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Concetti Chiave

  • La prevenzione indicata è cruciale nelle fasi iniziali dei disturbi psichiatrici, mirata a intervenire sui fattori di rischio già evidenti.
  • Individuare precocemente sintomi psicotici, idealmente nei primi due anni, è essenziale per prevenire il passaggio a disturbi più gravi.
  • Una metanalisi su 4470 studenti ha dimostrato che la prevenzione indicata riduce problemi psicosociali e migliora l'integrazione sociale.
  • La prevenzione secondaria cerca di attenuare i problemi quando i sintomi sono già presenti, affrontando fattori prognostici negativi come comorbidità e scarsa risposta al trattamento.
  • La prevenzione terziaria interviene in fasi avanzate, cercando di ridurre l'impatto dei disturbi psichici anche quando altre forme di prevenzione non hanno avuto successo.

Migliore modalità di prevenzione in psichiatria

La prevenzione indicata si attua nelle situazioni in cui ci sono delle criticità già ben evidenti. Occorre intervenire quando si verifica l’insorgenza di fattori di rischio importanti che preludono allo sviluppo di disturbi psichiatrici. Tra le manifestazioni di criticità da individuare in questa fase vi sono aspetti di scarso funzionamento e/o oscillazioni dei sintomi che iniziano ad essere prefigurabili.
L’attenzione principale deve essere focalizzata sull’individuazione precoce di sintomi di tipo psicotico, auspicabilmente riconosciuti nei primi 2 anni.
Importante non evitare o essere disattenti rispetto ai problemi che riguardano il funzionamento o allo sviluppo dei sintomi inziali, che diventano poi “full-blown disorder”: da un piccolo segnale si possono trovare situazioni più gravi che pian piano stanno sviluppando.
NdS: si riporta anche il testo della slide per una maggior comprensione delle ultime frasi spiegate dalla prof.
“Psychosis studies have identified in the first two years following the manifestation of functional impairment a period of particular risk of transition to full-blown disorder, with about a third only in remission”
Un’importante metanalisi americana ha valutato l’impatto degli interventi della prevenzione indicata su 4470 studenti a rischio, che presentavano un vasto range di problemi come depressione, ansia, rabbia, distress psicologico generale, vulnerabilità cognitiva e problemi interpersonali. I risultati dello studio hanno confermato l’effetto positivo degli interventi indicati, non solo nel ridurre i problemi presentati, ma anche migliorando anche altre aree di regolamento psicosociale (interagire nel contesto di comunità). Migliorando sia l’aspetto funzionale che l’integrazione sociale si ottengono benefici, che hanno effetto anche nelle età successive alla giovinezza.
La prof accenna che tali interventi ricadono nell’ambito della prevenzione primaria, ovvero interventi che si cerca mettere in pratica il più precocemente possibile, ovvero quando inizia una difficoltà.
La prevenzione secondaria si attua quando “qualcosa” è già successo e lo psichiatra deve cercare di attenuare le problematiche. Le strategie preventive secondarie ambiscono a mitigare le situazioni in cui si rilevano fattori prognostici negativi, come:
● Malattia di lunga durata
● Scarsa risposta al trattamento
● Scarsi benessere (pyschosocial well-being) e capacità di funzionamento
● Comorbidità come uso di sostanze e pesanti carichi famigliari (es. i genitori non sono nelle condizioni migliori dal punto di vista economico o psicologico con ripercussioni sulla serenità del nucleo famigliare)

Lo scopo della prevenzione secondaria è prevenire la ricaduta (con l’attenzione alla prevenzione) e favorire il
recovery (ripresa e ristrutturazione complete).
La prevenzione terziaria agisce su una fase già avanzata della storia del paziente, verosimilmente quando non sono state messa in atto o non hanno avuto successo le prevenzioni primaria e secondaria.
Con prevenzione terziaria si intende l’ultima opportunità che può essere messa in pratica per ridimensionare l’impatto dei disturbi psichici nella fascia giovanile.
In seguito ad un primo episodio psicotico o al verificarsi di sintomi psichiatrici acuti, alcuni pazienti possono aderire alle proposte dei professionisti, ma potrebbero incontrare dei “blocchi” durante il proprio percorso e non ottenere, nonostante l’aiuto, un full-recovery (termine che si riferisce ad una condizione in cui la patologia è attenuta al punto tale da non essere troppo invadente nella vita del soggetto). I pazienti che non raggiungono il full-recovery rimangono sintomatici o con disturbi funzionali.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le manifestazioni di criticità da individuare nella fase di prevenzione in psichiatria?
  2. Aspetti di scarso funzionamento e/o oscillazioni dei sintomi che iniziano ad essere prefigurabili.

  3. Cosa si intende per prevenzione primaria in psichiatria?
  4. Interventi che si cercano di mettere in pratica il più precocemente possibile, ovvero quando inizia una difficoltà.

  5. Quali sono i fattori prognostici negativi che vengono presi in considerazione nella prevenzione secondaria in psichiatria?
  6. Malattia di lunga durata, scarsa risposta al trattamento, scarsa capacità di funzionamento e presenza di comorbidità come uso di sostanze e pesanti carichi famigliari.

  7. Cosa si intende per prevenzione terziaria in psichiatria?
  8. L'ultima opportunità che può essere messa in pratica per ridimensionare l'impatto dei disturbi psichici nella fascia giovanile.

  9. Cosa si intende per full-recovery in psichiatria?
  10. Una condizione in cui la patologia è attenuata al punto tale da non essere troppo invadente nella vita del soggetto.

Domande e risposte