Concetti Chiave
- La diagnosi di rottura della cuffia dei rotatori è principalmente clinica, basata su anamnesi e test per identificare il tendine coinvolto.
- L'ecografia è utile per una prima valutazione, mentre l'Rx è usato per individuare artrosi e calcificazioni.
- La Rmn è il metodo diagnostico principale per confermare la rottura e valutare l'estensione e il trofismo del tessuto tendineo.
- La rottura dei tendini a livello osseo richiede spesso un intervento chirurgico a causa della retrazione muscolare.
- La compromissione della cuffia dei rotatori causa dolore e spostamento della testa omerale, influenzando la stabilità dell'articolazione.
Diagnosi di rottura di cuffia dei rotatori
La diagnosi della rottura della cuffia dei rotatori è prevalentemente clinica: è importante l’anamnesi, poiché il dolore è spesso notturno e si presenta ai tentativi di sollevamento del braccio, infatti, il paziente con questo tipo di lesione dal basso riesce a fare qualsiasi tipo di sforzo mentre dall’alto è limitato dal dolore (anche solo versando l’acqua in un bicchiere). Inoltre, il paziente riferisce di non aver avuto traumi. Sono presenti molti test clinici (test per il conflitto, test per la lesione, test per il capo lungo,…) attraverso cui si riesce a capire quale tendine è coinvolto e soprattutto se il problema è solo un’insufficienza o una rottura del tendine stesso.L'ecografia può essere utile in prima istanza per avere un'indicazione generale, ma è un esame operatore- dipendente e quindi sono preferibili altre metodiche. L'Rx viene eseguito sempre per evidenziare: artrosi, calcificazioni (periartrite calcifica) che sono meglio visibili con l’Rx rispetto all’Rmn e si localizzano tra l’acromion e la testa dell’omero occupando spazio, e risultando pertanto molto dolorose; forma, spessore e inclinazione dell'acromion; spur (osteofita).
Rmn è il gold standard nella diagnosi di tale patologia, in quanto consente di vedere se vi sia effettivamente una rottura dei tendini, quale sia l'estensione di tale rottura e quale il trofismo residuo del tessuto (in un paziente anziano la struttura tendinea non sarà facilmente riparabile per la sua fragilità). A volte la lesione può andare
incontro ad una degenerazione massiva tanto che il paziente risulta inoperabile poiché non vi è più una quantità di tessuto sano sufficiente per effettuare una riparazione (lesione massiva irreparabile).
Altri aspetti
Quando i tendini si lesionano a livello della loro inserzione ossea il muscolo a cui è legato lo traziona e allontana il tendine dalla zona dove si è lesionato e pertanto la riparabilità del tendine è solo chirurgica. Con l’avanzare del tempo si potrà notare anche un’atrofia muscolare in quanto il muscolo non è più sollecitato e non svolge più la sua funzione, altro elemento che condiziona la riparabilità del tendine (diventa difficile da trascinare verso la zona di inserzione per ripararlo).La funzione della cuffia dei rotatori è quella di stabilizzare e deprimere la testa omerale, contrastando l’azione del deltoide e garantendo la centratura della testa dell’omero nella cavità glenoidea, specie durante l’abduzione: un paziente con lesione di cuffia non presenta alcuna riduzione funzionale, in quanto il movimento è garantito unicamente da altri muscoli (deltoide). La compromissione della cuffia si associa pertanto ad uno spostamento in altro della testa dell’omero rispetto alla cavità glenoidea durante il movimento in abduzione, favorendo così l’instaurarsi del conflitto. Il sintomo principale è pertanto il forte dolore, soprattutto notturno.
Domande da interrogazione
- Quali sono i sintomi principali che indicano una possibile rottura della cuffia dei rotatori?
- Quali esami sono fondamentali per diagnosticare una rottura della cuffia dei rotatori?
- Quali sono le conseguenze di una lesione massiva irreparabile della cuffia dei rotatori?
- Come influisce la rottura della cuffia dei rotatori sulla funzionalità del braccio e quali sono le implicazioni per la riparabilità del tendine?
I sintomi principali includono dolore notturno e difficoltà nel sollevare il braccio, specialmente da posizioni elevate, come versare acqua in un bicchiere, senza aver subito traumi evidenti.
L'Rmn è considerato il gold standard per la diagnosi, poiché permette di valutare l'eventuale presenza e l'estensione della rottura dei tendini, oltre al trofismo residuo del tessuto. L'ecografia e l'Rx sono utili per fornire indicazioni generali e rilevare altre condizioni come artrosi e calcificazioni.
Una lesione massiva irreparabile comporta l'impossibilità di effettuare una riparazione chirurgica a causa della mancanza di tessuto sano sufficiente, portando a degenerazione massiva del tendine e possibile atrofia muscolare.
La rottura compromette la funzione di stabilizzazione e centratura della testa dell'omero, causando dolore e spostamento della testa dell'omero durante il movimento. La riparabilità del tendine è influenzata dalla retrazione e dall'atrofia muscolare, rendendo difficile il trascinamento del tendine verso la zona di inserzione per la riparazione.