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Concetti Chiave

  • Le lesioni arteriose iatrogene sono la principale causa di sanguinamento arterioso grave trattabile con l'embolizzazione.
  • Un esempio comune di lesione iatrogena è il danno all'arteria renale durante una procedura di nefrostomia.
  • La nefrostomia è una tecnica che permette l'espulsione dell'urina nei casi di ostruzione dell'uretere.
  • Un caso di lesione iatrogena coinvolge un'emorragia post-colecistectomia laparoscopica, causata dall'uso dell'elettrobisturi.
  • La procedura di embolizzazione utilizza spirali di Gianturco per controllare l'emorragia arteriosa, ripristinando un flusso vascolare regolare.

Indice

  1. Cause di sanguinamento arterioso
  2. Procedura di nefrostomia
  3. Lesione post-colecistectomia
  4. Intervento chirurgico e varianti anatomiche

Cause di sanguinamento arterioso

La prima causa di sanguinamento grave arterioso che può essere trattato con l’embolizzazione sono le lesioni arteriose iatrogene, conseguenti ad interventi. La seconda causa è rappresentata dai traumi, soprattutto quelli penetranti.
Un esempio di lesione iatrogena viene mostrato nell’immagine sottostante.

Si tratta di un rene con catetere inserito profondamente nell’arteria renale, di cui un ramo è rotto e si vede lo sviluppo di uno pseudoaneurisma (immagine a sx), conseguentemente ad una procedura di nefrostomia.

Procedura di nefrostomia

La nefrostomia, o pielostomia (a seconda che il punto di entrata sia, rispettivamente, nei calici o nella pelvi renale), è una tecnica tramite la quale si usa una catetere, il quale serve per permettere l’espulsione dell’urina finchè sussiste un’ostruzione dell’uretere data da qualsiasi causa (un calcolo, una neoplasia, una fibrosi retroperitoneale...) che provoca la dilatazione della pelvi renale.

In una situazione di dilatazione i calici renali tendono ad invertirsi e, quando la pressione al loro interno supera quella dei tubuli renali, il rene comincia ad andare in sofferenza ed i glomeruli faticano a filtrare. Con la nefrostomia si evita la sofferenza e la perdita dei nefroni finché la causa dell’ostruzione non viene risolta.

Lesione post-colecistectomia

Viene mostrato un altro esempio di lesione iatrogena: Il paziente aveva subito un intervento chirurgico di colecistectomia laparoscopica. Dopo 20 giorni arriva in ospedale con emoperitoneo massivo e shock, la lesione in questo caso è dovuta all’uso dell’elettrobisturi per la colecistectomia: il bisturi taglia e coagula, e qui è andato a “bruciacchiare” l’arteria vicina, senza determinare un sanguinamento manifesto immediatamente; tuttavia, quando l’escara si ritira, il paziente comincia a sanguinare. Viene portato direttamente in sala operatoria.

Intervento chirurgico e varianti anatomiche

Il catetere sale in aorta ed è inserito nella mesenterica superiore; è visibile una parte dell’arteria renale di sx, l’aorta sopra renale, la mesenterica superiore con i suoi rami, un ramo che si è attivato e un po’ della porzione destra di fegato, con l’arteria epatica destra. Il chirurgo, in laparotomia, ha posizionato un clamp (visibile nell’immagine) che chiude l’arteria epatica, la via biliare e la porta (peduncolo epatico). Nella figura di dx è possibile vedere che il paziente ha una variante anatomica: ha un tronco gastroepatico (freccia azzurra) originato dal tripode (dove si vede emergere anche la splenica, freccia rossa), che, oltre a dare i rami gastrici, da’ anche l’arteria epatica sinistra, che rivascolarizza il fegato mediante circoli collaterali intraepatici nonostante il clamp. Il chirurgo riuscirebbe anche a chiudere con i punti l’arteria epatica per arrestare l’emorragia, ma, proprio a causa dei circoli collaterali intraepatici che si formano, si rivascolarizzerebbe comunque la lesione. Inoltre non è possibile chiudere questo ramo chirurgicamente con i punti perché interno all’ilo. Perciò il paziente viene mandato in angio con il clamp che chiude l’arteria epatica. Sotto la guida angiografica viene aperto il clamp e si vede il punto in cui il vaso è rotto e vengono posizionate le spirali di Gianturco a monte e a valle della rottura. Appena dopo la procedura i vasi assumono un decorso più regolare, meno rigido, in quanto sparisce il vasospasmo dato dagli agenti vasoattivi dell’anestesia usata durante l’intervento.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la prima causa di sanguinamento arterioso grave che può essere trattato con l'embolizzazione?
  2. Le lesioni arteriose iatrogene conseguenti ad interventi.

  3. Qual è la tecnica utilizzata per permettere l'espulsione dell'urina in caso di ostruzione dell'uretere?
  4. La nefrostomia o pielostomia.

  5. Qual è la causa della lesione iatrogena nel secondo esempio mostrato?
  6. L'uso dell'elettrobisturi durante l'intervento di colecistectomia laparoscopica.

  7. Cosa viene utilizzato per chiudere l'arteria epatica e arrestare l'emorragia nel secondo caso?
  8. Le spirali di Gianturco.

  9. Cosa causa la scomparsa del vasospasmo nei vasi dopo la procedura di embolizzazione?
  10. Gli agenti vasoattivi dell'anestesia utilizzata durante l'intervento.

Domande e risposte