Concetti Chiave
- L'embolia polmonare acuta rappresenta uno scenario complesso di shunt ed effetto shunt, a causa della perfusione polmonare compromessa e delle reazioni infiammatorie che ne derivano.
- La ventilazione a pressione positiva e l'ossigenazione sono trattamenti chiave per gestire le embolie polmonari submassive e migliorare il rapporto ventilo-perfusorio.
- Durante la pandemia, le manovre di prono-supinazione nelle terapie intensive hanno migliorato la ventilazione e perfusione degli alveoli, ottimizzando il rapporto ventilo-perfusorio.
- Alterazioni del rapporto Va/Q, come effetto shunt e shunt vero e proprio, sono comuni in condizioni patologiche come ARDS ed edema polmonare cardiogeno.
- In casi di embolia submassiva, nonostante la compromissione del flusso ematico, la somministrazione di ossigeno aiuta a compensare le aree ipoventilate e sovraperfuse.
Indice
Embolia polmonare e shunt
L’embolia polmonare acuta (che, se massiva, porta a morte immediata del pz) viene spesso usato come esempio di shunt vero e proprio, ma non è corretto. In caso di embolia polmonare massiva il malato va immediatamente in arresto per mancato ritorno venoso al cuore sx. In caso di embolia polmonare submassiva il polmone non perfuso diventa ischemico, crea reazione infiammatoria con edema e liberazione di sostanze broncocostrittrici che chiudono alla ventilazione o schiacciano le aree polmonari circostanti. Le aree circostanti periemboliche saranno quindi molto perfuse ma poco o nulla ventilate. Quindi l’embolia polmonare è sia shunt che effetto shunt e può essere trattata con ventilazione a pressione positiva e ossigenazione. Invece in caso di cardiopatie congenite cianotiche se anche vengono ossigenate al 100% non migliorano.
Gestione dell'ossigenazione in terapia intensiva
Questo concetto molto importante è stato sfruttato durante la pandemia nelle terapie intensive con manovre di prono-supinazione: mettendo i pazienti in posizione prona, le zone maggiormente dilatate sono quelle dorsali, viceversa nei pazienti supini quelle ventrali; nel momento in cui il paziente non era più in grado di ossigenare, cambiando la posizione dello stesso gli alveoli più dilatati diventavano sia maggiormente ventilati che perfusi, migliorando il rapporto ventilo-perfusorio.
Alterazioni del rapporto ventilo-perfusorio
Le più grandi insufficienze respiratorie con ipossie marcate sono quelle che causano un’alterazione importante del rapporto Va/Q (ipossia in corso di Ards, edema cardiogeno, embolia polmonare ecc.). In condizioni patologiche si possono avere delle forti alterazioni del rapporto ventilo-perfusorio. L’alterazione del rapporto Va/Q si può manifestare con:
• Effetto shunt, con V̇a/Q → 0 (valore che tende a 0): polmone perfuso ma Non ventilato. Questo accade quando gli alveoli sono ripieni di essudato infiammatorio (Ards) o trasudato (edema polmonare acuto cardiogeno);
• Shunt vero e proprio, con V̇a/Q → infinito: polmone ventilato ma Non perfuso. Es. cardiopatie congenite cianotiche.
Domande del professore
Domande del professore agli studenti: “Ma se lo scambio alveolo-capillare è compromesso per mancanza di flusso ematico, perché si somministra O2 o addirittura si ventila a pressione positiva in assenza di perfusione? Se fosse un problema solo di perfusione, ventilando il pz a pressione positiva questo ostacolerebbe ulteriormente la perfusione. In realtà, in caso di embolia polmonare submassiva, si hanno aree di polmone ischemico nella zona colpita dal fenomeno tromboembolico. Queste aree ischemiche liberano tutta una serie di mediatori infiammatori che portano anche ad un effetto di broncocostrizione. Per cui le zone perilesionali sono ipoventilate e sovraperfuse (per compenso qui passa tutto il resto del sangue), risultando in un basso rapporto ventilo-perfusorio. Oltre allo shunt vero e proprio, si ha, quindi, anche un effetto shunt a livello delle zone periemboliche, che viene trattato con somministrazione di O2, così da ristabilire un corretto rapporto V̇a/Q.”
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza tra shunt vero e proprio ed effetto shunt nell'embolia polmonare acuta?
- Come viene trattata l'embolia polmonare submassiva?
- Qual è l'importanza della posizione del paziente nelle terapie intensive durante la pandemia?
- Perché si somministra ossigeno in caso di compromissione dello scambio alveolo-capillare?
Nell'embolia polmonare acuta, lo shunt vero e proprio si verifica quando il polmone è ventilato ma non perfuso, mentre l'effetto shunt si verifica quando le aree periemboliche sono perfuse ma poco o nulla ventilate.
L'embolia polmonare submassiva viene trattata con ventilazione a pressione positiva e ossigenazione per ristabilire un corretto rapporto ventilo-perfusorio.
Cambiare la posizione del paziente, come nella manovra di prono-supinazione, migliora il rapporto ventilo-perfusorio, poiché gli alveoli più dilatati diventano maggiormente ventilati e perfusi.
L'ossigeno viene somministrato per trattare l'effetto shunt nelle aree periemboliche, migliorando il rapporto ventilo-perfusorio nonostante la compromissione del flusso ematico.