Concetti Chiave
- I prerequisiti per lo studio della Divina Commedia includono la comprensione delle visioni cosmiche, morali e politiche dell'epoca, come la visione Tolemaica e la distinzione tra autorità ecclesiastica e imperiale.
- Dante Alighieri racconta un viaggio personale nell'aldilà attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso, con l'intento di mostrare le conseguenze delle azioni terrene e promuovere la conversione spirituale.
- Nella narrazione, la visione teologica dell'universo di Dante integra concetti biblici e mitologici, come la caduta di Lucifero e la creazione di Adamo ed Eva, simbolizzando la lotta tra bene e male.
- Dante esplora la teoria del peccato, ispirandosi ai filosofi della Chiesa, delineando come l'amore equilibrato per Dio e le creature possa prevenire il peccato, mentre l'amore disordinato può portare a invidia, ira e superbia.
- La Divina Commedia rappresenta un viaggio allegorico attraverso la redenzione, dove i peccatori impenitenti soffrono all'Inferno, i penitenti trovano purificazione nel Purgatorio, e i giusti godono della beatitudine eterna in Paradiso.
Indice
Visione dell'universo e teologia
1) Visione dell’universo; dalla visione Tolemaica alla visione Teologica dell’universo.
2) Visione moralistica delle scienze; bestiari, erbari, lapidari, virtù.
3) Visione politica delle due autorità supreme, impero e papato.
4) Dignità del volgare e teoria degli stili;
5) Principio di autorità;
6) Allegoria e simbolo nella lettura della realtà, teoria del peccato.
Motivazione del viaggio di Dante
È il racconto di un viaggio che Dante dichiara di aver compiuto in 1° persona, attraverso i tre regni dell’oltretomba
( Inferno,Purgatorio, Paradiso).
Dante descrive lo spazio dei luoghi, i peccatori, le pene, i santi e i premi(Paradiso).
Motivazione del viaggio: Dante dichiara che vuole mostrare le conseguenze della vita terrena nell’aldilà per scuotere gli animi dei suoi contemporanei e portare alla conversione che avviene in tre direzioni: la propria, quella dei fiorentini e quella del mondo intero.
Dante è animato dal sentimento profetico e da un forte desiderio di “palingenesi”, ossia di risanamento totale, che consiste nel rovesciamento del male e nel trionfo del bene nella storia.
1)Dalla visione Tolemaica, che vedeva la terra immobile al centro dell’universo circondata da altri pianeti che le ruotavano attorno e divisa in 2 emisferi, boreale(terre tutte concentrate lì) e astrale(immenso oceano nella parte inferiore della sfera terrestre), Dante aggiunge una lettura teologica, che fa riferimento al divino, alla Genesi dell’Antico Testamento ebraico.
Secondo questa, Dio creò il mondo e tutto l’universo, ma per prima cosa creò gli angeli, creature eterne dotate di grandissima intelligenza.
A ogni gerarchia angelica diede il compito di presiedere uno dei cieli.
Il più intelligente degli angeli, Lucifero(da luce, metafora di intelligenza), rifiutò la condizione di creatura e volle essere come Dio, il quale, di conseguenza, lo punì mandandolo al centro della terra. Lucifero perse l’intelligenza e divenne una cosa -> “reificazione” dell’uomo ( rinuncia alle facoltà razionali che comporta il divenire una cosa).
Lucifero, sprofondando al centro della terra, provocò una voragine; quando questo accadde si formò il Purgatorio : montagna con il cima il Paradiso, luogo dove la terra offriva spontaneamente i frutti senza bisogno di lavoro(natura amica dell’uomo).
Adamo, Eva e la caduta
Dio non si arrese e diede vita ad un altro essere, Adamo (1° uomo); poi creò Eva.
Adamo ed Eva : creature non soggette a morte e fatica, Dio mise nella loro anima coscienza e intelligenza, il principio del bene e del male.
Proibì loro di mangiare il frutto di un albero -> la nostra libertà esiste se c’è una legge di fronte alla quale siamo posti; essa consiste nella possibilità di scegliere.
Il serpente(incarnato da Lucifero) tentò Eva dicendo che, se avesse mangiato il frutto, sarebbe stata come Dio; Eva convinse Adamo a mangiarlo e Dio lì punì cacciandoli e mandandoli sulla Terra, dove la felicità non è totale, ma può essere conquistata solo a livello individuale.
Nella Bibbia il testo sulla genesi risale al 7 a.C.
Età dell'Oro e mito greco
Le altre civiltà avevano parlato di un’epoca in cui l’umanità era assolutamente felice sulla Terra.
Nel mondo greco, questo periodo è l’età dell’Oro; l’umanità felice rispecchia l’Eden (giardino del paradiso).
Questo periodo corrisponde all’Età di Saturno, durante il quale tutto ciò che era gradito all’uomo(latte,vino,miele)era in abbondanza -> condizione di assoluta prosperità e felicità(niente guerre,conflitti,invidie), dominava la legge dell’amore.
I greci avevano elaborato un mito: Saturno aveva numerosi figli che divorava appena nati perché temeva di essere spodestato da uno di questi. La madre nascose Giove che, cresciuto, gli tolse il potere e mostrò un’altra visione dell’umanità togliendo tutti i benefici e costringendo l’uomo ad usare l’intelligenza -> Giove visto come forma di beneficio, un regalo per l’uomo(grazie a lui potrà brillare la sua intelligenza).
