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Concetti Chiave

  • L'infarto acuto del miocardio è causato da un'ostruzione trombotica di un'arteria coronaria, interrompendo il flusso di ossigeno al tessuto cardiaco.
  • Il danno cellulare diventa irreversibile entro 20-40 minuti dall'occlusione, causando il rilascio di sostanze diagnostiche nel sangue.
  • La diagnosi attuale si basa sull'individuazione di queste sostanze nel sangue, rendendola una diagnosi post-evento.
  • I marcatori di ischemia precoce non sono ampiamente utilizzati a causa della loro breve durata e della bassa percentuale di pazienti diagnosticati in tempo.
  • La procedura diagnostica tradizionale include l'elettrocardiogramma ospedaliero seguito dalla somministrazione della terapia appropriata.

Indice

  1. Aspetto pragmatico della diagnosi
  2. Conseguenze dell'occlusione coronarica
  3. Diagnosi a posteriori
  4. Limitazioni dei marcatori di ischemia
  5. Sintomatologia e diagnosi in ospedale

Aspetto pragmatico della diagnosi

Per quanto riguarda l’aspetto pragmatico, ovvero la gestione diagnostica dell’infarto acuto del miocardio ora vi faccio vedere l’aspetto ideale di quella che dovrebbe essere una diagnostica dell’infarto acuto del miocardio.
L’infarto è causato da un’ostruzione trombotica di un vaso arterioso del cuore, o di una coronaria maggiore o di una delle sue piccole emanazioni successive. Questa ostruzione provoca un’interruzione del flusso ematico, e quindi dell’ossigeno a tutto il tessuto che è irrorato dal vaso che si è occluso.

Conseguenze dell'occlusione coronarica

A seguito dell’occlusione acuta dell’arteria coronaria, il tessuto cardiaco a valle comincia ad andare progressivamente in deficit di ossigeno (ischemia o ipossia); conseguentemente dopo 20-40 minuti l’ischemia diventa irreversibile, la cellula cardiaca si rompe e tutto ciò che vi era contenuto all’interno esce al di fuori della cellula stessa.

Diagnosi a posteriori

È fondamentale ricordarsi che quello che farò per diagnosticare l’infarto acuto del miocardio altro non sarà che dosare le sostanze che sono uscite dalla cellula che si è rotta. Proprio per questo è una “diagnosi a posteriori”, ovvero faccio la diagnosi dopo che c’è già stato. Sarebbe bello riuscire a fare la diagnosi nei 20-40 minuti in cui c’è stata l’occlusione ma non si è ancora verificata la necrosi del tessuto miocardico.

Limitazioni dei marcatori di ischemia

Ci si è provato in passato, usando una serie di marcatori, ma per 2 motivi questi marcatori non hanno preso piede:

1. La percentuale di pazienti che arriva in osservazione in acuto entro 20 minuti dalla comparsa dell’ostruzione è poca (meno dell’1%).

2. Si tratta di marcatori che hanno una cinetica molto rapida: tutti i marcatori di ischemia tendono a durare nel sangue solo ed esclusivamente nel momento in cui c’è l’ischemia. L’indicatore principe, ad esempio, è l’acido lattico che comincia ad aumentare ogni qual volta non c’è ossigeno e la glicolisi diventa anaerobica, però l’acido lattico ha un’emivita di 15 minuti. Dopo un’ischemia acuta l’acido lattico tende progressivamente a diminuire. Rischiamo pertanto che l’esame, oltre a non essere diagnostico, sia addirittura “misleading”, ovvero mi porti a una misinterpretazione del risultato (se lo trovo basso, potrei essere tentato di pensare che il paziente non abbia avuto alcun infarto).

Sintomatologia e diagnosi in ospedale

A seguito dell’occlusione dell’arteria coronaria compare una sintomatologia, il paziente insospettito dalla sintomatologia viene portato in ospedale, in ospedale per anni si è fatto un elettrocardiogramma e sulla base della presenza dell’alterazione si fa la diagnosi, infine si dà la terapia.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la causa principale dell'infarto acuto del miocardio?
  2. L'infarto acuto del miocardio è causato da un'ostruzione trombotica di un vaso arterioso del cuore, che interrompe il flusso ematico e l'ossigeno al tessuto cardiaco.

  3. Perché è difficile diagnosticare l'infarto acuto del miocardio nei primi 20-40 minuti?
  4. È difficile perché i marcatori di ischemia hanno una cinetica rapida e la maggior parte dei pazienti non arriva in ospedale entro 20 minuti dall'occlusione.

  5. Qual è il metodo tradizionale per diagnosticare l'infarto acuto del miocardio in ospedale?
  6. Tradizionalmente, si utilizza un elettrocardiogramma per diagnosticare l'infarto acuto del miocardio basandosi sulle alterazioni rilevate.

Domande e risposte