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Concetti Chiave

  • Dante Alighieri, nato a Firenze nel 1265, è considerato il padre della lingua italiana e un erudito del suo tempo, combinando letteratura e scienza nella sua opera principale, la Commedia.
  • Beatrice, figura centrale nella vita sentimentale e artistica di Dante, ispira opere come "La Vita Nova" e spinge il poeta ad ampliare i suoi orizzonti culturali oltre lo Stilnovismo.
  • La carriera politica di Dante inizia nel 1295, entrando nell'Arte dei Medici Speziali e ricoprendo ruoli significativi fino al suo esilio nel 1302, a causa delle tensioni tra guelfi e ghibellini.
  • L'esilio di Dante, iniziato nel 1302, lo porta a peregrinare in Italia, ospitato da varie corti, e gli offre una visione critica delle città italiane, segnate da corruzione e lotte civili.
  • Durante l'esilio, Dante lavora alla Commedia, motivato dalla sua convinzione di una missione divina per guidare l'umanità, ma muore a Ravenna nel 1321 senza mai rientrare a Firenze.

Indice

  1. Dante: Padre della Lingua Italiana
  2. L'influenza di Beatrice su Dante
  3. Dante e la Vita Politica
  4. L'Esilio e la Commedia

Dante: Padre della Lingua Italiana

Dante è il padre della lingua italiana. Infatti molto spesso viene chiamato Padre Dante. Almeno il 90% delle parole che usiamo, sono presenti nelle opere di questo poeta.

Nasce a Firenze nel 1265. Siamo in pieno medioevo, dove la chiesa condiziona la vita di ogni uomo. Era nato in questa famiglia nobile, ma di poche possibilità. Ma aveva la possibilità di avere un grande maestro, costui era Brunetto Latini. Dante era un tuttologo, così verrebbe definito oggi. Ovvero, amava così tanto studiare tutte le materie, ma allo stesso tempo anche la poesia, che a tal punto che la sua opera, la Commedìa, fu definita summa, ovvero un intersecarsi di tutte le conoscenze, di letteratura, di scienza,.. Tutto quella che era la conoscenza medievale, Dante è riuscito a metterlo in quest’opera. Il tutto in modo organico, ordinato.

L'influenza di Beatrice su Dante

La sua esperienza intellettuale e sentimentale si sofferma intorno ad una figura: Beatrice (moglie di Simone de Bardi). A 9 anni incontra questa sua coetanea, e a 18 anni se ne innamora. Questa donna influenzò molto la vita artistica di questo autore, tanto da dedicare a lei un’opera: La Vita Nova. La morte di Beatrice segna per Dante un periodo di smarrimento, ma costituisce anche uno stimolo ad uscire dallo Stilnovismo ed ampliare i propri orizzonti culturali e stabilire un rapporto con la realtà. Infatti, si dedica allo studio della filosofia e approfondisce la sua cultura poetica leggendo i poeti latini e quelli provenzali, e si accosta anche alla poesia burlesca e realistica.

Per molti storici Beatrice si credeva fosse una donna inventata. Ma per molti altri è esistita veramente. Nel 1277 Dante si sposa, ma con Gemma Donati, al quale ebbe 3 figli.

Dante e la Vita Politica

Un’altra tappa molto importante è la vita politica. Nel 1293 Giano della Bella con i suoi Ordinamenti di giustizia, aveva escluso la nobiltà cittadina dalle cariche pubbliche; Nel 1295 il provvedimento fu tolto e quindi Dante intraprende le sue esperienze nella politica dal 1295 all’età di 30 anni. Dante entrò Nell'Arte dei Medici Speziali e negli anni successivi ricopre ruoli importanti come quella del priore della suprema magistratura (1300). Nel medioevo c’erano le corporazione, e potevano far parte della vita politica solo gli uomini che fossero iscritti ad una corporazione, ergo si iscrisse a quella dei Medici e Scienziati. In questo periodo a Firenze il potere del papa e dell’imperatore erano molto forti. E il papa, Bonifacio VIII, si interessa della vita politica delle città. Questo papa voleva intromettersi nella vita politica di Firenza, così facendo il potere non è solo spirituale ma anche politico. Però egli non aveva un esercito proprio, infatti molte volte si ritroverà a chiedere aiuto o ai Normanni o ai francesi. Per cui, ci furono le famose lotte tra guelfi (neri e appoggiano il papa) e ghibellini( bianchi e andavano contro il papa). Dante si adoperò per riportare pace all'interno del popolo e di contrastare le manovre del papa, quindi si unì con i ghibellini che in seguito furono sconfitti. I guelfi invece, si impadronirono di Firenze scatenando persecuzioni contro i ghibellini. Dante in quel periodo (1302) era a Roma come Ambasciatore e apprese di essere stato condannato all'esilio con l'accusa di Baratteria (accusa falsa). Da questo momento in poi non potrà più fare ritorno a Firenze. Al processo di discolpa Dante non si presenterà mai.

