Concetti Chiave
- La identificazione delle muffe si basa sull'esame microscopico dei vari stadi di sviluppo, utilizzando colture in terreni nutritivi come il PDA.
- Il riconoscimento delle muffe è fondamentale sia nel settore alimentare per identificare patogeni, sia nella fitopatologia per agenti di malattia delle piante.
- La prevenzione delle muffe si ottiene migliorando le condizioni igieniche e utilizzando disinfettanti come sali quaternari d'ammonio e composti fenolici.
- Per limitare la diffusione delle spore, è consigliato l'uso di sistemi di filtrazione dell'aria.
- Metodi di controllo delle muffe includono refrigerazione, essicazione, e sterilizzazione, nonostante le micotossine persistano dopo la sterilizzazione.
Esame microscopico delle muffe
Per il riconoscimento di una muffa si ricorre all’esame microscopico dei suoi vari stadi di sviluppo. Per questo si effettuano isolamenti e colture del fungo in terreni nutritivi adatti (il PDA è il più utilizzato), incubati tra i 25-30°C.
L'identificazione delle muffe avviene nei più svariati ambiti, infatti il riconoscimento dei funghi è utile sia nel settore alimentare, al fine di identificare eventuali patogeni presenti negli alimenti (patogeni ma non solo, in molti formaggi la presenza di certi funghi conferisce ai prodotti dei connotati caratteristici), oppure nel campo della fitopatologia, ovvero riconoscimento di agenti di malattia delle piante.
Metodi di controllo delle muffe
La prevenzione avviene migliorando le condizioni igieniche degli ambienti in cui è stoccato l’alimento, e dei contenitori che vengono a contatto con esso. Le sostanze che meglio si prestano a disinfettare le superfici sono: sali quaternari d’ammonio, composti fenolici e aldeidi.
È bene inoltre adottare sistemi di filtri per purificare l’aria, limitando così la circolazione delle spore.
Per combattere lo sviluppo e la crescita delle muffe si può ricorrere a trattamenti diretti come:
Refrigerazione;
Disidratazione;
Essicazione;
Liofilizzazione;
Sterilizzazione, a 115-120°C per 20-30 minuti (se le micotossine sono già state prodotte queste restano);
Acidità e anaerobiosi ostacolano lo sviluppo delle muffe;
Additivi chimici come conservanti, il cui uso oggi è molto limitato.