Concetti Chiave
- Il sonetto "Falsembiante" è parte de "Il Fiore", un'opera minore di Dante, e riflette la tensione tra borghesia e nobiltà a Firenze tra il 1285 e il 1295.
- Il testo denuncia l'avidità e l'arroganza di usurai e funzionari, evidenziando come i borghesi abbiano acquisito potere a scapito dei nobili.
- L'invettiva si estende anche all'ipocrisia dei frati, che si presentano come umili ma sono in realtà ricchi, ingannando così gli altri.
- Il sonetto si collega al "dolce Stil Novo" e alla polemica contro la "gente nuova" e i rapidi guadagni, come evidenziato nel canto XVI dell'Inferno.
- L'opera "Il Fiore" mostra la varietà stilistica di Dante, includendo elementi del "dolce Stil Novo", liriche petrose e componimenti comico-burleschi.
«Vedete che danari hanno usorieri,
siniscalchi e provosti e piatitori!
che tutti quanti son gran rubatori,
e sí son argogliosi molto e fieri.
Ancor borghesi sopra i cavalieri
son oggi tutti quanti, venditori
di lor derrate e atterminatori;
sí ch’ogne gentil uom fará panieri,
e conviene che vendan casa o terra
infin che i borghesi siar pagati,
ché giorno e notte gli tegnono in serra.
Ma io, che porto panni devisati,
fo creder lor che ciascheun sí erra,
e ’nganno ingannatori e ingannati.»
Indice
Il Potere degli Usurai e dei Borghesi
Guardate quanto denaro possiedono gli usurai
i siniscalchi, i provosti e i piatitori!
[[i provosti erano funzionari pubblici; i piatitori erano coloro che utilizzavano liti e processi per arricchirsi, i siniscalchi erano gli alti funzionari delle case feudali]
e tutti quanti sono dei grandi ladri,
e così arroganti e crudeli
Oggi i borghesi hanno più potere dei nobili
tutti quanti non fanno che vendere
I loro beni e ne aggravano le tasse,
in modo tale che ogni nobile sarà costretto a intrecciare cestini
[per sopravvivere, perché ridotto alla miseria]
[Significato: i borghesi, diventati creditori dei nobili, ne vendono poi i beni; essi, divenuti padroni del governo, per rovinare economicamente gli avversari ne aggravano le tasse, stimando i beni ben oltre il loro reale valore]
e sono costretti a mettere in vendita la casa e i terreni
per saldare i debiti contratti con i borghesi,
poiché questi li tengono continuamente in serie difficoltà.
Ma io, nell’indossare abiti non corrispondenti al reale comportamento
[riferimento all’ipocrisia dei frati che indossano il saio, ma in realtà sono molto ricchi]
faccio credere loro di essere diverso da quello che sono in realtà,
ingannando così coloro che ingannano e coloro che sono ingannati.
La Lotta tra Borghesia e Nobiltà
Il sonetto fa parte dell’opera minore Il Fiore, articolata in 232 componimenti.
Esso ci presenta uno scorcio di un momento della storia di Firenze: la lotta fra la borghesia e le nobiltà aristocratica, nel periodo che va dal 1285 al 1295 e che si concluse con l’approvazione degli Ordinamenti di giustizia, opera di Giano della Bella, limitanti notevolmente il potere aristocratico.
Questo è il momento in cui le opere di Dante sono maggiormente ispirate al dolce Stil Novo.
L’invettiva contro la borghesia e coloro che si arricchiscono rubando, si pone in linea la polemica presente nel canto XVI dell’ Inferno contro “la gente nuova” e i “subiti guadagni”.
L'Ipocrisia dei Frati
Indirettamente, è presente anche un’invettiva contro l’ipocrisia e la falsità dei frati che si fanno passare per persone povere e umili. Nella seconda terzina, il pronome personale “io”, non sui riferisce a Dante, bensì ad un frate; da notare anche la figura etimologica dell’ultimo verso: [io] inganno ingannatori e ingannati, ossia con tutta la loro falsità i religiosi ingannano coloro che sono soliti ingannare gli altri e coloro che da questi ultimi sono ingannati.
La Varietà del Linguaggio di Dante
Complessivamente il sonetto, e l’opera da cui esso è tratto, Il Fiore, prova la presenza in Dante di un linguaggio variegato, con sfaccettature diverse, multiforme. Infatti, vi troviamo liriche che dal punto di vista stilistico e contenutistico si collocano all’interno del dolce Stil novo, liriche petrose, dallo stile aspro, canzoni dottrinali, con frequenti allegorie dal contenuto morale e filosofico oltre a componimenti dallo stile comico-burlesco e dal contenuto volgare e perfino osceno. Si tratta di tutti aspetti che si ritrovano nella Divina commedia.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del sonetto tratto da "Il Fiore"?
- Come viene rappresentata la lotta tra borghesia e nobiltà nel sonetto?
- In che modo il sonetto critica l'ipocrisia dei frati?
- Qual è l'importanza del linguaggio variegato di Dante nel sonetto?
- Qual è il contesto storico del sonetto e come influenza il suo contenuto?
Il tema principale è la critica al potere degli usurai e dei borghesi, che arricchendosi a spese della nobiltà, costringono i nobili a vendere i loro beni per saldare i debiti.
La lotta è rappresentata come un conflitto economico e sociale, dove la borghesia acquisisce potere e ricchezza a discapito della nobiltà, culminando negli Ordinamenti di giustizia che limitano il potere aristocratico.
Il sonetto critica l'ipocrisia dei frati attraverso la figura di un frate che inganna sia gli ingannatori che gli ingannati, indossando abiti che non rispecchiano il suo vero comportamento.
Il linguaggio variegato di Dante nel sonetto dimostra la sua capacità di utilizzare stili diversi, dal dolce Stil Novo a toni comico-burleschi, riflettendo la complessità e la ricchezza della sua opera.
Il contesto storico è la Firenze tra il 1285 e il 1295, un periodo di conflitto tra borghesia e nobiltà, che influenza il contenuto del sonetto con critiche alla nuova classe emergente e alle ingiustizie sociali.