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Concetti Chiave

  • L'angioplastica è la prima opzione per trattare l'infarto, simile all'uso di una trivella per rimuovere un'ostruzione; include l'inserimento di uno stent per mantenere l'arteria aperta.
  • Il bypass coronarico è utilizzato quando l'angioplastica non è praticabile, creando un nuovo percorso per il flusso sanguigno attorno all'ostruzione.
  • La fibrinolisi, un tempo utilizzata per trattare le ischemie cardiache, è stata superata da angioplastica e bypass a causa dei rischi di emorragie sistemiche.
  • La fibrinolisi è ancora la terapia elettiva per le ischemie cerebrali, ma non è più preferita per il trattamento cardiaco nei Paesi occidentali.
  • Angioplastica e bypass sono preferiti per la loro efficacia locale, riducendo il rischio di complicazioni emorragiche rispetto alla fibrinolisi.

Indice

  1. Similitudine tra infarto e idraulica
  2. Dettagli sull'angioplastica
  3. Problemi e alternative all'angioplastica
  4. Fibrinolisi e sue limitazioni

Similitudine tra infarto e idraulica

La terapia può essere a 3 livelli. Il professore fa una similitudine strana, ma calzante. Per l’infarto facciamo le stesse cose che farebbe un idraulico quando si occlude un tubo di scarico: o si usa l’idraulico liquido, ovvero un liquido altamente corrosivo per distruggere il “tappo” che si è formato all’interno del tubo oppure si usa una trivella, infilandola nel tubo, per rompere l’occlusione oppure si cambia il tubo. La stessa cosa viene fatta con le arterie coronarie.

Dettagli sull'angioplastica

Il primo tentativo che facciamo è l’angioplastica (nell’esempio del tubo coinciderebbe con l’uso della trivella): viene infilato all’interno della coronaria lo specillo che contiene una parte dilatante (in passato chiamata “palloncino”), si tenta di bypassare l’ostruzione, si gonfia e poi si tira indietro in modo tale da far sì che l’ostruzione venga completamente tolta.

Problemi e alternative all'angioplastica

Dopo l’intervento di angioplastica si mette lo stent, una sorta di materiale che tende a mantenere l’arteria dilatata dopo che è stata fatta l’operazione di retrazione dello specillo. Questa pratica ha 2 possibili problematiche:

1. Nelle ostruzioni particolarmente serrate lo specillo non passa e in questo caso non si può utilizzare questa tecnica

2. Ci sono delle situazioni particolarmente critiche in cui c’è il rischio che dopo aver infilato lo specillo e gonfiato/dilatato il “palloncino” l’arteria sia talmente fragile che incorre il rischio di romperla completamente.

In queste due circostanze si ricorre al bypass (simile al concetto della sostituzione del tubo): dove c’è l’arteria ostruita si mette un altro vaso (es. la mammaria) che bypassi completamente l’ostruzione.

Fibrinolisi e sue limitazioni

La terza ipotesi (quella dell’idraulico liquido) è la fibrinolisi: è una prassi che si adotta per le ischemie cerebrali, è la terapia elettiva per le ischemie cerebrali. Entro 4 ore e mezzo dall’ischemia cerebrale si somministra rt-PA (attivatore tissutale ricombinante del plasminogeno) (il farmaco si chiama Alteplase), ma per il cuore questa terapia è stata superata. Ad oggi, nei Paesi occidentali, la fibrinolisi non si usa più perché è molto più efficace usare l’angioplastica o il bypass. La fibrinolisi, infatti, distrugge/lisa completamente il coagulo che si è formato all’interno dell’arteria, ma purtroppo non ha attività locale, ma sistemica. La devo iniettare in tutto il corpo e quindi vi è il rischio che essa non solo risolva il coagulo ma potrebbe rendere incoagulabile completamente il sangue del paziente per un certo periodo di tempo (l’effetto della trombolisi può durare da 2 fino a 6-8-12 ore dalla terapia, a seconda anche della funzionalità renale del paziente). Se da un lato riuscirei a risolvere il problema del coagulo che si è formato all’interno della coronaria, d’altro canto espongo il paziente al rischio gravissimo di emorragia cerebrale. Per questo motivo, le tecniche elettive per intervenire sulle ischemie cardiache sono angioplastica e bypass.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i tre livelli di terapia per l'infarto descritti nel testo?
  2. I tre livelli di terapia per l'infarto sono l'angioplastica, il bypass e la fibrinolisi.

  3. Quali sono le problematiche associate all'angioplastica?
  4. Le problematiche dell'angioplastica includono l'impossibilità di passare lo specillo in ostruzioni serrate e il rischio di rompere l'arteria in situazioni critiche.

  5. In quali circostanze si preferisce il bypass rispetto all'angioplastica?
  6. Il bypass è preferito quando lo specillo non può passare o quando c'è il rischio di rompere l'arteria durante l'angioplastica.

  7. Perché la fibrinolisi non è più utilizzata per le ischemie cardiache nei Paesi occidentali?
  8. La fibrinolisi non è più utilizzata perché ha un effetto sistemico e può causare emorragie cerebrali, mentre l'angioplastica e il bypass sono più efficaci e sicuri.

Domande e risposte

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