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Concetti Chiave

  • La terapia radiometabolica con microsfere coniugate con berillio è efficace per necrotizzare i tumori tramite isotopi che emettono fotoni beta, ma è costosa, circa 20.000 euro per trattamento.
  • La tecnica di Tsurusaki, sviluppata nel 2008, è la più utilizzata nel metodo omolaterale per l'embolizzazione, includendo l'uso di un palloncino per bloccare il flusso ematico.
  • I rischi della procedura di embolizzazione includono la possibilità che l'embolizzante si diffonda in aree non desiderate, con complicanze a bassa frequenza come ematoma subcapsulare ed embolia.
  • Embolizzare la sovraepatica comporta rischi maggiori rispetto all'embolizzazione della porta, poiché il materiale può raggiungere il polmone o il circolo ematico del sistema nervoso centrale.
  • La resezione del fegato è facilitata dall'incremento di flusso sanguigno alla porzione sinistra, permettendo l'ipertrofia epatica senza insufficienza, grazie all'afferenza arteriosa continua al fegato di destra.

Indice

  1. Terapia radiometabolica e costi
  2. Tecnica di Tsurusaki e rischi
  3. Complicanze dell'embolizzazione
  4. Rischi dell'embolizzazione sovraepatica
  5. Chiusura delle varici esofagee
  6. Accesso per via percutanea sinistra

Terapia radiometabolica e costi

nell’ambito dell’embolizzazione, la terapia radiometabolica con microsfere coniugate con berillio, risulta essere una procedura efficace. L’azione di questa procedura prevede che si riesca a necrotizzare il tumore per azione degli isotopi che emettono fotoni beta. Risulta, però, una terapia molto onerosa che costa circa 20.000 euro a trattamento.

Tecnica di Tsurusaki e rischi

Il metodo omolaterale più utilizzato è quello di Tsurusaki, sviluppato nel 2008. Questa tecnica prevede l’inserimento di un introduttore (già spiegato nelle lezioni precedenti) a livello del ramo portale di interesse. Successivamente viene inserito un palloncino e gonfiato, permettendo di bloccare ii flusso ematico a valle. Successivamente viene inserito del materiale embolizzante, il quale agirà solo a monte. Una volta finita l’embolizzazione, si sgonfia il palloncino, lo si rimuove e tramite iniezione di mezzo di contrasto si valuta l’esito della procedura.

Complicanze dell'embolizzazione

Ci sono dei rischi intrinseci: primo tra tutti, che l’embolizzante si ritrovi in una porzione non desiderata. Le complicanze (bassa frequenza circa 2.2%) che comprendono:

    ematoma subcapsulare

    emoperitoneo

    embolia

    bilioma

    trombosi portale

    pneumotorace

    insufficienza epatica transitoria e psudoaneurisma

Rischi dell'embolizzazione sovraepatica

L’embolizzazione della sovraepatica, a detta del professore, è una manovra che comporta rischi più gravi rispetto all’embolizzazione della porta. se sostanza viene iniettata a livello della porta, le eventuali lesioni da embolizzante rimangono circoscritte al fegato, mentre se l’embolizzante viene iniettato in sovraepaticha è possibile che una quota possa sfuggire. Bene che vada si ferma al polmone, ma male che vada può interessare il circolo ematico del Snc. Tanto è vero che la sostanza più utilizzata per chiudere i vasi venosi epatici è l’alcool o comunque sostanze stenosanti liquide.

Chiusura delle varici esofagee

Domanda: Gli endoscopisti come chiudono le varici esofagee?” Risposta: “Usano la colla”. Domanda del professore: “Cosa succede se materiali embolizzanti vanno nel polmone?” Risposta: “Tosse. Si va a vedere la saturazione e se viene notata una diminuzione allora si smette di iniettare”.

Accesso per via percutanea sinistra

la porzione di sinistra non è completamente visibile. Si può individuare l’accesso per via percutanea sinistra (via controlaterale). Sotto guida ecografica si entra nel ramo portale del secondo, terzo e quarto segmento, e si cerca di arrivare alla confluenza con i rami di destra. A questo punto si inietta della colla o del materiale embolizzante in grado di chiudere la porzione portale destra. Il fegato di destra non muore, in quanto continua a ricevere l’afferenza arteriosa. Nella porzione sinistra invece arriva una quota di sangue in più (circa 40%) che era destinato primariamente all’irrorazione destra del fegato. Il paziente non va in insufficienza epatica perché gli epatociti del fegato di destra continuano a funzionare e questo dà il tempo al fegato di sinistra di diventare più grosso, nell’arco di 20-25 giorni, per poi effettuare la resezione.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il costo approssimativo per un trattamento di terapia radiometabolica con microsfere coniugate con berillio?
  2. Il costo per un trattamento di terapia radiometabolica con microsfere coniugate con berillio è di circa 20.000 euro.

  3. Qual è la tecnica omolaterale più utilizzata per l'embolizzazione e chi l'ha sviluppata?
  4. La tecnica omolaterale più utilizzata per l'embolizzazione è quella di Tsurusaki, sviluppata nel 2008.

  5. Quali sono le complicanze associate alla procedura di embolizzazione con una bassa frequenza di circa 2.2%?
  6. Le complicanze associate alla procedura di embolizzazione includono ematoma subcapsulare, emoperitoneo, embolia, bilioma, trombosi portale, pneumotorace, insufficienza epatica transitoria e psudoaneurisma.

  7. Cosa succede se i materiali embolizzanti vengono iniettati in sovraepatica e quali rischi comporta?
  8. Se i materiali embolizzanti vengono iniettati in sovraepatica, esiste il rischio che una quota possa sfuggire e, nel peggiore dei casi, può interessare il circolo ematico del sistema nervoso centrale (Snc), comportando rischi più gravi rispetto all'embolizzazione della porta.

Domande e risposte