carlottazamperlini
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Concetti Chiave

  • L'efficacia della conversione dell'energia metabolizzabile in energia netta varia tra produzione di latte e deposizione di grasso, con il latte che offre una resa energetica superiore.
  • Il valore K rappresenta la resa dell'energia metabolizzabile in energia netta e varia in base alla produzione: lattazione, mantenimento o ingrasso.
  • La densità energetica delle razioni influisce sul valore K, con razioni più concentrate che risultano in una conversione energetica più efficiente.
  • Le razioni più concentrate richiedono meno lavoro digestivo, offrendo un valore netto di energia più alto rispetto a quelle più fibrose.
  • Un equilibrio nella densità energetica delle razioni è essenziale per soddisfare i fabbisogni nutrizionali senza compromettere la salute digestiva degli animali.

Indice

  1. Valore nutritivo e digeribilità
  2. Altri aspetti

Valore nutritivo e digeribilità

Il rapporto tra conversione degli alimenti in grasso e in latte non è la stessa cosa: ci sono delle attività dell’organismo che sono legate al tipo di utilizzazione dell’energia. A livello di sopravvivenza individuale di specie, ci sono attività che possono essere considerate prioritarie rispetto ad altre, per esempio la sopravvivenza e la riproduzione. Il rapporto tra energia metabolizzabile ed energia netta non è lo stesso per tutte le produzioni.
In altre parole, l’efficacia di conversione dell’energia metabolizzabile in energia netta non è la stessa per tutte le produzioni, è infatti molto più alta nel caso di mantenimento o produzione di latte, rispetto alla deposizione di grasso. L’energia ricavata da una conversione dell’energia in latte rispetto a quella convertita in grasso è inferiore: in pratica se si controllano quante kilocalorie vengono fuori in grasso dall’utilizzazione di un’unità foraggera e quanta in latte, c’è tanta più energia nel latte (circa 2187 Kcal) rispetto al grasso (circa 1614 Kcal). Questa differenza è nota da sempre, ma si pensava che fosse costante, ma non è così. In realtà, il rapporto tra energia netta e metabolizzabile,
indicato con diversi sistemi a seconda del ricercatore che l’ha studiato, tendenzialmente si chiama K e corrisponde alla resa dell’energia metabolizzabile in energia netta ed è differente per la lattazione (Kl), per il mantenimento (km), o per l’ingrasso (Kg). Il valore di K dipende dalla densità energetica della razione, in altre parole più si mangia una razione concentrata.

Altri aspetti

Dato un grafico cartesiano che rappresenta un valore K rispetto alla densità energetica della razione: verso l’origine ci saranno le razioni più fibrose, cioè quelle per le quali l’energia per chilo di sostanza secca è inferiore. Più in alto ci saranno invece le razioni progressivamente più concentrate. È normale, dunque, che le razioni più concentrate corrispondano a valori di energia netta rispetto a quella metabolizzabile più alta, in quanto c’è meno lavoro digestivo e meno fibra. Dal diagramma si vede bene che il coefficiente angolare delle tre rette non è lo stesso. Si vede inoltre che c’è una zona (compresa tra le due rette perpendicolari all’asse delle y), la quale è quella delle densità energetiche delle razioni che noi utilizziamo: troppo in basso sarebbero troppo fibrose e quindi non soddisferebbero i fabbisogni, o troppo concentrate che porterebbero il rumine a non funzionare più. Se si considera che c’è una certa discrepanza tra km e kl, questi due indici possono essere considerati lo stesso indice, come si può vedere dall’articolo (vedi foto in basso).
Prendendo in considerazione la linea Kl, se si volesse disegnare la stessa K calcolata per il mantenimento, si ottiene una linea molto simile (Km).
La trasformazione dell’energia metabolizzabile in energia netta legata all’ingrasso è sicuramente più bassa delle altre (kg).

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza principale tra la conversione dell'energia in latte e in grasso?
  2. La conversione dell'energia in latte è più efficiente rispetto a quella in grasso, con il latte che produce circa 2187 Kcal per unità foraggera contro le 1614 Kcal del grasso.

  3. Cosa indica il valore di K nel contesto della conversione energetica?
  4. Il valore di K rappresenta la resa dell'energia metabolizzabile in energia netta, variando in base al tipo di produzione (lattazione, mantenimento, ingrasso) e alla densità energetica della razione.

  5. Come influisce la densità energetica della razione sul valore di K?
  6. Maggiore è la densità energetica della razione, più alto sarà il valore di K, indicando una maggiore efficienza nella conversione dell'energia metabolizzabile in energia netta, soprattutto per le razioni più concentrate.

  7. Qual è l'importanza della densità energetica delle razioni nella dieta degli animali?
  8. La densità energetica delle razioni è cruciale per soddisfare i fabbisogni nutrizionali senza causare problemi digestivi. Razioni troppo fibrose o troppo concentrate possono rispettivamente non soddisfare i fabbisogni o compromettere la funzionalità del rumine.

Domande e risposte