alexmont
Ominide
4 min. di lettura
Vota 4 / 5

Concetti Chiave

  • L'Antinferno ospita gli ignavi, anime che non scelsero né il bene né il male, costrette a inseguire un vessillo mentre vengono punzecchiate da insetti.
  • Dante mostra disprezzo per gli ignavi, ritenendoli indegni anche dell'Inferno, che li respinge sulla soglia, senza alcuna pietà.
  • Il misterioso "colui che fece il gran rifiuto" potrebbe riferirsi a Celestino V o a figure storiche come Ponzio Pilato o Esaù.
  • Il fiume Acheronte, confine tra gli ignavi e l'Inferno, è descritto come generato dal dolore umano, una visione derivata dalla mitologia greca e dall'Eneide.
  • Caronte, il traghettatore mitologico, appare con occhi infuocati per condurre le anime dannate, mentre la giustizia divina le spinge ad attraversare il fiume.

Indice

  1. L'Antinferno e gli Ignavi
  2. Il Fiume Acheronte
  3. Caronte e il Traghettamento

L'Antinferno e gli Ignavi

Siamo verso la sera dell’8 aprile di venerdì santo del 1300. Siamo nell’Antinferno, dove sono gli ignavi, i quali non scelsero né il bene né il male, corrono dietro ad un vessillo, pungolati da vespe e da mosconi, il vessillo rappresenta il simbolo di una scelta precisa che non hanno mai fatto e quindi camminano su un tappeto di vermi che raccolgono il sangue che fuoriesce dalle punture.

Abbiamo visto Dante timoroso e pieno di paura, ora invece lo ritroviamo molto duro e forte contro questo tipo di peccatori. Dante è umano e disposto al perdono, si impietosisce persino, ma ciò non accade con gli ignavi, non ha alcun tipo di comprensione nei loro riguardi. Sono così numerosi che anche Dante se ne stupisce. Egli sono così indegni che nemmeno l’Inferno li accetta e sono quindi costretti a rimanere fuori, sulla soglia. Dante non riconosce nessuno, o non vuole riconoscere nessuno, fa solo menzione di “colui che fece il gran rifiuto”. I primi critici della Commedia pensarono a Celestino V, un’eremita che si chiamava Pietro da Morrone, nato a Molise intorno al 1210 e fatto pontefice intorno al 1294, ma abdicò facendo così strada a Bonifacio VIII, nemico di Dante, di Firenze e dell’Impero. La tradizione antica dice che Pietro era molto amato da Firenze ed era considerato quasi un santo per la sua umiltà. Altre ipotesi si riferiscono a Ponzio Pilato, altri ancora parlano di Esaù, che per un piatto di lenticchie cedette il diritto di primo genitura al fratello Giacobbe.

Il Fiume Acheronte

Guardando oltre, Dante scorge un fiume e una gran folla di anime che aspetta di essere traghettate, maledicendo Dio. Questo è l’Acheronte, il primo fiume infernale che segna il confine tra gli ignavi e il primo girone. L’origine di questo fiume deriva dal mito greco e arriva a Dante tramite la mediazione di Virgilio, il quale lo descrive nel sesto libro dell’Eneide. Secondo Dante, le acque sono generate dal dolore umano sotto forma di lacrime umane che sgorgano dalla statua del veglio di creta, un vecchio che rappresenta l’umanità intera.

Caronte e il Traghettamento

Ecco venire verso i due poeti un vecchio dalla lunga barba bianca, su una barca, gridando di allontanarsi da lì, essendo un’anima ancora in vita. Virgilio si rivolge a costui, Caronte, dicendo che ha il permesso Eterno di essere lì e lui doveva solo obbedire e non opporre resistenza. Caronte è una figura del mito greco ed è la figura della morte, il traghettatore delle anime. Per pagare la tratta i morti davano lui un obolo (una moneta) e da qui l’usanza di mettere una moneta nella bocca del defunto. Virgilio ce lo rappresenta come un personaggio simile, con il nome di Karunt, della religione etrusca, che rappresenta lo spirito della morte, rappresentati con un martello e il corpo avvolto da serpenti.

Il demonio Caronte, con gli occhi di brace, raccoglie le anime e colpisce con il remo chiunque di loro si abbandoni. Virgilio spiega che tutti coloro che muoiono nella maledizione di Dio, si radunano su questa riva e sono desiderosi di attraversare il fiume per volere della giustizia divina: la paura si trasforma in desiderio. Dopo ciò la terra tremò molto forte, un vento si levò in aria, spegnendo tutti i sensi di Dante che cade a terra come corpo morto cade preso dal sonno.

Domande da interrogazione

  1. Chi sono gli ignavi e quale punizione subiscono nell'Antinferno?
  2. Gli ignavi sono coloro che non scelsero né il bene né il male. Sono costretti a correre dietro a un vessillo, pungolati da vespe e mosconi, su un tappeto di vermi che raccolgono il loro sangue. Dante non ha comprensione per loro e li considera indegni persino dell'Inferno.

  3. Qual è il significato del fiume Acheronte nella narrazione di Dante?
  4. L'Acheronte è il primo fiume infernale che segna il confine tra gli ignavi e il primo girone dell'Inferno. Le sue acque sono generate dal dolore umano, rappresentato dalle lacrime che sgorgano dalla statua del veglio di creta.

  5. Chi è Caronte e quale ruolo svolge nel traghettamento delle anime?
  6. Caronte è il traghettatore delle anime, una figura del mito greco che rappresenta la morte. Egli raccoglie le anime e le traghetta attraverso l'Acheronte, colpendo con il remo chiunque si abbandoni. È descritto con occhi di brace e un aspetto minaccioso.

  7. Come reagisce Dante alla vista degli ignavi e del fiume Acheronte?
  8. Dante è inizialmente timoroso, ma diventa duro e forte contro gli ignavi, non mostrando alcuna comprensione per loro. Alla vista del fiume Acheronte e delle anime che maledicono Dio, Dante è colpito dalla loro moltitudine e dalla loro condizione.

  9. Qual è l'effetto del terremoto e del vento su Dante alla fine del passaggio?
  10. Dopo l'incontro con Caronte, un forte terremoto e un vento improvviso spengono i sensi di Dante, facendolo cadere a terra come un corpo morto, preso dal sonno.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community