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Concetti Chiave

  • Il biomonitoraggio utilizza organismi viventi per valutare la salute ambientale, offrendo una visione d'insieme rispetto ai metodi chimico-fisici.
  • I bioindicatori sono specie che segnalano cambiamenti fisico-chimici nell'ambiente, essendo sensibili ad alterazioni nel loro intervallo di tolleranza.
  • Gli indicatori biologici devono essere facilmente identificabili, avere un range di tolleranza ristretto e una distribuzione ampia.
  • L'uso di bioindicatori permette di rilevare effetti sinergici di più fonti di stress ambientale, registrando anche eventi di inquinamento intermittenti.
  • Le analisi chimiche e biologiche si completano a vicenda, fornendo un quadro più completo e integrato dello stato degli ecosistemi.

Indice

  1. Importanza della biodiversità
  2. Requisiti degli indicatori biologici
  3. Valutazione integrata degli ecosistemi

Importanza della biodiversità

Il calcolo della biodiversità è indicativo dello stato di salute dell’ambiente, ma comporta l’identificazione e il conteggio di tutti gli individui di un habitat. Per avere indicazioni più immediate esistono varie tecniche utilizzate in ecologia.
In particolare, il termine biomonitoraggio indica l’insieme delle metodologie che si avvalgono di esseri viventi per trarre informazioni sullo stato dell’ambiente.

Il biomonitoraggio può essere definito un monitoraggio «di tendenza», in quanto permette di ricavare indicazioni sulle condizioni di salute dell’ambiente valutando i danni subiti nel tempo da alcuni organismi presenti nell’area di studio o appositamente introdotti. Rispetto al monitoraggio chimico-fisico, che si basa sulla misura individuale dei vari parametri, il biomonitoraggio offre un vantaggio: misurando l’abbondanza degli organismi, rispecchia la somma dei fattori che agiscono simultaneamente su un ambiente. Alcuni organismi si sono dimostrati particolarmente efficaci come indici di qualità ambientale. Questi «organismi bersaglio», chiamati indicatori biologici o bioindicatori, sono specie che richiedono un particolare set di condizioni per sopravvivere. Cambiamenti nella presenza-assenza, nell’abbondanza, nella morfologia, nella fisiologia o nel comportamento di un bioindicatore denotano condizioni fisico-chimiche alterate rispetto al suo intervallo di tolleranza. Gli indicatori biologici vengono utilizzati per monitorare il suolo, l’acqua e l’atmosfera.

Requisiti degli indicatori biologici

Un buon indicatore biologico deve mostrare i seguenti requisiti:

  • relativa facilità d’identificazione;
  • range di tollerabilità ristretti;
  • ampia distribuzione;
  • elevate densità;
  • variabilità ecologica piuttosto bassa;
  • mobilità limitata;
  • ciclo vitale relativamente lungo.
  • Valutazione integrata degli ecosistemi

    La valutazione della qualità ambientale attraverso l’utilizzo di indicatori biologici diviene sempre più un tema di grande attualità sia nella ricerca ecologica di base sia in quella applicativa. L’uso degli indicatori biologici permette di evidenziare gli effetti sinergici di più fonti di stress e di registrare eventi di inquinamento anche intermittenti. Di contro, le analisi chimiche riescono a evidenziare le concentrazioni alterate di sostanze presenti nell’ambiente; il loro limite maggiore è che forniscono informazioni di tipo puntiforme e strettamente riferite al tempo del campionamento. I due tipi di analisi si integrano a vicenda, fornendo informazioni diverse e complementari, per cui l’approccio integrato risulta particolarmente utile per conoscere lo stato degli ecosistemi.

    Domande da interrogazione

    1. Qual è il vantaggio principale del biomonitoraggio rispetto al monitoraggio chimico-fisico?
    2. Il biomonitoraggio offre il vantaggio di riflettere la somma dei fattori che agiscono simultaneamente su un ambiente, misurando l'abbondanza degli organismi, mentre il monitoraggio chimico-fisico si basa sulla misura individuale dei vari parametri.

    3. Quali sono le caratteristiche che deve avere un buon indicatore biologico?
    4. Un buon indicatore biologico deve avere facilità d’identificazione, range di tollerabilità ristretti, ampia distribuzione, elevate densità, bassa variabilità ecologica, mobilità limitata e un ciclo vitale relativamente lungo.

    5. In che modo gli indicatori biologici e le analisi chimiche si completano a vicenda?
    6. Gli indicatori biologici evidenziano gli effetti sinergici di più fonti di stress e registrano eventi di inquinamento intermittenti, mentre le analisi chimiche mostrano concentrazioni alterate di sostanze. Insieme, forniscono informazioni diverse e complementari utili per conoscere lo stato degli ecosistemi.

    Domande e risposte