tutto incentrato su sulle azioni dei diavoli e sulla figura del barattiere a tal punto che anche Dante finisce letteralmente in secondo piano. La bassezza dello stile è segnalato dalla beffarda ironia dei diavoli, dal lessico volgare, dal tono litigioso dei diavoli e dai loro suoni osceni.
Domande da interrogazione
- Qual è il peccato dei barattieri e come vengono puniti nell'Inferno di Dante?
- Come viene rappresentato l'incontro di Dante con il diavolo nero?
- Chi è il magistrato di Lucca menzionato nel testo e qual è il suo destino?
- Qual è l'ironia dei diavoli nei confronti del barattiere lucchese?
- Perché Dante potrebbe aver nascosto il nome del barattiere lucchese?
I barattieri sono coloro che hanno venduto cariche pubbliche e vengono puniti nella V bolgia dell'VIII cerchio dell'Inferno, immersi in pece bollente e tormentati dai diavoli.
Dante osserva un diavolo nero che corre verso di lui, portando un peccatore sulle spalle, e lo getta nella pece bollente, mostrando un atteggiamento crudele e terribile.
Il magistrato di Lucca, probabilmente Martino Bottario, viene gettato nella pece bollente dai diavoli, simbolo della corruzione e dei profitti illeciti tratti dalle cariche pubbliche.
I diavoli usano un tono ironico e beffardo, paragonando la situazione del barattiere alla mancanza del crocifisso del Volto Santo e al nuoto nel Serchio, deridendolo mentre lo infilzano con uncini.
Dante potrebbe aver nascosto il nome per ovvie ragioni, poiché i contemporanei sapevano di chi si trattasse, o per incolpare la borghesia di Lucca e i suoi magistrati in generale come corrotti.