Concetti Chiave
- Dante incontra due traditori della patria nel nono cerchio dell'Inferno, tra cui il conte Ugolino, che si sta vendicando del vescovo Ruggieri mordendo la sua nuca.
- Il conte Ugolino racconta a Dante il suo tragico destino: imprigionato in una torre con i figli, muore di fame dopo aver assistito alla morte dei suoi cari.
- Il nono cerchio dell'Inferno è riservato ai traditori, puniti con l'immersione in un lago ghiacciato, simbolo del gelo del tradimento e dell'odio.
- Ugolino, membro di una nobile famiglia ghibellina, è accusato di tradimento per aver tramato contro Pisa, portando alla sua condanna e morte per fame.
- Dante evidenzia l'umanità di Ugolino come padre, sottolineando il dolore e la sofferenza causati dalla politica spietata del tempo.
Indice
Il tradimento di Ugolino
Fra i traditori della patria, Dante trova due personaggi imprigionati nel ghiaccio; uno dei due rode la nuca dell’altro, in un gesto di bestiale ferocia. Interrogato, il personaggio leva la bocca dal “pasto” e, tra le lacrime, racconta a Dante la propria storia. Si tratta del conte Ugolino e il nemico di cui si sta vendicando è il vescovo Ruggieri che lo tradì e lo fece morire.
Ma, come dice Ugolino, Dante non può sapere come avvenne questa morte: imprigionato in una torre insieme ai figli, un giorno, dopo un sogno premonitore, sente che la porta della torre viene inchiodata e capisce, così, che nessuno porterà più loro del cibo. Davanti all’angoscia dei figli, Ugolino cerca di contenersi, ma quando arriva a mordersi le mani per l’angoscia, i ragazzi, pensando che quel gesto fosse dettato dalla fame, gli offrono di cibarsi piuttosto del loro corpo. A queste parole, il conte si calma per non essere fonte di ulteriore sofferenza per i figli; ma la privazione di cibo giunge alla sua ovvia conclusione. I ragazzi muoiono di fame uno dopo l’altro davanti a lui e due giorni dopo anche il conte muore, diventato ormai pazzo e cieco a causa del dolore.Il nono cerchio dell'inferno
Il nono e ultimo cerchio dell’Inferno è diviso in quattro zone e in esso sono puniti coloro che hanno peccato di tradimento. I traditori sono coloro che hanno risposto con l’odio all’affetto, all’amore, ai vincoli di parentela e di cittadinanza. Nell’ordine, troviamo i traditori dei parenti (fra cui Caino che uccise il fratello Abele), i traditori della patria (fra cui Antenore, il troiano che aprì le porte alla sua città ai l’esercito greco), i traditori degli ospiti (fra cui il faraone Tolomeo che tradì e uccise Pompeo rifugiatosi presso di lui), i traditori dei benefattori come Giuda, traditore del suo benefattore, Gesù Cristo. Il loro contrappasso è chiaro. I traditori hanno negato il calore dell’amore e della carità perché hanno scelto il gelo del tradimento e dell’odio e per questo sono immersi, come se fossero cristallizzati, in un lago ghiacciato. Gli ultimi, quelli della Giudecca, sono totalmente imprigionati nel ghiaccio e Danti li può vedere soltanto in trasparenza sotto i suoi piedi, senza che con loro sia possibile dialogo. La loro assenza d’amore li ha alienati da ogni contatto umani e li ha trasformati quasi in fossili viventi.
La storia di Ugolino
Il conte Ugolino apparteneva ad una nobile e potente famiglia ghibellina che era proprietaria di feudi nel territorio pisano e in Sardegna. Imparentato con il re Enzo, di quest’ultimo fu anche vicario in Sardegna. Accusato di tradimento per aver tramato contro i Guelfi insieme al genero Giovanni Visconti, fu bandito da Pisa, dove, però, rientrò l’anno seguente, accrescendo via via il proprio prestigio personale. Probabilmente è per questo tradimento che Dante lo colloca nel nono cerchio dell’Inferno. Pisa stava attraversando un periodo difficile, causato soprattutto dalla disfatta inflitta nella battaglia della Meloria. Per questo motivo e per risollevare le sorti della città, per difendere Pisa da una coalizione formata da Genova, Firenze e Lucca, Ugolino aveva ceduto vari castelli ai Fiorentini e ai Lucchesi ed era riuscito anche a siglare una pace onorevole con Genova. Questi accordi furono mal visti dai ghibellini che spinti da odio e da risentimento, insorsero sotto la guida del vescovo Ruggieri. Quest’ultimo, ambiguo e ambizioso quanto il conte, in un primo tempo lo sostenne, poi lo costrinse ad abbandonare nuovamente Pisa. Tre anni dopo, quando Ugolino tornò a Pisa su invito del vescovo per trattare un accordo, lo rinchiuse in una torre insieme a due figli e due nipoti, dove, dopo vari mesi di prigionia, fu lasciato morire di fame insieme ai quattro ragazzi.
L'umanità di Ugolino
Fin dai primi versi del canto, Dante intende mettere in risalto la figura di Ugolino come padre che si è visto sottoporre all’atroce tortura di veder morire di fame figli e nipoti. Per questo motivo, non gli interessa sapere in che modo il poeta sia disceso all’Inferno pur essendo ancora in vita e nemmeno si sofferma a descrivere i propri peccati. Ciò che gli sta a cuore è lo strazio che ha subito il suo cuore di padre e per questo Ugolino, pur essendo un peccatore, conserva per intero la propria umanità per cui il delitto commesso e il conseguente castigo risultano ancora di più commoventi. Dante fa in modo che il lettore privi pietà non solo per gli innocenti figli e nipoti, ma anche per il conte, che egli stesso risulta protagonista e vittima della sanguinosa politica del tempo. Dobbiamo ricordare che la politica medioevale era spesso lotta fra fazioni e famiglie; le scelte politiche del capofamiglia coinvolgevano direttamente i familiari ed era tutto abituale, e pacificamente accettato, che le colpe dei padri ricadessero sui figli. Fra l’altro, Dante è sempre stato particolarmente sensibile all’ingiustizia di queste procedure a causa delle proprie vicende personali. Ciò spiega il castigo che coinvolge i figli e i nipoti e in cui potremmo anche vedere una componente autobiografica dello scrittore.
Domande da interrogazione
- Chi sono i personaggi principali dell'episodio descritto?
- Qual è il destino del conte Ugolino e dei suoi figli?
- Come sono puniti i traditori nel nono cerchio dell'Inferno?
- Qual è il significato del gesto di Ugolino che morde la nuca di Ruggieri?
- Qual è l'interpretazione di Dante riguardo alla vicenda di Ugolino?
I personaggi principali sono il conte Ugolino e il vescovo Ruggieri, con Ugolino che si vendica di Ruggieri per il tradimento subito.
Ugolino e i suoi figli vengono imprigionati in una torre e lasciati morire di fame, un destino che Ugolino racconta a Dante con grande dolore.
I traditori sono immersi in un lago ghiacciato, simbolo del gelo del tradimento e dell'odio, e sono divisi in quattro zone a seconda del tipo di tradimento commesso.
Il gesto simboleggia la vendetta e la bestiale ferocia di Ugolino nei confronti di Ruggieri, che lo ha tradito e condannato a una morte atroce.
Dante mette in risalto l'umanità di Ugolino come padre, sottolineando il suo strazio e la sua sofferenza, rendendo il suo delitto e castigo ancora più commoventi.