Concetti Chiave
- I vaccini rappresentano uno dei maggiori successi della medicina, permettendo la protezione di massa e l'eradicazione di alcune infezioni.
- L'inizio della vaccinazione risale a Edward Jenner nel 1796, con la prima vaccinazione documentata contro il vaiolo.
- Nonostante i successi, alcune malattie come la malaria e l'HIV/AIDS non hanno ancora vaccini efficaci, mentre il morbillo è un caso di efficacia ridotta nei paesi tropicali.
- Prima di Jenner, si usava la pratica della "variolazione" per prevenire il vaiolo, sebbene fosse pericolosa e non sempre efficace.
- L'opposizione storica ai vaccini ha portato all'abolizione dell'obbligo di vaccinazione contro il vaiolo in Inghilterra nel 1800, causando un aumento delle malattie.
Indice
L'evoluzione storica dei vaccini
Storicamente, i vaccini sono sostanze in grado di indurre una protezione immunologica specifica contro agenti infettivi, seppur in tempi moderni si è dimostrato che non si limitano solo a questo. Sono annoverati tra i maggiori successi in medicina per contrastare le infezioni perché hanno permesso la protezione di massa delle popolazioni e l’eradicazione totale (in certi casi) delle infezioni. Abbiamo ormai una lunga esperienza vaccinale, dal momento che l’inizio si attribuisce ad Edward Jenner nel 1796 con la prima vaccinazione do-cumentata. È lo strumento di cui abbiamo la maggior consapevolezza del rapporto tra rischio e vantaggio rispetto ad altri tipi di farmaci.
Successi e sfide dei programmi vaccinali
Nei secoli passati ci sono stati dei programmi di vaccinazione in tutto il mondo, con grandi risultati soprat-tutto nei paesi sviluppati.
Come si può osservare alcune malattie (come difterite e la poliomielite) sono state completamente eradica-te. Tuttavia, alcune infezioni non hanno ancora un vaccino che funzioni bene, per esempio: la malaria comporta una mortalità annuale di 618248 persone, la schistosomiasi di 21797, l’infestazione da vermi inte-stinali di 3304, la tubercolosi di 934879, le malattie che portano a diarrea di 1497724, le infezioni respiratorie di 3060837, l’HIV/AIDS di 1533760 e il morbillo di 130461. Quest’ultimo è un caso particolare: il vaccino esi-ste ed è efficiente nei nostri paesi, ma in quelli in via di sviluppo, specialmente quelli tropicali ed equato-riali non è altrettanto efficace, perché i vaccini sono sensibili al calore.
Prima di Jenner – per evitare l’infezione della forma letale del vaiolo era già stata sperimentata la pratica della “variolazione” (importata dalla Cina). Questa prevedeva il prelievo di materiale da una pustola o da una cicatrice, non totalmente risolta, proveniente da un paziente infettato in maniera leggera. Il materiale veniva essiccato e inoculato in un soggetto sano. Sebbene si trattasse di una pratica pericolosa, questa tec-nica venne importata in Inghilterra nel 1712 da Lady Mary Wartley Montagu, una intellettuale di idee pro-gressiste.
Controversie e opposizioni alla vaccinazione
Dato che queste pratiche non sempre erano efficaci, durante tutto il XIX secolo molti (per esempio Kant e Herbert Spencer) erano contrari alla vaccinazione. Inizialmente a favore e poi contrario fu Alfred Russel Wallace, coideatore della teoria della selezione naturale assieme a Charles Darwin. Secondo Wallace la vaccinazione oltre ad essere inutile e pericolosa era una violazione della libertà personale e il governo non aveva il diritto di imporla obbligatoriamente. Erano nate anche delle associazioni, come ad esempio il mo-vimento antagonista ai vaccini. Questo era così forte che nel 1973 fu in grado di dar vita ad una associazio-ne internazionale anti vaccini (Societas Universa Contra Vaccinum Virus) con sede a Londra. Verso la fine del 1800, a causa delle continue obiezioni, in Inghilterra fu abolito l’obbligo di vaccinazione contro il vaiolo. Ciò determinò un aumento drammatico dei casi di malattia e di morte, dato che solo il 50% della popola-zione inglese era vaccinata.
Sviluppo e limiti dei vecchi vaccini
Le immunizzazioni contro la maggior parte delle malattie infettive comuni nell’infanzia si diffuse soltanto durante la metà del 20 secolo. Il maggior ostacolo all’efficacia dei vecchi vaccini era il metodo di produzio-ne, che consisteva nella semplice uccisione (tramite il calore o chimicamente) dell’agente patogeno. La vac-cinazione era anche effettuata mediante la somministrazione di elevate quantità di proteine derivate dal microrganismo ucciso. Viste lo scarso progresso tecnico però, risultava difficile separare le proteine da al-tre impurità (contenute ad esempio nel mezzo di coltura) che venivano pertanto inoculate. A queste impu-rità erano dovuti i frequenti effetti collaterali (reazioni avverse ai vaccini), anche seri.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza storica dei vaccini nella medicina?
- Quali sono alcune delle malattie che sono state eradicate grazie ai vaccini?
- Quali sfide esistono ancora nella vaccinazione contro alcune infezioni?
- Qual era la pratica della "variolazione" e chi l'ha introdotta in Inghilterra?
- Quali erano le critiche storiche alla vaccinazione e quali furono le conseguenze?
I vaccini sono considerati tra i maggiori successi in medicina per la loro capacità di proteggere le popolazioni dalle infezioni e, in alcuni casi, di eradicare completamente alcune malattie.
Malattie come la difterite e la poliomielite sono state completamente eradicate grazie ai programmi di vaccinazione.
Alcune infezioni, come la malaria e l'HIV/AIDS, non hanno ancora un vaccino efficace, e in alcuni paesi in via di sviluppo, i vaccini esistenti, come quello per il morbillo, non sono altrettanto efficaci a causa della sensibilità al calore.
La "variolazione" era una pratica per prevenire il vaiolo prelevando materiale da una pustola di un paziente infettato leggermente e inoculandolo in un soggetto sano. Fu introdotta in Inghilterra da Lady Mary Wortley Montagu nel 1712.
Alcuni, come Alfred Russel Wallace, consideravano la vaccinazione inutile e pericolosa, e una violazione della libertà personale. Le obiezioni portarono all'abolizione dell'obbligo di vaccinazione contro il vaiolo in Inghilterra, causando un aumento dei casi di malattia e morte.