L'Esilio e la Commedia

La sua esperienza in Esilio Dante non rinunciò nel cercare di rientrare in patria ma fu vani ogni sforzo: fallì miseramente anche il tentativo di rientrare a Firenze con un'operazione militare condotta con gli altri esuli bianchi. Ebbe così inizio il pellegrinaggio nelle altre regioni d'Italia. Fu accolto da numerose persone di potere che oltre lui ospitavano altri intellettuali presso le loro corti per ricavare prestigio. Dante che era un intellettuale-cittadino non si adattò facilmente alla sua condizione di cortigiano infatti visse con umiliazione il fatto che dovesse ricorrere alla generosità altrui per vivere. Il suo desiderio era quello di ritornare a Firenze non solo per quello di essere riscattato da ogni accusa, ma anche per riconoscere il giusto riconoscimento del suo valore. L'esilio gli permise di conoscere al meglio la realtà italiana ed europea ed ebbe la conferma che le città erano rovinate dall'avidità di denaro, dallo spirito affaristico, da lotte civili sopraffazioni e violenze e gli uomini della Chiesa erano sempre più corrotti. Ma la principale profonda crisi è dovuta dall'assenza di un imperatore. Si convinse di essere investito da Dio della commissione di indicare all'umanità le cause della sua degradazione e di condurla sulla via del riscatto. Da questa vocazione nacque il disegno della Commedìa alla quale lavorò per quasi tutti gli anni dell'esilio. Nel 1310 il suo sogno parve doversi realizzare: Enrico VII di Lussemburgo scendeva in Italia per essere incoronato. Ma intanto erano svanite le speranze di un ritorno in patria: 1315 gli venne concessa un'amnistia a patto che riconoscesse la propria colpevolezza e si sottopone ad un umiliazione pubblica, ma egli rifiutò. Negli ultimi anni andò a vivere a Ravenna presso i Da Polenta. Dante muore a Ravenna il 14 settembre del 1321.

Domande da interrogazione

  1. Chi è considerato il padre della lingua italiana e perché?
  2. Dante è considerato il padre della lingua italiana perché almeno il 90% delle parole che usiamo oggi sono presenti nelle sue opere.

  3. Qual è stata l'influenza di Beatrice sulla vita e le opere di Dante?
  4. Beatrice ha avuto un'enorme influenza sulla vita artistica di Dante, ispirandolo a scrivere "La Vita Nova" e spingendolo a esplorare nuovi orizzonti culturali dopo la sua morte.

  5. Quali furono le esperienze politiche di Dante e come influirono sulla sua vita?
  6. Dante partecipò attivamente alla vita politica di Firenze, ricoprendo ruoli importanti come priore. Tuttavia, le lotte politiche portarono al suo esilio, influenzando profondamente la sua vita e le sue opere.

  7. Come ha vissuto Dante il suo esilio e quali furono le sue conseguenze?
  8. Durante l'esilio, Dante visse con umiliazione e difficoltà, ma questo periodo gli permise di conoscere meglio la realtà italiana ed europea, ispirandolo a scrivere la "Commedia".

  9. Quali furono gli ultimi anni di vita di Dante e dove morì?
  10. Negli ultimi anni, Dante visse a Ravenna presso i Da Polenta e morì lì il 14 settembre 1321, senza mai riuscire a tornare a Firenze.

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