Concetti Chiave
- Il biomonitoraggio utilizza organismi viventi per valutare la salute ambientale, offrendo una visione d'insieme rispetto ai metodi chimico-fisici.
- I bioindicatori sono specie che segnalano cambiamenti fisico-chimici nell'ambiente, essendo sensibili ad alterazioni nel loro intervallo di tolleranza.
- Gli indicatori biologici devono essere facilmente identificabili, avere un range di tolleranza ristretto e una distribuzione ampia.
- L'uso di bioindicatori permette di rilevare effetti sinergici di più fonti di stress ambientale, registrando anche eventi di inquinamento intermittenti.
- Le analisi chimiche e biologiche si completano a vicenda, fornendo un quadro più completo e integrato dello stato degli ecosistemi.
Indice
Importanza della biodiversità
Il calcolo della biodiversità è indicativo dello stato di salute dell’ambiente, ma comporta l’identificazione e il conteggio di tutti gli individui di un habitat. Per avere indicazioni più immediate esistono varie tecniche utilizzate in ecologia.
In particolare, il termine biomonitoraggio indica l’insieme delle metodologie che si avvalgono di esseri viventi per trarre informazioni sullo stato dell’ambiente.
Requisiti degli indicatori biologici
Un buon indicatore biologico deve mostrare i seguenti requisiti:
Valutazione integrata degli ecosistemi
La valutazione della qualità ambientale attraverso l’utilizzo di indicatori biologici diviene sempre più un tema di grande attualità sia nella ricerca ecologica di base sia in quella applicativa. L’uso degli indicatori biologici permette di evidenziare gli effetti sinergici di più fonti di stress e di registrare eventi di inquinamento anche intermittenti. Di contro, le analisi chimiche riescono a evidenziare le concentrazioni alterate di sostanze presenti nell’ambiente; il loro limite maggiore è che forniscono informazioni di tipo puntiforme e strettamente riferite al tempo del campionamento. I due tipi di analisi si integrano a vicenda, fornendo informazioni diverse e complementari, per cui l’approccio integrato risulta particolarmente utile per conoscere lo stato degli ecosistemi.
Domande da interrogazione
- Qual è il vantaggio principale del biomonitoraggio rispetto al monitoraggio chimico-fisico?
- Quali sono le caratteristiche che deve avere un buon indicatore biologico?
- In che modo gli indicatori biologici e le analisi chimiche si completano a vicenda?
Il biomonitoraggio offre il vantaggio di riflettere la somma dei fattori che agiscono simultaneamente su un ambiente, misurando l'abbondanza degli organismi, mentre il monitoraggio chimico-fisico si basa sulla misura individuale dei vari parametri.
Un buon indicatore biologico deve avere facilità d’identificazione, range di tollerabilità ristretti, ampia distribuzione, elevate densità, bassa variabilità ecologica, mobilità limitata e un ciclo vitale relativamente lungo.
Gli indicatori biologici evidenziano gli effetti sinergici di più fonti di stress e registrano eventi di inquinamento intermittenti, mentre le analisi chimiche mostrano concentrazioni alterate di sostanze. Insieme, forniscono informazioni diverse e complementari utili per conoscere lo stato degli ecosistemi.