Concetti Chiave
- Il fattore V è una proteina strutturalmente simile al fattore VIII, composta da cinque domini: A1, A2, A3, C1 e C2.
- Le arginine Arg306, Arg506 e Arg679 sono cruciali per il taglio della proteina C; la mutazione Arg506, nota come mutazione del fattore V di Leiden, rappresenta un fattore di rischio trombofilico comune.
- La trombina converte il fibrinogeno in monomeri di fibrina, caratterizzati dalla sequenza D-E-D, e il fattore XIII stabilizza la fibrina formando legami tra i domini D e E.
- Le piastrine e la fibrina collaborano per riparare l'endotelio, con le piastrine come "mattoni" e la fibrina come "cemento" per garantire elasticità e resistenza.
- Il sistema fibrinolitico, attivato dal TPA, trasforma il plasminogeno in plasmina per degradare la fibrina stabilizzata, producendo prodotti di degradazione come il D-dimero.
Indice
Struttura e importanza del fattore V
Il fattore V che è una proteina ad altissima omologia strutturale con il fattore VIII. Si tratta di una proteina a cinque domini che sono A1, A2, A3, C1 e C2. Molto importanti sono le tre arginine: Arg306, Arg506 e Arg679. Questi sono i siti di taglio della proteina C. Delle tre arginine la più importante è la 506 perchè la sua alterazione è nota anche come mutazione del fattore V di Leiden.
Mutazione del fattore V di Leiden
Leiden è una cittadina olandese dove vi è una prestigiosa università che nel 1993 ha individuato la mutazione di Arg506 che rappresenta uno dei principali sistemi di resistenza al taglio operato dalla proteina C. Trattandosi di un fattore di rischio trombofilico a prevalenza abbastanza elevata, 3-5% della popolazione indoeuropea, fu negli anni Novanta una delle grandi scoperte per quanto riguarda i fattori di rischio trombofilici. La proteina C coadiuvata alla proteina S va a tagliare fisicamente il fattore V.
Ruolo della trombina e del fattore XIII
La trombina va a rimuovere dal fibrinogeno due piccole porzioni che si chiamano fibrinopeptidi A e B trasformandolo così in monomeri di fibrina che hanno una struttura proteica globulare in cui vi è la ripetizione di un trio di lettere D-E-D. A questo punto il fattore XIII permette il passaggio dalla fibrina non stabilizzata alla fibrina stabilizzata andando a costituire dei ponti di legame tra i domini D e i domini E, agisce da trasduttaminasi. Di fatto va a rafforzare il sistema di fibrina che si è formato. Le piastrine di fatto rappresentano i “mattoni” della riparazione endoteliale mentre la fibrina rappresenta il collante, il “cemento” che si pone tra i mattoni per dare elasticità e plasticità alla neoformata parete, che è così in grado di resistere alle sollecitazioni meccaniche determinate da normali attività della muscolaris mucosae piuttosto che di tutta la parete del vaso interessato.
Sistema fibrinolitico e ruolo della plasmina
Nel momento in cui avviene la creazione di questa componente con la proteina stabilizzata, poi entra in gioco un sistema fibrinolitico che utilizza un enzima chiamato plasmina. La plasmina deriva da una proteina, il plasminogeno, che è una proteina circolante fisiologicamente presente nel plasma e su cui agisce un attivatore tissutale, il TPA, che viene liberato quanto c’è una lesione endoteliale. Il TPA va ad attivare il plasminogeno trasformandolo in plasmina, la plasmina opera dei tagli catalitici sulla fibrina stabilizzata e produce dei prodotti di degradazione che si chiamano FDP. In questi prodotti di degradazione “F” sta per fibrina, “D” sta per derivati e “P” per prodotti, il più noto si chiama D-dimero.
Domande da interrogazione
- Qual è la funzione principale del fattore V e la sua relazione con la proteina C?
- Qual è il ruolo della trombina nel processo di coagulazione?
- Come avviene la stabilizzazione della fibrina e qual è il suo significato?
- In che modo il sistema fibrinolitico interviene nella coagulazione?
Il fattore V è una proteina a cinque domini che viene tagliata dalla proteina C, coadiuvata dalla proteina S, per regolare la coagulazione. La mutazione del fattore V di Leiden, che coinvolge l'arginina 506, rappresenta un sistema di resistenza al taglio della proteina C.
La trombina rimuove i fibrinopeptidi A e B dal fibrinogeno, trasformandolo in monomeri di fibrina. Questi monomeri formano una struttura proteica globulare che viene stabilizzata dal fattore XIII.
La stabilizzazione della fibrina avviene tramite il fattore XIII, che crea ponti di legame tra i domini D ed E, rafforzando il sistema di fibrina. Questo processo è essenziale per dare elasticità e plasticità alla parete vascolare neoformata.
Il sistema fibrinolitico utilizza la plasmina, derivata dal plasminogeno attivato dal TPA, per degradare la fibrina stabilizzata. Questo processo produce prodotti di degradazione noti come FDP, tra cui il D-dimero.