paoletz00
Ominide
3 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • La colonscopia in urgenza è indicata quando l'emorragia non si ferma entro 8-12 ore, il paziente è emodinamicamente instabile o si verifica una ricaduta del sanguinamento.
  • Se il sangue proviene dalla valvola ileocecale e non ci sono fonti emorragiche nel colon, si sospetta il piccolo intestino e si procede con un’angio-TC e successiva angiografia.
  • L'angioembolizzazione del piccolo intestino è più efficace che nello stomaco ma comporta rischi maggiori di ischemia e perforazione.
  • Nei casi di instabilità emodinamica persistente, nonostante l'angiografia, si può rendere necessario un intervento chirurgico per rimuovere il tratto intestinale problematico.
  • L'esofago toracico è particolarmente vulnerabile alle perforazioni, con una maggiore mortalità legata alla difficoltà di gestione delle raccolte toraciche rispetto ad altre sedi esofagee.

Indice

  1. Quando fare la colonscopia d'urgenza
  2. Procedure in caso di sanguinamento intestinale
  3. Caso clinico di emorragia intestinale
  4. Perforazione dell'esofago toracico

Quando fare la colonscopia d'urgenza

Quando si fa la colonscopia in urgenza? Se dopo 8/12 ore l’emorragia non si ferma, il paziente continua ad avere episodi di sanguinamento, rimane emodinamicamente instabile, oppure ha una ricaduta nel sanguinamento entro 12-24 ore, si fa un minimo di preparazione intestinale, dopo di che si fa una colonscopia in urgenza. In questi casi o viene trovata la fonte emorragica e viene trattata endoscopicamente, oppure non la si trova e il pz viene portato in sala operatoria.

Procedure in caso di sanguinamento intestinale

Se durante la colonscopia si osserva del sangue che proviene dalla valvola ileocecale, senza fonti emorragiche lungo tutto il colon, si può supporre che il sangue provenga dal piccolo intestino (per esempio a causa di un Gist sanguinante/tumore neuroendocrino, angiodisplasia del piccolo intestino): in questi casi si fa prima un’angio-Tc e poi l’angiografia sulla base dell’angio-Tc, incanalando l’iliaca, la mesenterica superiore e inferiore ed arrivando al vaso che sanguina, chiudendolo con delle spirali. Nonostante l’angioembolizzazione del piccolo intestino sia più efficace che nello stomaco per la diversa anatomia vascolare (vascolarizzazione terminale), è maggiormente gravata dal rischio ischemico e, quindi, perforativo.

Caso clinico di emorragia intestinale

Anni fa al Ps era stato centralizzato un ragazzo di 20 anni dall’ospedale di Legnago con rettorragia che inizialmente si trovava in ottime condizioni, ma è stato poi trasfuso con 20 sacche di sangue. È stata eseguita una colonscopia – negativa, ma si osservava che il sangue proveniva dalla valvola. Si è eseguita un’angio Tc dove si osservavano coaguli di sangue accumulati nel tenue. Si è quindi cercato di aumentare la pressione del ragazzo per visualizzare meglio in angio Tc il momento di fuoriuscita dal sito emorragico ma senza successo.

Viene fatta l’angiografia anche se all’angio Tc non si osservava alla fonte – senza risultato. Il paziente continuava a mostrare segni di instabilità emodinamica (pallido e sudato, anurico, sistolica di 60 mmHg, Fc di 130 bpm). Si è proceduto con l’intervento chirurgico per rimuovere il tratto di intestino con più coaguli e si è riusciti a controllare così l’emorragia.

Perforazione dell'esofago toracico

L’esofago toracico è la sede più frequente di perforazione perché è la porzione d'organo più lungo, l'esofago cervicale infatti è lungo 5 -6 cm, il toracico circa 20 cm, l'addominale 2 cm. Inoltre, a parità d'incidenza, la perforazione di esofago toracico è associato ad una maggiore mortalità (18%), questo perché la fuoriuscita di materiale dall’esofago con formazione di una raccolta, è facile da raggiungere e drenare nel collo (mortalità perforazione esofago cervicale 8%), nell’addome è più facile gestirla (mortalità perforazione livello giunzione gastro- esofagea 3%), mentre una raccolta toracica con successiva mediastinite è contemporaneamente più difficile da raggiungere ed è una condizione clinica estremamente grave, ma non sempre così tanto.

Domande da interrogazione

  1. Quando è necessaria una colonscopia in urgenza?
  2. Una colonscopia in urgenza è necessaria se l'emorragia non si ferma entro 8/12 ore, il paziente rimane emodinamicamente instabile o ha una ricaduta nel sanguinamento entro 12-24 ore.

  3. Cosa si fa se il sangue proviene dalla valvola ileocecale durante una colonscopia?
  4. Se il sangue proviene dalla valvola ileocecale, si suppone che provenga dal piccolo intestino e si procede con un'angio-Tc seguita da un'angiografia per identificare e chiudere il vaso sanguinante.

  5. Quali sono i rischi associati all'angioembolizzazione del piccolo intestino?
  6. L'angioembolizzazione del piccolo intestino comporta un rischio maggiore di ischemia e perforazione a causa della diversa anatomia vascolare.

  7. Qual è la sede più frequente di perforazione dell'esofago e perché?
  8. L'esofago toracico è la sede più frequente di perforazione a causa della sua lunghezza e la perforazione è associata a una maggiore mortalità rispetto ad altre sezioni dell'esofago.

Domande e risposte