Concetti Chiave
- Dante distingue tra l'allegoria dei poeti, simbolica e filosofica, e quella dei teologi, storica e reale, applicata nella Divina Commedia.
- Nella Divina Commedia, Dante adotta l'allegoria dei teologi, trattando il poema come un racconto di eventi storici, simile alle Sacre Scritture.
- L'interpretazione figurale di Auerbach vede le figure storiche come prefigurazioni di eventi successivi, a differenza dell'allegoria, che è più astratta.
- Dante utilizza il plurilinguismo e stili diversi in base alla provenienza dei personaggi, mescolando elementi comici e tragici per comunicare la salvezza umana.
- L'Epistola a Cangrande I della Scala funge da dedica per il Paradiso, l'ultima cantica della Divina Commedia, e celebra la nobiltà e grandezza del destinatario.
Indice
Allegoria di poeti e teologi
Nel Convivio segue l’allegoria dei poeti: Beatrice non è reale, ma rimanda alla filosofia. L’allegoria dei teologi, invece, è quella nella quale i fatti narrati e il senso letterale che esprimono hanno un valore storico, reale.
Cambiamento nel metodo allegorico
Nell' Epistole a Cangrande della Scala Dante dice che, diversamente da quanto affermava nel Convivio, nella Divina Commedia intende seguire l’ allegoria dei teologi, imitando, così, il procedimento nelle Sacre Scritture: il suo poema deve essere letto come le Sacre Scritture; quanto scritto nella lettera è qualcosa di realmente accaduto. Dante narratore racconta il viaggio reale di Dante personaggio. Allo stesso modo i personaggi che lo guidano, sebbene rimandino a un significato allegorico, sono presentati come personaggi storici. D’altro canto il viaggio di Dante corrisponde, in una prospettiva storica più ampia, al cammino dell’umanità verso la salvezza e la storia della Commedia corrisponde alla storia dell’uomo.
Interpretazione figurale
L'interpretazione figurale, secondo il filologo Auerbach, vissuto nel 1800, si basa sul concetto di “figura” che è qualcosa di reale, storico, che rappresenta l'annuncio di qualche altra cosa anche se reale e storica. A differenza dell’ allegoria, più astratta, la figura è più concreta: essa infatti presuppone la verità storica dell’elemento (fatto o persona) che viene utilizzato per rimandare a qualcos’altro. Nella visione dantesca della storia ogni avvenimento può essere figura, prefigurazione di un evento successivo, che sarà una realizzazione di qualcosa avvenuto prima. Nel disegno di Dio, secondo la visione cristiano-medievale ogni fatto poteva essere visto come l’anticipazione di fatti futuri. Anche la storia biblica veniva letta così: per esempio Mosè che salva gli Ebrei era visto come una “figura" di Cristo che salva l’umanità dal peccato. Cristo è la realizzazione della profezia reale contenuta nella figura di Mosè. In questo modo nella figura, significato e significante sono storici e reali a differenza dell’allegoria dove il concetto è astratto e non concreto.
Plurilinguismo e stili diversi
Dante fa ricorso al plurilinguismo cioè utilizza stili diversi in base alla provenienza del personaggio. Troviamo anche lo stile comico, polemico e aggressivo (tenzone). Inoltre mescola l'elemento comico e tragico. L’opera è a lieto fine ed è vista come messaggio all’uomo che può arrivare a Dio. Dante autore scrive, Dante narratore racconta il viaggio di Dante protagonista.
Dedica dell’Epistola a Cangrande
Tale epistola è una lettera (epistola) che Dante avrebbe indirizzato a Cangrande della Scala, signore di Verona e uno dei suoi mecenati. In questa epistola, Dante introduce e dedica a lui il Paradiso, la terza cantica della Divina Commedia.Nella prima parte introduttiva e celebrativa Dante loda Cangrande, riconoscendone la nobiltà d’animo e la grandezza politica e spiega perché gli dedica l’opera.
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza tra l'allegoria dei poeti e quella dei teologi secondo Dante?
- Come si differenzia l'interpretazione figurale dall'allegoria?
- In che modo Dante utilizza il plurilinguismo e stili diversi nella sua opera?
- A chi è dedicata l'Epistola e quale struttura segue?
Nel "Convivio", l'allegoria dei poeti vede Beatrice come simbolo della filosofia, mentre l'allegoria dei teologi, usata nella "Divina Commedia", attribuisce un valore storico e reale ai fatti narrati, simile alle Sacre Scritture.
L'interpretazione figurale, secondo Auerbach, è più concreta e storica rispetto all'allegoria, poiché presuppone la verità storica dell'elemento utilizzato per rappresentare un altro evento reale, come Mosè che prefigura Cristo.
Dante impiega il plurilinguismo e vari stili, come comico, polemico e tragico, adattandoli alla provenienza dei personaggi, mescolando elementi comici e tragici per trasmettere il messaggio di salvezza dell'umanità.
L'Epistola è dedicata a Cangrande I della Scala, signore di Verona, e si suddivide in una parte introduttiva e celebrativa, in cui Dante loda Cangrande e spiega la dedica del "Paradiso", la terza cantica della "Divina Commedia".