Giudizio Universale e salvezza
Adamo sulla Terra si moltiplicò; da Adamo in poi tutti gli uomini ebbero una sorte dopo la morte.
L’uomo si presentava come sintesi di corpo e anima, due elementi inscindibili.
Fino al Giudizio Universale, con la morte, i corpi sarebbero rimasti sulla Terra, le anime sarebbero andate all’aldilà; dopo il Giudizio Universale tutte le animE avrebbero rivestito i propri corpi.
Dio non abbandonò l’uomo, ma gli promise la salvezza.
Fase di attesa della salvezza:
- Dalla cacciata dal Paradiso alla venuta di Cristo
- Dalla venuta di Cristo alla fine del mondo
C’è un rapporto circolare tra l’uomo e Dio : l’uomo è creatura di Dio e a Dio ritorna.
In atteso di Cristo, l’umanità costruì Gerusalemme, il luogo dove poi Egli nacque e morì compiendo, attraverso la sua morte e Resurrezione, la riconciliazione dell’uomo con Dio. Gerusalemme si trovava sopra la voragine aperta da Lucifero; l’uomo che decideva di far del male, sarebbe andato sotto Gerusalemme, l’uomo che decideva di far del bene, sarebbe andato sopra Gerusalemme.
Teoria del peccato in Dante
6) Teoria del peccato in Dante
Egli sintetizza la dottrina cristiana-medioevale ispirandosi ai Padri chiesa (filosofi della Chiesa): Gregorio, Agostino, San Tommaso.
Secondo questa dottrina l’uomo nasce per essere felice, ma egli è creatura di Dio, una particella nelle infinità delle creature; perciò deve ricollegarsi a Dio con un collegamento fatto di amore e di conoscenza(Dio ci fa scoprire dentro tutto ciò che esiste per assaporare la sua identità).
Il fine della vita umana è quindi ritornare alla fonte.
L’amore verso Dio si manifesta in due modi:
- Amarlo direttamente: vita contemplativa, ascetica; abbandono della vita mondana per amare Dio.
- Amarlo attraverso le creature : vita attiva; scelta di amore verso le creature intese come gradini che ci portano a Dio. In questo caso scatta più facilmente il peccato, infatti le creature devono essere amate in modo equilibrato e questo amore legittimo si può sbagliare nel modus o nella scelta dell’oggetto da amare : molto spesso si ama il male degli altri.
Un esempio di questo peccato è l’invidia; l’invidioso è colui che non ha grande stima di sé e desidera che l’altro cada per emergere.
Un altro peccato è l’ira, che consiste nel volere il male dell’altro perché si è convinti che quest’ultimo abbia fatto un torto; c’è desiderio di vendetta.
C’è anche la superbia, è il peccato commesso da Adamo e Lucifero che non hanno riconosciuto il loro essere creatura; Lucifero ha voluto sostituire alla legge di Dio la propria legge, mentre Adamo ha tentato di appropriarsi della legge del bene e del male.
Sono peccati anche:
- amare oggetti giusti, ma con poco di vigore; ne è esempio l’accidia, che consiste nel difetto della volontà (Es. amo la scuola, ma non studio)
- amare oggetti giusti, ma con troppo vigore; ne sono esempio avarizia, gola e lussuria.
Avarizia = amore per i beni trasformato da amore legittimo in valore assoluto.
Gola = mangiare è un peccato se si supera il modus.
Lussuria = incontrollato abbandono ai piaceri sessuali; chi ha scelto la vita sessuale deve riprodursi, ma questo non deve essere un’ossessione.
Dante immagina che le anime dei peccatori mai pentiti vadano all’Inferno, mentre il peccatore pentito che ha riconosciuto la bontà e la misericordia di Dio ha il perdono.
[ applica un principio della legge romana e ai romani si addice il complemento di colpa e di pena]
Coloro che sono senza peccato andranno in Paradiso, nella perfetta beatitudine dove le anime hanno tutto quello che hanno desiderato in vita.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione dell'universo secondo Dante?
- Qual è la motivazione del viaggio di Dante attraverso l'oltretomba?
- Come viene descritta la caduta di Adamo ed Eva?
- Cosa rappresenta l'Età dell'Oro nel mito greco?
- Qual è la teoria del peccato secondo Dante?
Dante integra la visione Tolemaica con una lettura teologica, dove Dio crea l'universo e gli angeli, e Lucifero, punito per la sua ribellione, sprofonda al centro della Terra, creando il Purgatorio.
Dante intraprende il viaggio per mostrare le conseguenze della vita terrena nell'aldilà, con l'intento di scuotere i contemporanei e promuovere la conversione personale, dei fiorentini e del mondo intero.
Adamo ed Eva, creati da Dio con coscienza e intelligenza, vengono tentati dal serpente e, mangiando il frutto proibito, vengono puniti e cacciati sulla Terra, dove la felicità è individuale e non totale.
L'Età dell'Oro è un periodo di assoluta felicità e prosperità, simile all'Eden, dove l'umanità viveva senza conflitti e in armonia, sotto la legge dell'amore, prima che Giove introducesse la necessità dell'intelligenza umana.
Dante, ispirandosi ai Padri della Chiesa, vede il peccato come un errore nell'amore verso Dio e le creature, con peccati come invidia, ira e superbia, e distingue tra peccatori mai pentiti destinati all'Inferno e peccatori pentiti che ricevono il perdono.