Concetti Chiave
- Nella città di Dite, Dante e Virgilio attraversano il sesto cerchio dell'Inferno, dove gli eretici, soprattutto gli epicurei, sono puniti in sepolcri infuocati per la loro negazione dell'immortalità dell'anima.
- La pena degli eretici è un contrappasso per analogia: immersi nelle fiamme come al rogo medievale e sepolti per aver sostenuto la mortalità dell'anima.
- In questo canto, Dante incontra Farinata degli Uberti, un fiero capo ghibellino, che discute con lui riguardo alla rivalità tra Guelfi e Ghibellini, e profetizza l'esilio di Dante.
- L'incontro con Cavalcante Cavalcanti evidenzia la limitata prescienza dei dannati, che conoscono il futuro ma non il presente, causando un malinteso sulla sorte del figlio Guido.
- Dante, turbato dalla profezia di Farinata e dal dolore di Cavalcante, riprende il cammino con Virgilio, riflettendo sulla possibilità di chiarimenti futuri in Paradiso.
Indice
Il Cerchio degli Eretici
Cerchio 6°, lungo lo stretto sentiero che corre fra le mura della città di Dite e i sepolcri scoperchiati degli eretici
Eretici = persone che pur continuando a dichiararsi cristiane, negano alcune verità a cui si deve credere per fede. Qualche critico sostiene che si tratterebbe soltanto degli epicurei (= coloro che ritengono il raggiungimento del piacere l’unico fine dell’esistenza e non credono nell’immortalità dell’anima)
La Pena degli Eretici
I dannati sono collocati in sepolcri infuocati, più o meno caldi a seconda della gravità dell’eresia.
Possono conoscere il futuro, ma non il presente (= ciò che sta succedendo sulla terra); per questo, dopo il Giudizio Universale non potranno avere più nessuna conoscenza.
Gli eretici sono posti in sepolcri scoperchiati, immersi nelle fiamme; dopo il Giudizio Universale, le tombe verranno chiuse in maniera definitiva. Si tratta di una pena dalla doppia valenza:
• Dal momento che, nel Medioevo, gli eretici venivano messi al rogo, così nell’Inferno essi sono immersi nelle fiamme (contrappasso per analogia).
• Così come essi – e, in particolar modo, gli epicurei – hanno sostenuto la mortalità dell’anima, così sono posti in delle tombe (contrappasso per analogia).
Farinata degli Uberti, Cavalcante Cavalcanti, Federico II di Svevia, Cardinale Ottaviano degli Ubaldini
Custodi Nessuno
Guido Cavalcanti (figlio di Cavalcante)
Beatrice
• I sepolcri degli epicurei (vv. 1-21)
• Farinata degli Uberti (vv. 22-51)
• Cavalcante Cavalcanti e interruzione del colloquio con Farinata (vv.
52-72)
• Ripresa del colloquio con Farinata - Profezia di Farinata (vv. 73-93)
• Limiti della prescienza dei dannati (vv. 94-120)
• Smarrimento di Dante (vv. 121-136)
Incontro con Farinata
Virgilio e Dante sono ora nel sesto cerchio dell’Inferno, il cerchio degli eretici. Dante punta la sua attenzione sugli Epicurei, vale a dire coloro che negavano l’immortalità dell’anima (tale eresia era assai diffusa e attribuita specialmente ai Ghibellini, e aveva avuto largo seguito anche a Firenze).
Dante s’arresta sbigottito: davanti a lui una grande distesa di tombe di pietra infuocate (il fuoco richiama il rogo con cui venivano condannati gli eretici del Medioevo) tutte aperte, dalle quali escono gemiti e lamenti, e nessun diavolo a fare la guardia.
Virgilio spiega a Dante che in quel luogo sono sepolti tutti i seguaci di Epicuro, che non hanno creduto nell’immortalità dell’anima. Le loro tombe saranno rinchiuse per sempre quando, nel giorno del Giudizio Universale, quando gli spiriti si ritroveranno nella valle di Giosafàt assieme ai loro corpi.
Virgilio aggiunge che presto il desiderio di Dante (vedere Farinata, della cui sorte ha già saputo da Ciacco nel canto 6°) verrà soddisfatto.
Farinata degli Uberti (vv. 22-51)
Dialogo con Cavalcante
Dante e Virgilio stanno camminando fra i sepolcri infuocati, in cui quei dannati sono imprigionati, quando li sorprende una voce.
