Concetti Chiave
- La denaturazione del DNA comporta la separazione dei filamenti, un processo reversibile tramite raffreddamento.
- Il DNA denaturato assorbe più luce ultravioletta a 260nm, fenomeno noto come effetto ipercromico.
- La temperatura di melting è specifica per ogni DNA e aumenta con una maggiore presenza di guanine e citosine.
- Il processo di denaturazione è più rapido per le porzioni di DNA ripetute rispetto a quelle uniche e codificanti.
- Lo spettrofotometro misura l'assorbanza del DNA, fondamentale per studiare le sue proprietà chimiche e fisiche.
Indice
Denaturazione e renaturazione del DNA
Innanzitutto la denaturazione del DNA è la separazione dei due filamenti, la quale può essere reversibile oppure irreversibile e realizzata in laboratorio attraverso un aumento di temperatura. Se poi il DNA (acido deossiribonucleico) viene raffreddato è in grado di renaturarsi e riacquisire le sue potenzialità.
Assorbanza e effetto ipercromico
Attraverso lo spettrofotometro si misura l’assorbanza di luce del DNA: normalmente il DNA assorbe luce ultravioletta a 260nm. Se però il DNA (acido deossiribonucleico) è denaturato aumenta l’assorbanza, questo è definito effetto ipercromico che è dovuto al fatto che quando il DNA si apre può assorbire più luce perché le basi azotate sono libere.
Temperatura di melting e composizione
Esiste una temperatura di melting, ossia la temperatura alla quale l’assorbimento della luce UV aumenta del 50%. La temperatura di melting è caratteristica di ciascun DNA e dipende dalla sua composizione: tante più guanine e citosine tanto è maggiore la temperatura di melting perché tanta più energia è necessaria per denaturare il DNA e rendere le basi azotate libere. N.B.: a denaturarsi più rapidamente solo le porzioni ripetute; si denaturano con più fatica quelle mediamente ripete; infine quelle uniche, codificanti, necessitano di molta energia per denaturarsi.