Concetti Chiave
- Il trattamento dell'infarto dipende strettamente dalla condizione clinica del paziente, con particolari rischi per pazienti anziani fragili con Nstemi.
- La gestione del paziente con sospetta sindrome coronarica acuta varia a seconda del modo in cui arriva in ospedale e delle risorse disponibili nella struttura.
- La scelta tra angioplastica primaria e fibrinolisi dipende da fattori di rischio e tempistiche, con la Pci che offre una maggiore probabilità di rivascolarizzazione completa.
- Nei casi in cui la Pci e la fibrinolisi non sono praticabili, si opta per un trattamento conservativo di supporto.
- In presenza di infarto su pazienti già in terapia anticoagulante o anti-aggregante, è cruciale considerare ulteriori trattamenti antiaggreganti.
Scelta del trattamento dell'infarto sulla base della clinica del paziente
È importante sottolineare come il trattamento sia subordinato alla condizione clinica del paziente. Ad esempio, un anziano fragile con Nstemi a rischio molto alto potrebbe non essere idoneo al cateterismo cardiaco a causa di:-
A. pericolo di insufficienza renale da MdC;
B. importanti emorragie (per la necessità di effettuare una puntura arteriosa e una terapia antitrombotica per eseguire l’esame stesso).
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• tramite i mezzi del servizio di emergenza, sui quali viene già effettuato un Ecg che consente, in caso venga rilevato un sopraslivellamento del tratto ST, di indirizzare il paziente non semplicemente alla struttura più vicina, bensì al più vicino ospedale dotato di servizio di emodinamica h24, nell’ipotesi di poter effettuare una rivascolarizzazione con Pci;
• tramite mezzo proprio, tipicamente con la propria auto. In questo caso il paziente si reca tipicamente all’ospedale più vicino, dove non necessariamente è presente un servizio di emodinamica; in caso venga
diagnosticato uno Stemi, il medico d’urgenza deve valutare se il trasferimento del paziente verso una struttura dove potrebbe essere fatta l’angioplastica primaria sia compatibile con le strette tempistiche della procedura e con la situazione clinica del paziente. Se lo spostamento non è possibile, vi è indicazione, compatibilmente con i fattori di rischio del paziente, ad effettuare la fibrinolisi sistemica.
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• la Pci, eseguita tramite catetere a palloncino con stent, ha un rate di rivascolarizzazione completa intorno al 90-95%;
• la trombolisi garantisce una rivascolarizzazione completa nell’80-85% dei casi.
Altri aspetti
Come si gestisce un paziente con Stemi che non può essere trattato né con Pci né con fibrinolisi? In questo caso è da scegliere un trattamento conservativo di supporto con idratazione, doppia antiaggregazione, terapia anticoagulante, β-bloccante, nitroderivati. come si gestisce un paziente in terapia anticoagulante o anti-aggregante? È tutt’altro che infrequente diagnosticare un infarto, in particolare nStemi , in un paziente trattato con anticoagulante per fibrillazione atriale o anti-aggregante per aterosclerosi coronarica (che, come ogni trattamento, non assicurano una protezione del 100%). Non bisogna pertanto escludere la possibilità di Acs in un paziente in terapia, ma considerare la possibilità di infarto anche se l’Inr risulta in range terapeutico. Come sarà ripreso nelle prossime lezioni, quest’evenienza rappresenta un fattore di rischio aggiuntivo, poiché si è sviluppato un infarto nonostante il trattamento profilattico; il paziente dovrà pertanto essere gestito con l’aggiunta di un anti-aggregante come il clopidogrel o il ticagrelor.Domande da interrogazione
- Quali sono i fattori che influenzano la scelta del trattamento per un infarto?
- Come viene gestito un paziente con sospetto dolore toracico che arriva in ospedale?
- Qual è la differenza tra angioplastica primaria e fibrinolisi in termini di efficacia?
- Come si gestisce un paziente con Stemi che non può essere trattato con Pci o fibrinolisi?
La scelta del trattamento dipende dalla condizione clinica del paziente, come nel caso di un anziano fragile con Nstemi a rischio molto alto, che potrebbe non essere idoneo al cateterismo cardiaco a causa del pericolo di insufficienza renale e di emorragie importanti.
La gestione dipende da come il paziente arriva in ospedale e dalle risorse disponibili. Se arriva tramite servizio di emergenza con un Ecg che mostra sopraslivellamento del tratto ST, viene indirizzato a un ospedale con servizio di emodinamica h24. Se arriva con mezzo proprio, il medico deve valutare se trasferirlo per un'angioplastica primaria o effettuare la fibrinolisi sistemica.
L'angioplastica primaria (Pci) ha un tasso di rivascolarizzazione completa del 90-95%, mentre la trombolisi garantisce una rivascolarizzazione completa nell'80-85% dei casi.
In questo caso, si opta per un trattamento conservativo di supporto che include idratazione, doppia antiaggregazione, terapia anticoagulante, β-bloccante e nitroderivati.