Concetti Chiave
- La cirrosi epatica è irreversibile, ma i trattamenti disponibili, come chelanti del ferro, salassi e dieta, possono offrire benefici significativi.
- Il trapianto di fegato è una considerazione importante nel trattamento della cirrosi, insieme alla gestione dei rischi di epatocarcinoma attraverso programmi di follow-up.
- L'uso delle glifozine per trattare l'ascite associata all'insufficienza epatica non è supportato da evidenze sufficienti e il loro effetto diuretico è transitorio.
- La gestione della cirrosi richiede un aggiustamento delle dosi dei farmaci a causa della compromissione epatica e la considerazione di terapie per ipogonadismo e problemi tiroidei.
- La donazione di sangue è vitale, con il Veneto che presenta un'autosufficienza per le emotrasfusioni, ma esistono difficoltà nel reperimento di alcune componenti ematiche cruciali.
Indice
Trattamenti per la cirrosi
La cirrosi del paziente non è reversibile, ma la terapia avrà comunque dei benefici. Il paziente può essere trattato con chelanti del ferro, salassi, dieta. È da considerare un trapianto. Viene chiesto se è giustificato l’uso delle glifozine, le quali a breve saranno inserite nelle linee guida per il trattamento dello scompenso cardiaco, per trattare l’ascite associata all’insufficienza epatica. Il professore riferisce che non sono presenti evidenze per le quali le glifozine possano essere farmaci efficaci in questo senso, ovvero da diuretico. Infatti, l’effetto diuretico di questi farmaci è transitorio, dovuto principalmente al fatto che c’è una riduzione della quantità di glucosio nel sangue. Per un meccanismo ancora non ben compreso, ha un ruolo anche nella risoluzione dello scompenso cardiaco.
Considerazioni terapeutiche
Ricordiamo che in un paziente cirrotico, per via della compromissione epatica, le dosi dei farmaci devono sempre essere aggiustate.
Dovremmo pensare a una terapia sostitutiva per trattare l’ipogonadismo, risolvere i problemi tiroidei e considerare che il paziente è a rischio elevato di epatocarcinoma e quindi inserirlo in un programma di follow- up. Inoltre, è da ricordare che bisogna trattare il diabete. Per il coinvolgimento articolare, purtroppo, non è presente una terapia efficace. Nella successiva lezione il professore continuerà la discussione del caso clinico.
Donazione di sangue in Italia
Ad oggi nel mondo c'è una relativa carenza di emocomponenti. In Italia la donazione è volontaria, in Veneto c’è un’autosufficienza per le emotrasfusioni dovuta ad una cultura, una tradizione di donazione. Tuttavia, su alcune componenti ematiche (plasma, albumina, immunoglobuline), anche in Veneto ci sono delle difficoltà per cui è necessario che le entità regolatorie stabiliscano delle regole per cui siano sempre a disposizione quando assolutamente necessarie.
Caso clinico del paziente
Uomo, 63 anni, dell'Est Europa. Il paziente giunge in pronto soccorso con dolore epigastrico, melena (lui denuncia “emissione di feci scure”), marcata astenia e conati di vomito (seppur in assenza di effettivo vomito). La sintomatologia si protrae da una settimana, ma peggiorata negli ultimi giorni.
Anamnesi del paziente
In anamnesi:
• cardiopatia ischemica: ricovero del 2009 per infarto miocardico, trattato con intervento di rivascolarizzazione percutanea su interventricolare anteriore; successivi follow up negativi (nel 2015 test al cicloergometro negativo per ischemia inducibile) e non ha più avuto episodi di dolore toracico
• asma bronchiale: ultima spirometria effettuata nel 2019
• ipercolesterolemia
• dorsalgia/lombalgia su un’alterazione della colonna con rettilineizzare della lordosi lombare, distesi L5 e S1, eseguita biopsia vertebrale negativa su un segnale alterato alla Rmn
• artrosi a livello cervicale
Terapia attuale del paziente
Il pz è in terapia con: antiaggregante, statina, sartano (inibitore Sraa), beta-bloccante, anti-leucotrienico (Montelukast, per trattamento e profilassi di crisi asmatiche), inibitore di pompa protonica (Omeprazolo a dosaggio basso, solo quando ha epigastralgia), Fans al bisogno per dorsalgia.
Il pz consuma anche 8 unità alcoliche al giorno.
Domande da interrogazione
- Quali sono le opzioni di trattamento per la cirrosi menzionate nel testo?
- Le glifozine sono efficaci nel trattamento dell'ascite associata all'insufficienza epatica?
- Quali sono le condizioni di salute preesistenti del paziente?
- Quali sono le difficoltà attuali nella disponibilità di emocomponenti in Italia?
Il trattamento della cirrosi include l'uso di chelanti del ferro, salassi, dieta e la considerazione di un trapianto. È importante anche aggiustare le dosi dei farmaci a causa della compromissione epatica.
Non ci sono evidenze che le glifozine siano efficaci come diuretici per trattare l'ascite associata all'insufficienza epatica, poiché il loro effetto diuretico è transitorio e legato alla riduzione del glucosio nel sangue.
Il paziente ha una storia di cardiopatia ischemica, asma bronchiale, ipercolesterolemia, dorsalgia/lombalgia, e artrosi cervicale. È in terapia con vari farmaci per gestire queste condizioni.
C'è una carenza relativa di emocomponenti nel mondo, e in Italia, nonostante l'autosufficienza in Veneto per le emotrasfusioni, ci sono difficoltà nella disponibilità di plasma, albumina e immunoglobuline, richiedendo regole per garantirne la disponibilità quando necessario.