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Concetti Chiave

  • Il controtransfert è una proiezione di emozioni e pensieri del terapeuta sul paziente, che può influenzare la terapia sia in modo negativo che positivo.
  • Un controtransfert negativo può ostacolare la terapia se le emozioni del terapeuta sono troppo intense, compromettendo il distacco necessario.
  • In caso di controtransfert positivo, può aiutare il terapeuta a capire meglio la personalità del paziente e adattare il proprio approccio.
  • Lo stigma sociale legato ai disturbi mentali crea sfide significative, come difficoltà nel lavoro, nelle relazioni personali e nell'accesso ai diritti e all'assistenza.
  • Lo stigma istituzionale limita i diritti delle persone con disturbi mentali, portando a discriminazione e auto-censura da parte dei pazienti.

Responsabilità dello psichiatra

Il controtransfert consiste nella proiezione di schemi di sentimenti, emozioni e pensieri che il terapeuta può effettuare sul paziente, essendo anch’esso umano e dotato di una propria identità.
Il compito del terapeuta è quello di porre l’attenzione e di misurare il proprio controtransfert al fine di non compromettere la relazione terapeutica instaurata.
Anche in questo frangente, questo tipo di proiezione può avere una sua accezione:
- Negativa: qualora le emozioni provate siano troppo forti e impediscano il mantenimento di un distacco e di un’oggettività in terapia;
- Positiva: qualora diventi un segnale o un campanello d’allarme che permetta al terapeuta di comprendere meglio che tipo di personalità abbia di fronte, per regolare, ed eventualmente adattare, il proprio intervento terapeutico.

Per esempio, nel caso in cui il paziente non riesca a raggiungere un cambiamento, risultando di conseguenza “fallimentare”, è possibile che il medico provi rabbia o irritazione nei suoi confronti.

E’ importante, tuttavia, che il medico sia consapevole di questa emozione da lui provata e che sia in grado di gestirla senza addossare tutte le colpe al paziente, ma piuttosto analizzando le possibili motivazioni dell’insuccesso, come l’aver accelerato eccessivamente il cambiamento o aver avuto obiettivi troppo ambiziosi, e cambiare strategia di conseguenza.
. Spesso, infatti, i sintomi di alcune patologie organiche vengono confusi con sintomi legati alla patologia psichica e dunque non adeguatamente trattati.
Pregiudizio: “Sono dei deboli”; “Hanno poco carattere”; “In fondo se la sono voluta loro”; “Se avessero solo un po’ di forza di volontà”. Pregiudizio: “Un malato psichiatrico si riconosce subito”. Si pensa si presenti sempre trasandato, sporco, si muova come uno “zombie”, dica frasi sconnesse, parli a voce inappropriatamente alta, spesso urlando. Conseguenze: incapacità a rendersi conto che attorno a noi ci possono essere molte persone con problemi di salute mentale (amici, parenti, conoscenti, insegnanti, ecc.) e che non sono poi “diverse da noi”.
In ogni parte del mondo soffrire di un disturbo mentale non comporta solo far fronte a sintomi (e disabilità), ma si accompagna allo stigma, definibile come una “seconda malattia” all’apparenza incurabile e che spesso persiste anche quando la prima è scomparsa.
Il soggetto si trova ad avere numerose difficoltà: nel trovare/mantenere un lavoro, nel prendere un appartamento in affitto, nel trovare/mantenere amici, nell’avere voce in capitolo in questioni relative alla propria vita (anche in famiglia), nel farsi una propria famiglia/trovare un partner, nel far valere i diritti, nel ricevere assistenza sanitaria adeguata.
Esiste, inoltre, uno stigma istituzionale che comporta dei divieti alle persone con disturbi mentali in quanto ritenuti in uno stato di “minorità”. In molti paesi viene loro impedito di esercitare i diritti al lavoro e all’impiego, al voto. Spesso queste situazioni esitano in un’anticipazione della discriminazione da parte del paziente, che dunque tenderà a nascondere la diagnosi, ad astenersi dal fare una domanda di lavoro e dall’intraprendere una relazione sentimentale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del controtransfert nello psicoterapeuta?
  2. Il controtransfert consiste nella proiezione di schemi di sentimenti, emozioni e pensieri che il terapeuta può effettuare sul paziente.

  3. Quali possono essere le conseguenze negative del controtransfert nella relazione terapeutica?
  4. Le emozioni troppo forti provate dal terapeuta possono compromettere il mantenimento di un distacco e di un'oggettività in terapia.

  5. Come può essere interpretato il controtransfert positivo nello psicoterapeuta?
  6. Il controtransfert positivo può diventare un segnale o un campanello d'allarme che permette al terapeuta di comprendere meglio che tipo di personalità ha di fronte e di adattare il proprio intervento terapeutico.

  7. Quali sono le difficoltà che una persona con disturbo mentale può incontrare a causa dello stigma sociale?
  8. Una persona con disturbo mentale può avere difficoltà nel trovare/mantenere un lavoro, nell'avere una casa, nell'avere amici, nell'avere voce in capitolo nella propria vita, nel formare una famiglia o trovare un partner, nel far valere i propri diritti e nel ricevere assistenza sanitaria adeguata.

Domande e risposte