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Concetti Chiave

  • I farmaci bloccanti neuromuscolari possono causare edema polmonare, portando a ipossia da shunt e alterazione del rapporto ventilo-perfusorio.
  • Nonostante l'ipossiemia, la CO2 generalmente non si eleva a meno che lo shunt non superi il 50%, per via della sua maggiore capacità di diffusione rispetto all'O2.
  • La gestione dell'ipossiemia da shunt richiede ventilazione a pressione positiva per mantenere i polmoni aperti e ridurre lo shunt.
  • I farmaci oppioidi utilizzati durante l'intervento, come Fentanyl e Remifentanyl, agiscono selettivamente sui recettori mu, variando per rapidità e durata d'azione.
  • L'evoluzione prognostica della funzionalità polmonare dipende dal riassorbimento dell'essudato infiammatorio e dalla capacità di evitare la progressione verso fibrosi e alveolite fibro-sclerosante.

Indice

  1. Edema polmonare e shunt
  2. Diffusione della CO2 e prognosi
  3. Ripercussioni dell'ipossia da shunt
  4. Farmaci intraoperatori e prognosi
  5. Danno endoteliale e prognosi
  6. Proliferazione e alterazione alveolare

Edema polmonare e shunt

È presente un edema polmonare importante quando si usano questi farmaci: gli alveoli vengono perfusi ma non ventilati, con formazione di shunt e rapporto ventilo-perfusorio che tende a 0. Maggiore è l’entità dello shunt, tanto maggiore è l’ipossia dell’Ards.

Diffusione della CO2 e prognosi

La Co2 invece continua a diffondere, data la maggiore capacità di diffusione (x20 volte quella dell’O2), non si eleva quindi se non per shunt molto elevati (>50%); anche in questi casi però sarà normale riscontrare normo/ipocapnia, dato che l’ipossiemia stimolerà il respiro. Il paziente sarà perciò ipossico ma non ipercapnico. Se le cose peggiorano si creano problemi di diffusione con le membrane ialine e aumenta la CO2, segno prognostico sfavorevole.

Ripercussioni dell'ipossia da shunt

Fisiopatologicamente, l’ipossia da shunt ha 3 importanti ripercussioni:

    1. L’ipossia è relativamente insensibile all’incremento della FiO2

    2. Il metodo migliore per combattere l’ipossiemia è ridurre lo shunt mantenendo il polmone “aperto” alla ventilazione: questa si fa con ventilazione a pressione positiva.

    3. La PaO2 dipende anche dal valore di PvO2, a sua volta dipendente dall’offerta. (Concetto tralasciato perchè “troppo difficile da spiegare”)

Farmaci intraoperatori e prognosi

I farmaci più utilizzati in fase intraoperatoria sono Fentanyl, Sufentanyl, Remifentanyl e agiscono tutti in maniera selettiva sul recettore mu per gli oppioidi. Si differenziano per la rapidità della comparsa dell’effetto e per la durata d’azione (la emivita del Remifentanyl è indipendente dall’insufficienza d’organo).

Nota: la morfina è solo utilizzata nel post operatorio perché l’effetto inizia dopo 10-15 min, non adeguato in anestesia. Rischio di tossico dipendenza da oppioidi. Il rapporto PaO2/FiO2 iniziale non rappresenta un fattore prognostico significativo, mentre invece il peggioramento della funzionalità polmonare durante la prima settimana rappresenta un indice prognostico negativo attendibile. Se con le terapie si ha dunque un miglioramento, la prognosi è favorevole, al contrario se il rapporto peggiora.

Danno endoteliale e prognosi

caratterizzata da edema alveolare. È causato da danno dell’endotelio dei capillari polmonari derivato dall’aumento della permeabilità del capillare. L’essudato infiammatorio con estesa infiltrazione di cellule dell’infiammazione, granulociti neutrofili e macrofagi soprattutto, è ricco di citochine che aumentano la permeabilità dei vasi. L’entità del danno all’endotelio e la capacità di riassorbire il danno sono gli indici prognostici più importanti. In alcuni pazienti, dopo la fase acuta non si forma più essudato: è riassorbito e si ha risoluzione del quadro in una settimana. Altri progrediscono con fase proliferativa e formazione della fibrosi. dopo 5-7 giorni si osserva un esteso interessamento dell’interstizio polmonare che, almeno in alcuni pazienti, costituiscela premessa per un rapido processo di alveolite fibro-sclerosante, con la formazione di membrane ialine, data dalla proliferazione di fibroblasti. Gli spazi aerei e la compliance polmonare diminuiscono e vanno incontro a consolidamento, con conseguente ipossiemia.

Proliferazione e alterazione alveolare

Si osserva un’estesa proliferazione degli pneumociti di tipo Ii, che vanno a sostituire quelli di tipo I, diminuendo la produzione di surfactante. Questo determina l'alterazione del rapporto ventilo-perfusorio, dato che gli alveoli senza surfactante collassano e non vengono più ventilati.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le ripercussioni fisiopatologiche dell'ipossia da shunt nei pazienti trattati con farmaci bloccanti neuromuscolari?
  2. L'ipossia da shunt è relativamente insensibile all'incremento della FiO2, il miglior metodo per combatterla è ridurre lo shunt mantenendo il polmone aperto alla ventilazione con pressione positiva, e la PaO2 dipende anche dal valore di PvO2.

  3. Quali farmaci oppioidi sono comunemente utilizzati in fase intraoperatoria e quali sono le loro caratteristiche?
  4. I farmaci oppioidi comunemente utilizzati sono Fentanyl, Sufentanyl, e Remifentanyl, che agiscono selettivamente sul recettore mu. Si differenziano per la rapidità dell'effetto e la durata d'azione, con Remifentanyl che ha un'emivita indipendente dall'insufficienza d'organo.

  5. Qual è il significato prognostico del rapporto PaO2/FiO2 nei pazienti con danno polmonare acuto?
  6. Il rapporto PaO2/FiO2 iniziale non è un fattore prognostico significativo, mentre il peggioramento della funzionalità polmonare durante la prima settimana è un indice prognostico negativo attendibile.

  7. Quali sono le conseguenze della proliferazione degli pneumociti di tipo II nei pazienti con danno polmonare?
  8. La proliferazione degli pneumociti di tipo II sostituisce quelli di tipo I, riducendo la produzione di surfactante, causando il collasso degli alveoli e alterando il rapporto ventilo-perfusorio, portando a ipossiemia.

Domande e risposte