fedeb950
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Concetti Chiave

  • La riflessione politica di Dante si basa sulla necessità di un impero universale per garantire stabilità e giustizia, evitando conflitti interni.
  • Dante ritiene che il potere imperiale di Roma sia nato per volontà divina, come dimostrato dalla nascita e dal giudizio di Cristo sotto l'autorità romana.
  • Nel concetto di due soli, Dante afferma l'autonomia e la complementarità dei poteri imperiale e papale, entrambi derivanti direttamente da Dio.
  • Dante si ispira a San Tommaso e alla filosofia del "sinolo", distinguendo tra il ruolo dell'Impero per la felicità terrena e del Papato per la beatitudine eterna.
  • Il contesto storico dell'opera include la disputa tra il pontefice Bonifacio VIII e Filippo il Bello, e la discesa di Arrigo VII in Italia.

Indice

  1. La visione politica di Dante
  2. L'impero universale secondo Dante
  3. Rapporti tra Impero e Papato
  4. Influenze e contesto storico

La visione politica di Dante

La riflessione politica dantesca affonda le radici nella realtà frammentaria e violenta dell’Italia del tempo e individua nella pace la condizione indispensabile per la realizzazione del fine ultimo della civiltà umana. Questo concetto dantesco lo ritroveremo nel VI canto del purgatorio e nel VI del paradiso.

L'impero universale secondo Dante

Nel I libro, necessità dell’impero, l’autore tende a dimostrare che soltanto un impero universale è in grado di garantire la stabilità e la giustizia: l’imperatore, nel suo essere è al di sopra di tutti e quindi non corroso da invidia e avidità. Per Dante se c’è un sono imperatore a governare una pluralità di territori, non sarà tentato dalla “lupa” ovvero dalla cupidigia, cioè, non avrà voglia di conquistare altri territori dato che già li possiede, però l’imperatore deve essere unico se no potrebbero nascere conflitti interni. “Reductio ad unum”, l’uno è rappresentato dall’imperatore in quale anticipa il “lavoro” di Dio nel paradiso. Nel II libro , provvidenzialità dell’impero, è affermato che il potere imperiale di Roma, che riuscì a unificare tutto il mondo antico e a garantire la pace universale, nacque per volontà di Dio. Una prova indiscutibile è offerta dal fatto che Dio volle che suo figlio nascesse in quella realtà e che, per la salvezza dell’umanità, fosse giudicato e condannato dall’autorità romana. Quindi Dante afferma che il potere imperiale derivi direttamente da Dio.

Rapporti tra Impero e Papato

Nell’ultimo libro, teoria dei 2 soli, Dante affronta il problema dei rapporti tra l’Impero e il Papato. In quel periodo si diceva che il papato fosse rappresentato dal sole, mentre l’impero fosse rappresentato dalla luna e indicava quindi che il potere imperiale era sottomesso al papato. In contrasto con la tesi, Dante afferma che anche il potere imperiale deriva direttamente da Dio. Il compito dell’Impero è permettere la realizzazione della felicità terrena, mentre quello del Papato è di operare per assicurare la beatitudine eterna. Il potere imperiale e quello papale sono dunque autonomi, infatti Dante utilizza l’immagine di due soli; ma la loro azione è complementare, poiché entrambi devono agire per il bene dell’umanità. Dante arriva a questa idea perché si era ispirato a San Tommaso il qual aveva ripreso una filosofia antica: il “sinolo”, ovvero la congiunzione di due elementi: l’anima e il corpo. L’anima spinge il corpo verso l’alto per raggiungere il cielo, mentre il corpo tiene la materia saldata a terra. Più si segue l’anima, più si raggiunge Dio, più si segue il corpo, più si commette peccato.

Influenze e contesto storico

Quindi Dante dice che c’è un sole che si occupa dell’uomo (l’impero) e uno che si occupa dell’anima (il papato) Secondo alcuni esegeti, sarebbe stata scritta nei primi anni dell’esilio, durante il periodo della disputa tra il pontefice Bonifacio VIII e il re di Francia Filippo il Bello. Un’altra tesi colloca l’opera nel periodo della discesa di Arrigo VII di Lussemburgo in Italia e contemporaneo al paradiso. Altri studiosi, infine, sostengono che Dante abbia scritto il De monarchia dopo a morte di Arrigo VII (1313 – 1317).

Domande da interrogazione

  1. Qual è la visione politica di Dante riguardo alla pace?
  2. Dante ritiene che la pace sia la condizione indispensabile per la realizzazione del fine ultimo della civiltà umana, come evidenziato nel VI canto del Purgatorio e del Paradiso.

  3. Perché Dante sostiene la necessità di un impero universale?
  4. Dante crede che solo un impero universale possa garantire stabilità e giustizia, poiché un imperatore unico non sarebbe corrotto da invidia e avidità, evitando conflitti interni.

  5. Come Dante giustifica il potere imperiale di Roma?
  6. Dante afferma che il potere imperiale di Roma deriva direttamente da Dio, evidenziato dal fatto che Dio volle che suo figlio nascesse e fosse giudicato dall'autorità romana.

  7. Qual è la teoria di Dante sui rapporti tra Impero e Papato?
  8. Dante propone la teoria dei due soli, sostenendo che il potere imperiale e quello papale sono autonomi ma complementari, entrambi derivanti da Dio e necessari per il bene dell'umanità.

  9. Quali influenze storiche hanno ispirato le idee di Dante?
  10. Le idee di Dante sono influenzate da San Tommaso e dal contesto storico del suo tempo, come la disputa tra Bonifacio VIII e Filippo il Bello e la discesa di Arrigo VII in Italia.

Domande e risposte

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