carlottazamperlini
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Concetti Chiave

  • Il metodo Sjoiema Wedmeyer utilizza soluzioni enzimatiche per simulare la digestione delle proteine, offrendo un'alternativa più economica e rapida rispetto ai metodi tradizionali.
  • Il metodo della pepsina cellulasi viene preferito per la sua efficienza nel misurare la digeribilità delle proteine, grazie all'uso diretto degli enzimi.
  • Le equazioni di regressione, inizialmente proposte dal professor Leroy, sono utilizzate per stimare la digeribilità degli alimenti in base al contenuto di fibra grezza e ADF.
  • Le tabelle di Leroy, sebbene datate, rimangono un riferimento utile per calcolare la digeribilità apparente degli alimenti nei bovini.
  • Il metabolismo basale, influenzato da fattori come la temperatura e la funzionalità tiroidea, è fondamentale per stabilire il fabbisogno energetico degli animali.

Metodo Sjoiema Wedmeyer

Il metodo Sjolema Wedmeyer prevede l’inoculo con soluzione cloridrica di pepsina per 48h, riproducendo come vengono digerite le proteine.
Entrambi i sistemi sono molto costosi e in particolare il primo, il quale non è quasi più utilizzato. Ad oggi si utilizzano direttamente gli enzimi con il metodo della pepsina cellulasi: si fa trattare l’alimento con la pepsina, e con la cellulasi e si ottiene una buona misura della digeribilità.
Nel tempo ci sono stati diversi esperimenti di tipo comparativo dei vari metodi e tendenzialmente i risultati coincidono.
Il metodo in vitro ha due vantaggi:
    - Il minor costo
    - La minor spesa di tempo
È possibile fare delle stime della digeribilità mediante equazione di regressione. Il primo ad averlo proposto è stato il professor Leroy che ha valutato la digeribilità degli alimenti in funzione della % di fibra grezza sulla sostanza secca. Oggi esistono equazioni di regressione che stimano la digeribilità in funzione dell’Adf, che tendenzialmente è più alta della fibra grezza.
Esempio di tabella di Leroy che parte dall'1% di fibre grezze su s.s.: in questo caso la proteina grezza viene digerita all’84,5%, il grasso al 78,5%...
Queste prove sono state fatte su bovini.

Aumentando la percentuale di fibre, diminuisce la % di digeribilità delle diverse sostanze.
Queste tabelle finiscono con il 50% di fibre grezze, perché mangiare qualcosa con una % maggiore è quasi impossibile (è stato calcolato come valore all’interno della razione).
Per quanto vecchie queste tabelle sono ancora utilizzabili, in quanto sono un sistema immediato. La digeribilità che si ottiene in vivo è apparente, differente da quella reale, che è superiore in proteine, lipidi ed estrattivi azotati, inferiore nella fibra. Per predisporre un corretto piano alimentare di un animale è necessario conoscere il suo fabbisogno. Il concetto del fabbisogno di mantenimento è strettamente collegato al concetto del metabolismo basale, descritto precedentemente nel corso di fisiologia. Il metabolismo basale corrisponde al più basso regime di produzione energetica compatibile con la vita, ovvero quanta energiaè necessaria per mantenersi vivi in assenza di produzioni, ed è espresso in Kcal prodotte nelle 24 ore.
Pertanto, ci sarà un consumo di energia per lo smaltimento di calore: questo è uno dei motivi per cui in estate le razioni per le bovine lattifere sono meno ricche di fibra, poiché più una razione è ricca di fibra e più sarà elevata l’attività fermentativa e più sarà elevato il calore prodotto nel rumine. Di conseguenza, le diete invernali sono più ricche di fibra rispetto a quelle estive. Vi sono poi gli stati febbrili che prevedono che il metabolismo basale sia più elevato. Un altro aspetto è legato alla funzionalità della tiroide: la ipofunzionalità della tiroide comporta un metabolismo basale più basso, mentre negli individui ipertiroidei il metabolismo basale risulta più alto.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il metodo Sjolema Wedmeyer e come viene utilizzato?
  2. Il metodo Sjolema Wedmeyer prevede l'inoculo con soluzione cloridrica di pepsina per 48 ore per simulare la digestione delle proteine. Tuttavia, è un metodo costoso e poco utilizzato oggi.

  3. Quali sono i vantaggi del metodo in vitro per la misurazione della digeribilità?
  4. Il metodo in vitro offre due vantaggi principali: un costo inferiore e una minore spesa di tempo rispetto ad altri metodi.

  5. Come si stima la digeribilità degli alimenti secondo il professor Leroy?
  6. Il professor Leroy ha proposto di stimare la digeribilità degli alimenti in funzione della percentuale di fibra grezza sulla sostanza secca, utilizzando equazioni di regressione.

  7. Perché le razioni alimentari per le bovine lattifere variano tra estate e inverno?
  8. Le razioni estive sono meno ricche di fibra per ridurre l'attività fermentativa e il calore prodotto nel rumine, mentre le diete invernali sono più ricche di fibra per compensare il maggiore fabbisogno energetico.

Domande e risposte