Concetti Chiave
- Le sindromi post-trombotiche colpiscono fino al 30% dei pazienti con trombosi venosa, richiedendo un monitoraggio costante anche in assenza di embolie polmonari.
- A livello globale, il tromboembolismo venoso (VTE) è in aumento, con circa 10 milioni di casi all'anno e una mortalità simile a quella del COVID-19.
- I voli intercontinentali prolungati, come quelli per Sydney, sono associati a un alto rischio di "trombosi da volo" o "sindrome da economy class".
- I principali fattori di rischio per la trombosi includono deficit di antitrombina, mutazioni genetiche e resistenza alla proteina C attivata, rilevabili tramite analisi di laboratorio.
- La profilazione trombofilica è consigliata per chi viaggia spesso per prevenire eventi trombotici, con possibilità di usare eparina come misura preventiva.
Sindromi post-trombotiche
Le sindromi post-trombotiche e post-flebitiche (stasi venosa, ulcera venosa) riguardano fino al 30% dei soggetti; per questo è necessario tenere sotto controllo il paziente anche se non si sono verificate embolie polmonari. Il dato secondo il quale il 50% dei pazienti con trombosi venosa abbia embolia polmonare è stato ottenuto dagli studi effettuati sui coloro che, durante la guerra del Vietnam, sono morti di trombosi venosa.A livello mondiale, ogni anno ci sono 10 mln di casi di VTE e 2,3 mln di casi di morte per embolia polmonare. La probabilità di morire di VTE e di COVID-19 è praticamente la stessa.
A differenza delle patologie trombotiche arteriose, che negli ultimi anni hanno visto una flessione, il tromboembolismo venoso è aumentato. Infatti, nel corso del tempo le cause predisponenti VTE sono aumentate per cui, nonostante il miglioramento delle terapie, l’incidenza è ancora alta. L’aeroporto di Sydney è il luogo al mondo in cui si fanno più diagnosi di trombosi venosa (circa 400 all’anno, tanto che vi è stata costruita una clinica). Ciò si spiega dal fatto che per raggiungere Sidney si fanno voli intercontinentali lunghi anche più di dieci ore, durante le quali si rimane seduti per la gran parte del tempo. Ciò implica che si abbia stasi venosa per tempi molto lunghi: una persona predisposta rischia la trombosi . Si parla di “trombosi da volo” o “sindrome da economy class”. Ciò implica che si abbia stasi venosa per tempi molto lunghi: una persona predisposta rischia la trombosi . Si parla di “trombosi da volo” o “sindrome da economy class”. I fattori di rischio si dividono fondamentalmente in acquisiti e congeniti.
Il prof rappresenta i fattori di rischio come delle gocce di dimensioni diverse che riempiono progressivamente una tazza: quando essa straborda, si ha trombosi. Tale similitudine suggerisce che affinché avvenga trombosi non è sufficiente un solo fattore di rischio: maggiore è il numero fattori di rischio e maggiore è la loro rilevanza, maggiore è la probabilità di fare trombosi.
I fattori di rischio più “forti” sono quelli biochimici, misurati in laboratorio:
• Deficit di antitrombina, il f.d.r. più importante: aumenta il rischio di fare trombosi da 8 a 30 volte (tutti questi pazienti, se non trattati, prima o poi fanno trombosi).
• Deficit del sistema PS/PC: spesso, infatti, si prescrive una terapia sostitutiva per le pazienti che prendono la pillola anticoncezionale (cfr. dopo). Il deficit di PC aumenta il rischio di 7x-12x: quello di PS lo aumenta di 8x-10x.
• Mutazione del gene della protrombina (rischio aumentato di 2-4 volte).
• Mutazione di Leiden del fattore V (cofattore del FVIII): la mutazione altera il sito clivato dalla PC. Non è un fattore di rischio importantissimo ma ha comunque rilevanza: aumenta il rischio di circa 4x-6x ed è rilevante soprattutto se combinato ad altri fattori (pillola anticoncezionale, trauma…).
• Resistenza alla proteina C attivata (simile alla mutazione di Leiden: il fattore V non è clivato e rimane attivo).
L’analisi di questi valori di laboratorio può fornire il profilo trombofilico di base: è utile conoscerlo nel caso in cui si facciano frequentemente viaggi intercontinentali per prevenire gli eventi trombotici tramite iniezione di eparina.
Domande da interrogazione
- Qual è l'incidenza delle sindromi post-trombotiche e post-flebitiche nei pazienti con trombosi venosa?
- Qual è la probabilità di morte per tromboembolismo venoso (VTE) rispetto al COVID-19?
- Perché l'aeroporto di Sydney è noto per le diagnosi di trombosi venosa?
- Quali sono i fattori di rischio più significativi per la trombosi venosa?
- Come può essere utile l'analisi dei valori di laboratorio per prevenire eventi trombotici?
Le sindromi post-trombotiche e post-flebitiche riguardano fino al 30% dei soggetti con trombosi venosa.
La probabilità di morire di VTE è praticamente la stessa di quella di morire di COVID-19.
L'aeroporto di Sydney è noto per le diagnosi di trombosi venosa a causa dei lunghi voli intercontinentali che portano a stasi venosa prolungata, aumentando il rischio di trombosi.
I fattori di rischio più significativi includono il deficit di antitrombina, il deficit del sistema PS/PC, la mutazione del gene della protrombina, la mutazione di Leiden del fattore V e la resistenza alla proteina C attivata.
L'analisi dei valori di laboratorio può fornire il profilo trombofilico di base, utile per prevenire eventi trombotici tramite iniezione di eparina, specialmente per chi viaggia frequentemente su voli intercontinentali.