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Concetti Chiave

  • Il rischio suicidario è correlato alla depressione post-psicotica e a fattori come allucinazioni imperative e stigma sociale.
  • Circa il 10% dei pazienti con depressione post-psicotica muore per suicidio, soprattutto dopo la risoluzione dell'episodio psicotico.
  • Fattori prognostici favorevoli, come l'insight e l'alta capacità intellettiva, possono paradossalmente aumentare il rischio suicidario.
  • La riabilitazione per i pazienti psichiatrici cronici si concentra sull'autonomia e sull'acquisizione di modelli di comportamento e relazione.
  • Il trattamento a lungo termine include l'uso di neurolettici long-acting e la creazione di un ambiente di vita equilibrato e stimolante.

Rischio suicidiario

Questo si collega alla depressione post-psicotica, ma anche allo stigma: questi pazienti, come è stato detto, perdono tutto contemporaneamente. A volte, il suicidio è a causa di allucinazioni imperative, in cui la voce allucinatoria diventa padrona e porta il paziente a suicidarsi oppure, rarissimamente, ad omicidi. Circa il 10% dei pazienti muore per suicidio. La fase a più alto rischio è quella che segue la risoluzione dell’episodio psicotico, che suscita un senso di vergogna.
Molti dei fattori che vengono considerati a significato prognostico favorevole rappresentano anche predittori di rischio suicidario. Paradossalmente, fattori come l’insight (consapevolezza della malattia) e l’alta capacità intellettiva, aumentano il rischio suicidario, soprattutto con i pazienti aventi queste caratteristiche, è importante che il medico tratti di questo argomento in un colloquio (spesso è proprio quello che i pazienti vogliono), cercando di sminuire l’impatto benefico di un’ideazione suicidaria.
Si citano i fattori prognostici sfavorevoli:
- Sesso maschile;
- Disturbo familiare in ambito dello spettro schizofrenico;
- Personalità pre-morbosa di tipo schizoide (forma attenuata di psicosi);
- Mancanza di acquisizione di capacità relazionali e di competenze lavorative: l’aspetto del supporto al ruolo è importante1;
- Esordio insidioso senza evidenti fattori precipitanti: i familiari non se ne accorgono;
- Prevalenza di sintomi negativi (appiattimento affettivo e incongruenza);
- Consistente sintomatologia residua al termine dell’episodio psicotico (al posto di una remissione completa): la psicosi non è necessariamente un disturbo perenne, ha un andamento ondulante con diverse specificità;
- Coesistenza persistente di aspetti di tipo pseudo-confusionale;
- Anamnesi familiare negativa per sindromi affettive maggiori.
Sono trattamenti che aiutano i pazienti psichiatrici cronici ad acquisire le abilità fisiche, emozionali ed intellettive necessarie per vivere, apprendere e lavorare nel loro particolare ambiente di vita.

La riabilitazione si basa sullo spingere al massimo l’autonomia e le capacità di espressione dell’individuo, senza competitività. È importante lavorare anche sull’acquisizione di modelli di comportamento e di relazione sia da parte del malato che da parte del suo ambiente, reciprocamente tollerabili e condivisibili, andando a collocare tali processi complessi nell’ambito dell’esistenza concreta dell’individuo (insegnare come si può stare in società, come gestire le proprie emozioni nei contesti sociali).
Segue anche il trattamento a lungo termine:
- Si utilizzano i neurolettici long-acting, associazione di anticolinergici (si ritiene, tuttavia, che fare un buon lavoro terapeutico abbia la stessa valenza di un neurolettico).
- Il paziente dovrebbe vivere in un ambiente caratterizzato da relazioni interpersonali equilibrate e incoraggiato a condurre una vita il più attivo e normale possibile.
- Il paziente dovrebbe vivere al proprio domicilio, dove l’equipe curante dovrebbe aiutare gli altri membri della famiglia a capire e conoscere la malattia del paziente ed a cooperare nell’ambito del programma di un graduale ritorno ad una vita normale.
- Se non è possibile che il paziente viva al proprio domicilio, egli dovrebbe essere inserito in una struttura protetta, in cui possa essere assicurata una certa autonomia ed indipendenza.
- Disponibilità di programmi terapeutici da attuare a livello dei centri diurni, in grado di offrire un valido supporto ed un’organizzazione della giornata e ridurre i contatti con familiari stressati.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i fattori di rischio per il suicidio nei pazienti con depressione post-psicotica?
  2. I fattori di rischio per il suicidio nei pazienti con depressione post-psicotica includono allucinazioni imperative, senso di vergogna dopo la risoluzione dell'episodio psicotico e fattori prognostici sfavorevoli come il sesso maschile e la mancanza di acquisizione di capacità relazionali e lavorative.

  3. Quali sono i trattamenti per i pazienti psichiatrici cronici?
  4. I trattamenti per i pazienti psichiatrici cronici includono la riabilitazione che si basa sull'autonomia e le capacità di espressione dell'individuo, l'acquisizione di modelli di comportamento e relazione e il trattamento a lungo termine con l'uso di neurolettici long-acting e l'ambiente caratterizzato da relazioni interpersonali equilibrate.

  5. Qual è la percentuale di pazienti che muore per suicidio?
  6. Circa il 10% dei pazienti muore per suicidio.

  7. Quali sono i fattori prognostici sfavorevoli per i pazienti con depressione post-psicotica?
  8. I fattori prognostici sfavorevoli per i pazienti con depressione post-psicotica includono il sesso maschile, disturbo familiare in ambito dello spettro schizofrenico, personalità pre-morbosa di tipo schizoide, mancanza di acquisizione di capacità relazionali e lavorative, esordio insidioso senza evidenti fattori precipitanti, prevalenza di sintomi negativi, consistente sintomatologia residua al termine dell'episodio psicotico, coesistenza persistente di aspetti di tipo pseudo-confusionale e anamnesi familiare negativa per sindromi affettive maggiori.

  9. Cosa si intende per riabilitazione nel trattamento dei pazienti psichiatrici cronici?
  10. La riabilitazione nel trattamento dei pazienti psichiatrici cronici si basa sull'autonomia e le capacità di espressione dell'individuo, l'acquisizione di modelli di comportamento e relazione e l'insegnamento di come stare in società e gestire le proprie emozioni nei contesti sociali.

Domande e risposte