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Concetti Chiave

  • Il primo mammifero clonato da una cellula differenziata è stato la pecora Dolly nel 1996, utilizzando il nucleo di una cellula adulta.
  • Clonazioni simili sono state effettuate su vari mammiferi, come topi e mucche, per ridurre la variabilità genetica negli esperimenti.
  • Le tecniche di clonazione permettono la produzione di cellule staminali identiche all'individuo donatore, utili per trattamenti medici senza rischio di rigetto.
  • La clonazione e manipolazione genetica possono aiutare a conservare specie minacciate e potenzialmente riportare in vita specie estinte.
  • Esistono sfide etiche significative legate alla clonazione, specialmente riguardo al tentativo di resuscitare specie estinte come i mammut.

Indice

  1. La nascita di Dolly
  2. Applicazioni della clonazione
  3. Clonazione e cellule staminali
  4. Conservazione delle specie minacciate

La nascita di Dolly

Il primo mammifero clonato a partire dal nucleo di una cellula differenziata (anziché embrionale) è stato prodotto nel 1996. Si trattava della pecora Dolly, ottenuta dal gruppo di ricerca di Ian Wilmut B. Gli scienziati prelevarono il nucleo di una cellula della ghiandola mammaria di un esemplare adulto e lo sostituirono a quello di un ovocita fecondato, riuscendo ad arrivare al completamento dello sviluppo.

La pecora raggiunse lo stadio adulto ma fu abbattuta all’età di circa sette anni per complicazioni dovute a un’infezione polmonare. Altri mammiferi come topi, mucche e una scimmia del genere Rhesus sono stati clonati a partire da cellule differenziate oppure da cellule coltivate e geneticamente modificate.

Applicazioni della clonazione

Queste tecniche rendono disponibili molte possibilità applicative per la ricerca, in particolare per scopi biomedici. Per esempio, se si utilizzano dei topi clonati come cavie per gli esperimenti, si riduce moltissimo la variabilità individuale. Dato che gli ammali possiedono lo stesso genoma, è molto più facile riuscire a ottenere dei risultati sperimentali certi e univoci.

Clonazione e cellule staminali

Con le stesse procedure utilizzate per la clonazione animale si possono produrre cellule staminali in coltura, a partire da cellule somatiche differenziate di un adulto. Il nucleo di cellule prelevate da un essere umano può essere sostituito a quello di un ovocita fecondato e dall’embrione nelle prime fasi di sviluppo si possono ottenere un gran numero di cellule staminali. Queste possiedono lo stesso genoma dell’individuo da cui sono stati prelevati i nuclei e possono essere reimpiantate nel donatore per la cura di malattie, senza correre il rischio del rigetto.

Conservazione delle specie minacciate

La clonazione animale e più in generale le tecniche di manipolazione genetica possono essere utilizzate anche per riprodurre individui di specie fortemente minacciate di estinzione. I tentativi finora non hanno avuto molto successo, ma l’avanzamento tecnico potrebbe consentire nel prossimo futuro di riportare in vita anche specie già estinte. Già da alcuni anni vari gruppi di ricerca stanno tentando di riportare in vita i mammut, utilizzando come donatore di ovociti l’elefante indiano. Chiaramente queste azioni pongono numerosi dubbi e problemi di tipo bioetico.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il primo mammifero clonato a partire da una cellula differenziata?
  2. Il primo mammifero clonato a partire da una cellula differenziata è stata la pecora Dolly, creata nel 1996 dal gruppo di ricerca di Ian Wilmut.

  3. Quali sono le applicazioni delle tecniche di clonazione nella ricerca biomedica?
  4. Le tecniche di clonazione offrono molte possibilità nella ricerca biomedica, come ridurre la variabilità individuale negli esperimenti utilizzando animali clonati, permettendo risultati più certi e univoci.

  5. Quali sono le sfide e le opportunità della clonazione per le specie minacciate di estinzione?
  6. La clonazione può essere utilizzata per riprodurre specie minacciate di estinzione, ma finora i tentativi non hanno avuto molto successo. Tuttavia, i progressi tecnici potrebbero permettere di riportare in vita specie estinte, sollevando questioni bioetiche.

Domande e risposte