Concetti Chiave
- L'efficacia della conversione dell'energia metabolizzabile in energia netta varia tra produzione di latte e deposizione di grasso, con il latte che offre una resa energetica superiore.
- Il valore K rappresenta la resa dell'energia metabolizzabile in energia netta e varia in base alla produzione: lattazione, mantenimento o ingrasso.
- La densità energetica delle razioni influisce sul valore K, con razioni più concentrate che risultano in una conversione energetica più efficiente.
- Le razioni più concentrate richiedono meno lavoro digestivo, offrendo un valore netto di energia più alto rispetto a quelle più fibrose.
- Un equilibrio nella densità energetica delle razioni è essenziale per soddisfare i fabbisogni nutrizionali senza compromettere la salute digestiva degli animali.
Valore nutritivo e digeribilità
Il rapporto tra conversione degli alimenti in grasso e in latte non è la stessa cosa: ci sono delle attività dell’organismo che sono legate al tipo di utilizzazione dell’energia. A livello di sopravvivenza individuale di specie, ci sono attività che possono essere considerate prioritarie rispetto ad altre, per esempio la sopravvivenza e la riproduzione. Il rapporto tra energia metabolizzabile ed energia netta non è lo stesso per tutte le produzioni. In altre parole, l’efficacia di conversione dell’energia metabolizzabile in energia netta non è la stessa per tutte le produzioni, è infatti molto più alta nel caso di mantenimento o produzione di latte, rispetto alla deposizione di grasso. L’energia ricavata da una conversione dell’energia in latte rispetto a quella convertita in grasso è inferiore: in pratica se si controllano quante kilocalorie vengono fuori in grasso dall’utilizzazione di un’unità foraggera e quanta in latte, c’è tanta più energia nel latte (circa 2187 Kcal) rispetto al grasso (circa 1614 Kcal). Questa differenza è nota da sempre, ma si pensava che fosse costante, ma non è così. In realtà, il rapporto tra energia netta e metabolizzabile,indicato con diversi sistemi a seconda del ricercatore che l’ha studiato, tendenzialmente si chiama K e corrisponde alla resa dell’energia metabolizzabile in energia netta ed è differente per la lattazione (Kl), per il mantenimento (km), o per l’ingrasso (Kg). Il valore di K dipende dalla densità energetica della razione, in altre parole più si mangia una razione concentrata.
Altri aspetti
Dato un grafico cartesiano che rappresenta un valore K rispetto alla densità energetica della razione: verso l’origine ci saranno le razioni più fibrose, cioè quelle per le quali l’energia per chilo di sostanza secca è inferiore. Più in alto ci saranno invece le razioni progressivamente più concentrate. È normale, dunque, che le razioni più concentrate corrispondano a valori di energia netta rispetto a quella metabolizzabile più alta, in quanto c’è meno lavoro digestivo e meno fibra. Dal diagramma si vede bene che il coefficiente angolare delle tre rette non è lo stesso. Si vede inoltre che c’è una zona (compresa tra le due rette perpendicolari all’asse delle y), la quale è quella delle densità energetiche delle razioni che noi utilizziamo: troppo in basso sarebbero troppo fibrose e quindi non soddisferebbero i fabbisogni, o troppo concentrate che porterebbero il rumine a non funzionare più. Se si considera che c’è una certa discrepanza tra km e kl, questi due indici possono essere considerati lo stesso indice, come si può vedere dall’articolo (vedi foto in basso).Prendendo in considerazione la linea Kl, se si volesse disegnare la stessa K calcolata per il mantenimento, si ottiene una linea molto simile (Km).
La trasformazione dell’energia metabolizzabile in energia netta legata all’ingrasso è sicuramente più bassa delle altre (kg).
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza principale tra la conversione dell'energia in latte e in grasso?
- Cosa indica il valore di K nel contesto della conversione energetica?
- Come influisce la densità energetica della razione sul valore di K?
- Qual è l'importanza della densità energetica delle razioni nella dieta degli animali?
La conversione dell'energia in latte è più efficiente rispetto a quella in grasso, con il latte che produce circa 2187 Kcal per unità foraggera contro le 1614 Kcal del grasso.
Il valore di K rappresenta la resa dell'energia metabolizzabile in energia netta, variando in base al tipo di produzione (lattazione, mantenimento, ingrasso) e alla densità energetica della razione.
Maggiore è la densità energetica della razione, più alto sarà il valore di K, indicando una maggiore efficienza nella conversione dell'energia metabolizzabile in energia netta, soprattutto per le razioni più concentrate.
La densità energetica delle razioni è cruciale per soddisfare i fabbisogni nutrizionali senza causare problemi digestivi. Razioni troppo fibrose o troppo concentrate possono rispettivamente non soddisfare i fabbisogni o compromettere la funzionalità del rumine.