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Concetti Chiave

  • La spondilolistesi è causata da una spondilolisi bilaterale, che porta al potenziale scivolamento in avanti del corpo vertebrale superiore.
  • Questa condizione può provocare lombalgia e lombosciatalgia, spesso asintomatica e scoperta tramite radiografie.
  • Le cause della spondilolisi includono fattori congeniti e microtraumi ripetuti, mentre le spondilolistesi traumatiche sono rare.
  • Il trattamento può essere conservativo, con riposo e farmaci, o chirurgico per sintomi persistenti e deficit neurologici.
  • L'approccio chirurgico moderno include la microdiscectomia, mentre tecniche come la chemionucleolisi non sono più utilizzate.

Indice

  1. Definizione e sintomi della spondilolistesi
  2. Origini e cause della spondilolisi
  3. Approcci chirurgici e tecniche obsolete
  4. Importanza dell'inquadramento psicologico

Definizione e sintomi della spondilolistesi

Una spondilolisi bilaterale (quindi un’interruzione bilaterale dell’istmo) può portare a una dissociazione dell’arco posteriore dal corpo della vertebra, con conseguente scivolamento in aventi del corpo vertebrale superiore: questa condizione prende il nome di spondilolistesi (dal greco olistesi = scivolamento).

La spondilolisi e la spondilolistesi sono delle condizioni patologiche che possono talvolta provocare lombalgia e lombosciatalgia, in quanto lo scivolamento vertebrale porta allo stiramento meccanico della radice nervosa che emerge dal forame vertebrale. Spesso sono asintomatiche e rinvenute tramite Rx.

Origini e cause della spondilolisi

Si ritiene che l’origine della spondilolisi sia congenita; altri sostengono, invece, che sia dovuta a microtraumi ripetuti (come fratture da stress: tuffatori, ginnastica artistica). Le spondilolistesi traumatiche sono invece rarissime.

Il trattamento dipende da diversi aspetti:

    • Entità dei disturbi: il dolore può essere così importante da non permettere al pz di dormire la notte;

    Lesioni neurologiche: irritative in caso di dolore, deficitarie radicolari in caso di riduzione della forza, ariflessia, ipoestesia.

    • Insorgenza

    • Trend nel tempo: a volte i sintomi neurologici possono regredire; quindi, si può procedere mediante un trattamento conservativo senza intervenire chirurgicamente. Se i sintomi neurologici sono comparsi da 6-

    8 mesi e non sono regrediti, probabilmente non regrediranno nemmeno con l'intervento chirurgico (bisognava trattarlo prima: errore di timing).

    Qualità di vita

approccio conservativo: Riposo (paziente a letto per 20 gg), FansS, neurotrofici, corticosteroidi (visti gli effetti indesiderati che può avere di solito si fanno 3 giorni a dosi piene, poi a scalare, per un totale di 10-12gg). L’azione dei corticosteroidi si esplica riducendo l’effetto sia del dolore che dell’infiammazione intorno alla radice. Per il dolore possono essere prescritti farmaci oppiacei (morfina, codeina, etc), anche se nel contesto sanitario italiano sono poco usati per un fattore culturale.

Approcci chirurgici e tecniche obsolete

approccio chirurgico: in pazienti con dolore persistente e resistente alla terapia medica e sintomi neurologici

deficitari persistenti dopo 3 mesi.

decompressione diretta: intervento descritto negli anni ’50 dal prof. Fineschi. Si esegue una microdiscectomia, mediante incisione di circa 2-3 cm: viene aperta una braccia ossea a livello della lamina, posteriormente al legamento giallo e si asporta l’ernia.

decompressione indiretta (tecniche non più eseguite, consistono nell’entrare nell’ernia con delle sonde per darne riduzione):

    - chemionucleolisi (nl): iniezione di chimopapaina Tc guidata, enzima potente che scioglieva il nucleo polposo, aggravando tuttavia lo schiacciamento discale;

    - nucleoaspirazione: frantumazione e successiva aspirazione del disco;

    - nucleolisi laser: utilizzo di energia termica allo scopo di ridurre il volume del nucleo polposo.

Importanza dell'inquadramento psicologico

Prima di procedere ad un intervento chirurgico, è opportuno eseguire un inquadramento psicologico. Il è un questionario che viene eseguito su tutti i pazienti candidati alla chirurgia del rachide, volto ad inquadrare un atteggiamento psicologico che porta a lamentare maggiormente un sintomo lombalgico. Utilizzato soprattutto in ambito americano.

Domande da interrogazione

  1. Che cos'è la spondilolistesi e quali sono le sue cause principali?
  2. La spondilolistesi è una condizione patologica caratterizzata dallo scivolamento in avanti del corpo vertebrale superiore, dovuto a una spondilolisi bilaterale, ovvero un'interruzione bilaterale dell'istmo. Le cause principali includono fattori congeniti e microtraumi ripetuti, come fratture da stress tipiche di alcuni sport.

  3. Quali sintomi possono manifestare le persone affette da spondilolistesi?
  4. Le persone con spondilolistesi possono sperimentare lombalgia e lombosciatalgia a causa dello stiramento meccanico della radice nervosa. Tuttavia, spesso questa condizione può essere asintomatica e scoperta solo tramite radiografie.

  5. Quali sono le opzioni di trattamento per la spondilolistesi?
  6. Il trattamento può variare da approcci conservativi, che includono riposo, farmaci anti-infiammatori non steroidei, neurotrofici, corticosteroidi e, in alcuni casi, farmaci oppiacei, a interventi chirurgici per pazienti con dolore persistente e sintomi neurologici deficitari non migliorati dopo 3 mesi.

  7. In che modo l'approccio chirurgico alla spondilolistesi è cambiato nel tempo?
  8. L'approccio chirurgico alla spondilolistesi ha visto l'introduzione della microdiscectomia negli anni '50, un intervento che prevede l'asportazione dell'ernia tramite un'incisione di circa 2-3 cm. Tecniche precedenti come la chemionucleolisi, la nucleoaspirazione e la nucleolisi laser, che miravano a ridurre il volume del nucleo polposo, non sono più eseguite a causa dei loro effetti avversi.

Domande e risposte