È Farinata degli Uberti, il grande capo dei Ghibellini di Firenze. Fieramente, egli interroga Dante per sapere chi fossero i suoi antenati: furono Guelfi e quindi suoi nemici. Due volte sbaragliò e disperse la parte guelfa a cui aderivano anche gli Alighieri. «Sì», replica Dante, punto nel vivo «ma due volte vi tornarono, mentre ancora oggi, Farinata, i vostri non possono entrare in città».
Ecco apparire un’altra anima, che riconosce Dante: è Cavalcante Cavalcanti, padre di Guido Cavalcanti, uno dei più autorevoli rappresentanti della scuola del Dolce Stil Novo e amico di Dante stesso.
Cavalcante chiede del figlio e poiché Dante tarda a rispondere crede che suo figlio Guido sia morto (in realtà Guido sarebbe morto il 29 agosto 1300: quindi era ancora vivo nel momento in cui Dante pone il suo viaggio ultraterreno, nella settimana santa dello stesso anno. Cavalcante è vittima di un equivoco, così si accascia nuovamente nella tomba in un dolore disperato per non tornare fuori mai più.
La caratteristica eccezionale di tale incontro è che al suo interno se ne innesta un altro: le due personalità sono diverse e si pongono in opposizione.
Farinata, che nel frattempo è rimasto immobile perché tutto intento a riflettere su ciò che gli aveva detto Dante (della sconfitta del suo partito e della sua famiglia) e altrettanto insensibile al dramma umano di Cavalcante, riprende il discorso di prima, che era stato interrotto dall’apparizione di questi.
Profezia di Farinata
Farinata, rattristato dalla disfatta dei Ghibellini dopo la sua morte, profetizza l’esilio di Dante (che iniziò nel 1302). Chiede poi a Dante perché a Firenze si prendano tante risoluzioni contro la sua famiglia. Dante risponde che il motivo è legato al ricordo della strage della Battaglia di Montaperti (1260), in cui tanto sangue fu sparso da arrossare le acque del fiume Arbia. Farinata allora difende il proprio operato e ricorda che, quando la sua fazione avrebbe voluto radere al suolo Firenze, egli solo lo impedì.
Dante chiede a Farinata se è vero, come dimostrano il caso suo e di Cavalcante, che i dannati possono conoscere il futuro, ma ignorano il presente: Farinata conferma l’impressione del poeta.
Dante, dispiaciuto di aver fatto credere a Cavalcante che suo figlio Guido fosse morto, gli chiede di informare il padre dell’amico sulla verità. Intanto Virgilio lo richiama affinché chieda a Farinata quali altri dannati sono puniti con lui. Farinata gli risponde che in quel cerchio si trova con più di mille dannati, tra essi Federico II di Svevia e il Cardinale (si riferisce a Ottaviano degli Ubaldini, vescovo di Bologna e discendente da illustre famiglia ghibellina). Tace sugli altri.
Dante riprende il cammino turbato dalla profezia: Virgilio lo esorta a ricordarla, perché in Paradiso potrà ottenere chiarimenti. I due poeti lasciano così le mura di Dite, per avviarsi verso il cerchio successivo.
Domande da interrogazione
- Qual è la pena inflitta agli eretici nel sesto cerchio dell'Inferno?
- Chi sono i personaggi principali incontrati da Dante nel cerchio degli eretici?
- Qual è la profezia che Farinata rivela a Dante?
- Qual è la caratteristica della conoscenza dei dannati secondo Farinata?
- Quali altri dannati sono menzionati da Farinata nel sesto cerchio?
Gli eretici sono collocati in sepolcri infuocati, che variano in calore a seconda della gravità dell'eresia. Dopo il Giudizio Universale, le tombe verranno chiuse definitivamente.
Dante incontra Farinata degli Uberti e Cavalcante Cavalcanti, due figure storiche legate ai Ghibellini e alla scuola del Dolce Stil Novo.
Farinata profetizza l'esilio di Dante, che avrà inizio nel 1302, e discute delle risoluzioni prese contro la sua famiglia a Firenze.
I dannati possono conoscere il futuro ma ignorano il presente, come confermato da Farinata durante il dialogo con Dante.
Farinata menziona che tra i dannati con lui ci sono più di mille anime, tra cui Federico II di Svevia e il Cardinale Ottaviano degli Ubaldini.