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Concetti Chiave

  • Le osteomieliti protesiche sono infezioni che colpiscono le protesi, con un'incidenza dell'1,3% nelle protesi ortopediche.
  • I batteri formano un biofilm protettivo sulla protesi, rendendola resistente agli antibiotici e all'immunità, creando una "gara" con le difese dell'organismo.
  • Esistono tre tipi di osteomielite protesica: Tipo I (precoci-acute), Tipo II (tardive-croniche), e Tipo III (ematogene-acute), classificati per il momento di insorgenza e modalità di infezione.
  • Il sintomo principale di un'infezione protesica è il dolore a riposo, accompagnato da rossore, calore, gonfiore e febbre.
  • La diagnosi avviene tramite artrocentesi con coltura e antibiogramma, ma nel 20% dei casi il patogeno può non essere identificato.

Indice

  1. Osteomielite protesica
  2. Altri aspetti

Osteomielite protesica

Le osteomieliti protesiche rappresentano l’infezione di una protesi e possono verificarsi per inoculazione diretta o per contiguità.
Ogni paziente portatore di un impianto protesico è a rischio di sviluppare un’infezione. L’incidenza di infezioni nella protesica ortopedica è circa del 1,3%. Nello specifico per la protesi d’anca l’incidenza ottimale deve essere I batteri, attraverso la produzione del glicocalice, aderiscono alla superficie protesica.
Successivamente sono in grado di costituire un biofilm protettivo per la colonia batterica che si viene ad instaurare sul device, che ne impedisce l’aggressione da parte degli antibiotici e dell’immunità. Si parla infatti di race of the surface, una “gara” tra batteri e difese dell’organismo per la colonizzazione della superficie protesica.
I batteri presenti nel biofilm possono non dare luogo a un’infezione anche per diversi anni. Il biofilm inoltre può anche liberare porzioni di colonia batterica che vanno a colonizzare altri distretti.
Se ciò avviene si ha infezione protesica, clinicamente molto subdola e dolorosa. Quando una protesi è dolorosa può essere sine causa (3-5%), ma fondamentale è sempre pensare a un’infezione. Classificazione:
    - Tipo I (precoci-acute) entro 4-6 settimane dall’impianto (post-chirurgiche);
    - Tipo II (tardive-croniche) tra 3 e 24-36 mesi (post-chirurgiche);
    Come causa per i primi due tipi si riconosce un’inoculazione diretta durante l’operazione chirurgica
    - Tipo III (ematogene-acute) dopo 2-3 anni, l’infezione si è diffusa alla protesi per via ematogena o per contiguità da un altro distretto, con l’eccezione di quelle causate a distanza di molto tempo delle colonie batteriche nascoste all’interno del biofilm.

Altri aspetti

Il sintomo principale è il dolore a riposo. In ogni caso di protesi dolorosa si deve pensare ad una possibile infezione. Si possono poi avere rubor, calor, tumor, functio lesa, febbre. In alcuni casi si può avere la formazione di fistole. Storia clinica ed esame obbiettivo, eventuali esami precedenti e terapia antibiotica precedente.
Prelievo articolare: artrocentesi con coltura e antibiogramma. L’esame microbiologico rappresenta l’esame principe ai fini diagnostici. L’isolamento del patogeno è fondamentale, ma nel 20% dei casi non viene identificato! Il tempo di coltura è di due, tre, quattro settimane, perché sono infezioni a bassa carica batterica. spesso non è specifica, il quadro radiografico infatti somiglia molto a quello di una protesi con mobilizzazione asettica. Una volta cronicizzata e divenuta di lunga durata può mostrare sequestri con segni di neo-apposizione periostale, osteolisi e segni di mobilizzazione settica.
L’imaging di secondo e terzo livello è rappresentato da scintigrafia con leucociti/granulociti autologhi marcati e Pet-tc.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'incidenza delle infezioni nelle protesi ortopediche e come varia in base al tipo di protesi?
  2. L'incidenza delle infezioni nelle protesi ortopediche è circa del 1,3%. Per le protesi d'anca, l'incidenza ottimale dovrebbe essere inferiore all'1%, mentre per quelle di ginocchio dovrebbe essere inferiore al 3%, a causa della loro maggiore esposizione all'ambiente esterno.

  3. Come si formano le infezioni nelle protesi e qual è il ruolo del biofilm?
  4. Le infezioni si formano quando i batteri aderiscono alla superficie della protesi e producono un glicocalice, formando un biofilm che protegge la colonia batterica, rendendola resistente agli antibiotici e all'immunità. Questo fenomeno è descritto come una "gara" (race of the surface) tra i batteri e le difese dell'organismo per la colonizzazione della superficie protesica.

  5. Quali sono i tipi di osteomielite protesica e come si differenziano?
  6. Esistono tre tipi di osteomielite protesica: Tipo I (precoci-acute) che si verifica entro 4-6 settimane dall'impianto, Tipo II (tardive-croniche) che si verifica tra 3 e 24-36 mesi dall'impianto, e Tipo III (ematogene-acute) che si verifica dopo 2-3 anni. La differenza principale tra questi tipi è il momento di insorgenza e la modalità di infezione, che può essere per inoculazione diretta, per contiguità o per via ematogena.

  7. Quali sono i principali sintomi di un'infezione protesica e come viene diagnosticata?
  8. Il sintomo principale di un'infezione protesica è il dolore a riposo. Altri sintomi possono includere rossore, calore, gonfiore, perdita di funzione e febbre. La diagnosi si basa sulla storia clinica, esame obiettivo, esami precedenti, e soprattutto sull'artrocentesi con coltura e antibiogramma per l'isolamento del patogeno, anche se nel 20% dei casi il patogeno non viene identificato.

Domande e risposte