Concetti Chiave
- La ricerca del patogeno è essenziale per confermare i dati epidemiologici, utilizzando emocolture ed escreatocolture nei pazienti ricoverati.
- Le emocolture, nonostante la bassa sensibilità e specificità, sono standard per diagnosticare la polmonite e identificare il patogeno per l'antibiogramma.
- Escreatocolture e antigenici urinari integrano le emocolture, utili in contesti come le terapie intensive, identificando patogeni come la Legionella.
- Marcatore di laboratorio come la Pcr è sensibile per l'infiammazione, ma rilevante solo con la procalcitonina nelle infezioni batteriche.
- Valutare il rischio clinico del paziente è cruciale, utilizzando score di rischio per una gestione adeguata e rivalutazioni dopo 48-72 ore.
Indice
Conferma del patogeno
I dati epidemiologici devono essere confermati attraverso la ricerca del patogeno. Questa non è sempre eseguita sul paziente territoriale, è una costante invece nel pz ricoverato utilizzando emocolture ed escreatocolture. L’emocoltura è un esame con sensibilità e specificità relativamente basse (attorno al 10-15%); a fronte di questo dato però viene considerato un esame standard da eseguire nel paziente con polmonite, poiché, nei casi in cui risulti positivo, permette di fare diagnosi certa e di identificare lo spettro di sensibilità del patogeno, di fare l’antibiogramma.
Limitazioni delle escreatocolture
L’escreatocoltura è un esame piuttosto difficile da eseguire, a causa della difficoltà di prelievo del campione.
Presentano però delle limitazioni che non li rendono sostitutivi ed alternativi alle colture. La loro sensibilità e specificità, infatti, dipendono dal livello di batteriemia (direttamente proporzionali), inoltre una volta identificato il patogeno non è possibile ottenere un antibiogramma che guidi la terapia.
Sono test che vengono utilizzati ad integrazione delle emocolture e che risultano particolarmente utili in alcuni setting come quello di una terapia intensiva: se un paziente risulta positivo ad un antigenico urinario per Legionella, si è identificato un agente pericoloso e potenzialmente contagioso di polmonite sul territorio, inoltre si sa che la terapia dovrà coprire le infezioni intracellulari.
Utilizzo dei marker laboratoristici
Nella diagnostica della polmonite si possono utilizzare dei marker laboratoristici tra cui:
● Pcr. È un sensibile marker di stato infiammatorio, che però in ambito infettivo interessa solo se associata alla procalcitonina.
● Pct. Viene rilasciata in seguito a fenomeni infettivi batterici, mentre tipicamente risulta essere soppressa in caso di infezioni virali.
Stratificazione del rischio clinico
Bisogna inoltre stratificare il rischio clinico del paziente in rapporto alla gestione.
Gli score di rischio, ovviamente, non sono sostitutivi di un giudizio medico, ma sono utili perché ricordano che il paziente deve essere valutato nella sua interezza.
Bisogna comunque ricordare che, anche in un paziente che ha una valutazione iniziale tranquilla, è opportuno fare una rivalutazione dopo 48-72h. Se il paziente va bene può completare il suo iter terapeutico a domicilio, se c’è uno sviluppo il paziente va riconsiderato per un’ospedalizzazione.
È opportuno dunque eseguire una valutazione complessiva del paziente; questo compito può essere agevolato dall’utilizzo di punteggi di valutazione clinica.
Si sono ricercati quindi marcatori sistemici che potessero essere suggestivi di malattia. Non si tratta solo di marcatori di infiammazione classici come la Pcr o la conta leucocitaria, ma si prendono in considerazione anche il D-dimero, Ldh, marcatori di danno d’organo come la troponina in ambito cardiovascolare, la ferritina.
Importanza della diagnostica respiratoria
È fondamentale comunque sottolineare l’importanza di una diagnostica respiratoria adeguata, ottenuta attraverso tamponi antigenici e tecniche di biologia molecolare, mediante l’amplificazione di acidi nucleici.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza dell'emocoltura nella diagnosi di polmonite?
- Quali sono le difficoltà associate all'escreatocoltura?
- Quali marker laboratoristici sono utilizzati nella diagnostica della polmonite?
- Perché è importante una rivalutazione del paziente dopo 48-72 ore?
L'emocoltura, nonostante la sua sensibilità e specificità relativamente basse (10-15%), è considerata un esame standard per la diagnosi di polmonite, poiché permette di identificare il patogeno e di eseguire un antibiogramma nei casi positivi.
L'escreatocoltura è difficile da eseguire a causa della complessità nel prelievo del campione e, una volta identificato il patogeno, non consente di ottenere un antibiogramma per guidare la terapia.
Nella diagnostica della polmonite si utilizzano marker come la Pcr, sensibile marker di stato infiammatorio, e la Pct, rilasciata in seguito a infezioni batteriche e soppressa in caso di infezioni virali.
È importante rivalutare il paziente dopo 48-72 ore per determinare se può completare il trattamento a domicilio o se necessita di ospedalizzazione in caso di sviluppo della malattia.