Concetti Chiave
- La poesia "Oltre la spera che più larga gira" conclude "La Vita Nova" di Dante con il ritorno a Beatrice e la sua contemplazione nei cieli.
- Il testo esprime il desiderio del poeta di oltrepassare i limiti terreni per contemplare Beatrice in Paradiso, guidato dall'Amore.
- Dante descrive una visione in cui il suo pensiero, superando le sfere celesti, ammira Beatrice in una luce gloriosa.
- Nel sonetto, Beatrice diventa un'entità celeste e ineffabile, rendendo il suo amore e la sua contemplazione un’esperienza spirituale.
- Il sonetto prefigura il viaggio della "Divina Commedia" e sottolinea l'intenzione di Dante di non parlare più di Beatrice fino a poterlo fare degnamente.
Indice
Il Ritorno di Dante a Beatrice
La Vita Nova si chiude con il ritorno di Dante a Beatrice, dopo l’esperienza delle donne-schermo e con la contemplazione de lei ormai assunta nella gloria dei cieli, fra i beati. Essa è ritornata alla sua sede naturale da cui è discesa per “miracol mostrare” a i comuni mortali.
Oltre la spera che più larga gira
passa 'l sospiro ch'esce del mio core:
intelligenza nova, che l'Amore
piangendo mette in lui, pur su lo tira.
Quand'elli è giunto là dove disira,
vede una donna, che riceve onore,
e luce sì, che per lo suo splendore
lo peregrino spirito la mira.
Vedela tal, che quando 'l mi ridice,
io no lo intendo, sì parla sottile
al cor dolente, che lo fa parlare.
So io che parla di quella gentile,
però che spesso ricorda Beatrice,
sì ch'io 'ntendo ben, donne mie care.
La Visione Mirabile
Appresso questo sonetto apparve a me una mirabile visione, ne la quale io vidi cose che mi fecero proporre di non dire più di questa benedetta infino a tanto che io potesse più degnamente trattare di lei. E di venire a ciò io studio quanto posso, sì com’ella sae veracemente. Sì che, se piacere sarà di colui a cui tutte le cose vivono, che la mia vita duri per alquanti anni, io spero di dicer di lei quello che mai non fue detto d’alcuna. E poi piaccia a colui che è sire de la cortesia, che la mia anima se ne possa gire a vedere la gloria de la sua donna, cioè di quella benedetta Beatrice, la quale gloriosamente mira ne la faccia di colui qui est per omnia secula benedictus.
Il Pensiero Oltre la Sfera
Il pensiero che mi esce dal cuore
passa oltre la sfera celeste che nel suo moto descrive la più ampia circonferenza:
una nuova virtù intellettiva, che l’Amore,
piangendo, gli infonde e gli consente di salire sempre più in alto [a contemplare Beatrice in Paradiso]
Quando esso è pervenuto laddove desidera,
vede una donna, che riceve tutti gli onori,
e spande una tale luce che, per il suo splendore
il pensiero vagante si mette ad ammirarla.
La vede in tal modo che quando mi riferisce la visione,
io non riesco a capirlo, da tanto che parla difficile
al mio cuore affranto, che lo fa parlare [il sospiro, ossia il pensiero, esce dal cuore, nel senso che prodotto dal desiderio di rivedere Beatrice]
So che esso parla di quella [donna] gentile,
perché spesso ricorda Beatrice
cosicché io lo comprendo bene [lo = il fatto che il pensiero riguarda solo Beatrice] o donne mie care.
Dopo aver composto questo sonetto, ebbi un’ammirabile visione, che mi permise di vedere cose che mi fece esprimere il proposito di non dire più nulla in merito a questa [donna]benedetta fintanto che avessi potuto rivolgermi direttamente a lei. E per giungere a tale condizione [cioè per poter più degnamente parlare di Beatrice] mi adopera quanto mi è più possibile, come sa in modo vero. Cosicché, se vorrà Dio, che è la causa finale di ogni vita, che la mia vita duri ancora a lungo, spero di poter dire di lei ciò che fino ad ora non fu mai detto da nessuno. E poi piaccia a Dio, signore della cortesia, che la mia anima se ne possa andare a vedere la gloria della sua donna, cioè di quella Beatrice benedetta, che con gloria contempla direttamente colui che è benedetto per tutti i secoli [= Dio].
La Contemplazione di Beatrice
Nel sonetto, la donna amata non è più l’oggetto reale di una contemplazione o l’oggetto mentale di una visione, di un sogno o di un ricordo, in ogni caso pur sempre descrivibile. Beatrice, ora, è altrove ed è verso questo “altrove” che si eleva il pensiero di Dante, attratto dalla forza del sentimento amoroso, con l’obiettivo di contemplare Beatrice
La struttura del sonetto (viaggio del pensiero del poeta verso la sede dei beati e successivo ritorno in terra, prefigura il viaggio della Divina commedia, come hanno visto alcuni critici oppure ricorda il misticismo dei poeti medioevali. Nei versi è anche presente la volontà di don dire più nulla di Beatrice e sulla misteriosa visione su cui non c’è niente da congetturare. Questo è connesso all’intuizione che la visione di Beatrice è del tutto ineffabile
Domande da interrogazione
- Qual è il tema centrale del ritorno di Dante a Beatrice?
- Cosa rappresenta la "Visione Mirabile" per Dante?
- Come viene descritto il pensiero di Dante nel sonetto?
- Qual è l'obiettivo del pensiero di Dante nella contemplazione di Beatrice?
- Come si collega la struttura del sonetto al viaggio della Divina Commedia?
Il tema centrale è il ritorno di Dante a Beatrice, che ora è contemplata nella gloria dei cieli, tra i beati, dopo l'esperienza delle donne-schermo.
La "Visione Mirabile" rappresenta un'esperienza che spinge Dante a non parlare più di Beatrice finché non potrà farlo in modo più degno, sperando di poter dire di lei ciò che mai è stato detto.
Il pensiero di Dante è descritto come un sospiro che esce dal cuore, passa oltre la sfera celeste e contempla Beatrice in Paradiso, spinto da una nuova virtù intellettiva infusa dall'Amore.
L'obiettivo del pensiero di Dante è elevarsi verso l'"altrove" dove si trova Beatrice, attratto dalla forza del sentimento amoroso, per contemplarla.
La struttura del sonetto, con il viaggio del pensiero verso la sede dei beati e il ritorno in terra, prefigura il viaggio della Divina Commedia e ricorda il misticismo dei poeti medievali.